Era il 4 marzo 1991 quando Vito Grasso Luciano scomparve da Giarre, in provincia di Catania, in circostanze misteriose.
Il ragazzo, appassionato di elettrotecnica e studente al quarto anno dell'Istituto Tecnico Professionale, conduceva una vita serena, come tanti altri giovani della sua età, immerso tra famiglia e amicizie.
All'improvviso, però, qualcosa cambia: in quel cupo lunedì, l'adolescente appare taciturno, pranza in fretta e si ritira nella sua stanza.
Poco dopo, chiede alla madre il denaro necessario per fare rifornimento alla sua automobile e lascia l'abitazione, senza più farvi ritorno.
A Giarre, il giorno della scomparsa di Vito, il cielo era nuvoloso, lasciando già presagire che non sarebbe stata una delle migliori mattine.
Dopo la consueta giornata scolastica, il ragazzo, primogenito di tre figli, è tornato a casa e ha chiesto al genitore una somma sufficiente per fare un parziale pieno di benzina alla sua Fiat 850.
Senza attendere il suo ritorno da un’altra stanza, è uscito in fretta, come se avesse un’urgenza, per motivi ancora sconosciuti.
Da quel momento in poi, perdura un silenzio lungo trentatré anni. Tante le domande dei parenti e poche le risposte, se non nulle.
Successivamente, l'automobile di Luciano è stata ritrovata a circa 6 chilometri da Giarre, nella località di Fondachello, frazione di Mascali.
Sul bagnasciuga sono stati rinvenuti i vestiti dell'adolescente, perfettamente piegati e ordinati.
Cos'è accaduto quel giorno a Vito? Un possibile malore fatale mentre era in acqua? Oppure ha visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere? O, ancora, ha scelto di allontanarsi volontariamente?
Le teorie a riguardo sono molteplici, ma tutte rimangono nel campo delle ipotesi, lasciando i familiari e tutti i suoi cari con un dolore incolmabile.
Dopo 19 anni dalla scomparsa di Vito Luciano Grasso, nel 2010, "Chi l’ha visto?" è tornato a parlare del suo caso.
A spingere il programma a riaccendere i riflettori è stato Don Vincenzo Sanzone, il sacerdote che, all’epoca della sparizione, si era fatto carico della disperazione della famiglia Grasso.
Il parroco non si era mai dimenticato di quel ragazzo scomparso.
All’epoca aveva fatto il possibile per aiutare i genitori, distribuendo la foto di Vito nelle diocesi campane, nella speranza che qualcuno lo riconoscesse o avesse notizie.
Dopo tanti anni, mentre riordinava il suo studio, ha ritrovato quella vecchia fotografia in un cassetto. Rivedendo il volto di Vito, si è chiesto se ci fossero stati sviluppi.
Così ha deciso di contattare la famiglia per sapere se ci fossero novità. Purtroppo, però, la risposta è stata negativa.
Colpito dalla persistenza del silenzio e dal dolore mai sopito dei familiari, Don Vincenzo ha sentito il bisogno di fare qualcosa.
Ha quindi deciso di riportare la storia sotto i riflettori, lanciando insieme ai parenti un nuovo appello, rivolto direttamente a Vito, ovunque si trovi, e a chiunque possa sapere qualcosa.
Con una pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio 2023, il Tribunale di Catania ha avviato la procedura per ottenere la dichiarazione di morte presunta del giovane, sparito nel nulla il 4 marzo 1991.
L’avvocato Alessandro Santangelo, incaricato della pratica, invitava chiunque avesse informazioni a farsi avanti entro sei mesi. Un appello carico di speranza, rivolto a chi potesse far luce su un mistero che da anni pesa come un macigno sulla vita dei familiari.
Vito Luciano Grasso, nato il 30 dicembre 1971 a Piedimonte Etneo (CT), da quel giorno non ha più dato notizie di sé.
Nessun avvistamento, nessuna traccia concreta. Solo un silenzio lungo e doloroso che ha accompagnato i suoi cari per oltre tre decenni.
Dopo anni di attesa e di incertezze, la richiesta del tribunale rappresentava un gesto necessario, seppur doloroso: mettere un punto fermo, dare un riconoscimento legale a un’assenza che continua a pesare come un vuoto incolmabile.
Se burocraticamente la vicenda di Vito Grasso Luciano è stata archiviata, nel cuore dei familiari la vicenda è tutt'altro che conclusa.
Come spesso accade in Italia, gli invisibili restano tali, dimenticando a volte che, un tempo, queste persone – ormai scomparse – avevano una vita da vivere, una storia e delle persone che, ancora oggi, le attendono con amore e speranza.
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