Ted Bundy, Richard Ramirez, Jeffrey Dahmer: sono solo alcuni dei nomi che, nostro malgrado, abbiamo imparato, nel tempo, a conoscere. Nomi che si legano a terribili storie di vite brutalmente spezzate. Come quello di Ed Kemper, il serial killer americano conosciuto anche come "mostro delle studentesse", attivo negli anni Settanta. La sua storia ha ispirato, insieme ad altre, la serie tv Netflix "Mindhunter". Per ricostruirla, dobbiamo fare un passo indietro.
Ed Kemper, all'anagrafe Edmund Emil Kemper III, nasce a Burbank, in California, il 18 dicembre 1948. Legatissimo al padre, soffre molto quando, all'età di 9 anni, i genitori si separano. Viene infatti affidato, insieme alle due sorelle, alla madre, con la quale ha pessimi rapporti.
La donna, che in generale odia gli uomini, tratta il figlio con sufficienza e disprezzo, mostrandosi sempre più dura e anafettiva nei suoi confronti. Ciò fa sì che Edmund diventi un ribelle e che sviluppi, fin da piccolo, comportamenti disturbanti.
Ha solo 10 anni quando seppellisce vivo uno dei gatti di famiglia; 13 quando ne accoltella un altro, nascondendone dei pezzi nel suo armadio. A 14 anni, stanco del clima familiare, scappa di casa per raggiungere il padre, che nel frattempo si è ricostruito una vita e lo manda a vivere dai nonni.
Ed non è contento di quei cambiamenti. Negli anni precedenti, ha già iniziato a mescolare, nei suoi pensieri, scene di sesso e di morte. Al liceo va bene, certo, ma i suoi coetanei lo considerano "un tipo strano", tenendolo a debita distanza.
Inoltre, la nonna gli ricorda tanto la madre, con cui non è mai andato d'accordo. Il 27 agosto 1964, durante una discussione in cucina, Ed afferra un fucile da caccia e la uccide. Poi, come se nulla fosse, colpisce anche il nonno e, senza mostrare alcun segno di rimorso, chiama sua madre per raccontarle tutto.
La donna - che aveva sempre avuto paura di lui, tanto da costringerlo a dormire in cantina - lo convince, a quel punto, a costituirsi. Dopo avergli diagnosticato una schizofrenia paranoide ed averlo dichiarato "insano di mente", gli inquirenti stabiliscono che dovrà essere rinchiuso in un istituto per minori.
Quando esce, cinque anni più tardi, Ed viene nuovamente affidato alla madre, che si è trasferita a Santa Cruz, vicino San Francisco. Dopo essere rimasto vittima di un grave incidente stradale, avendo ricevuto un cospicuo risarcimento, decide di acquistare un'auto.
Con essa inizia a girovagare nei pressi dell'Università della California. Osserva le studentesse, fantastica di avere rapporti con loro, ma solo dopo averle uccise. E, pian piano, inizia a dargli passaggi, costringendosi a mostrarsi amichevole e affidabile. Si prepara, in pratica, ad agire.
L'occasione si presenta il 7 maggio 1972, quando Mary Ann Pesce e Anita Luchessa, che stanno facendo l'autostop per arrivare a Berkeley, accettano di salire sulla sua auto. Dopo aver guidato per un'ora verso una zona isolata, Ed colpisce entrambe con un coltello da cucina, trasporta i loro corpi nel suo appartamento e li smembra.
Come se non bastasse, usa la testa decapitata di una delle due per praticare del sesso orale. Modus operandi che avrebbe poi usato con tutte le altre vittime, da Aiko Koo, di appena 14 anni, a Cindy Shall, Rosalind Thorpe e Alice Liu.
Fino ad arrivare alla vittima principale, sua madre - uccisa con un martello nell'aprile del 1973, violentata e trasformata in un "bersaglio per freccette" - e un'amica della donna, Sally Hallet, attirata in casa con una scusa e poi assassinata.
Quando viene fermato, dopo essersi autodenunciato, Kemper rivela di aver commesso su alcune delle vittime anche atti di cannibalismo. Nel 1973, al termine del processo a suo carico, viene condannato all'ergastolo.
In carcere, Kemper - da molti ricordato per il suo alto quoziente intellettivo (145) - si è laureato e ha iniziato ad insegnare informatica. Ad oggi, è ancora detenuto nella California State Prison. La sua collaborazione è stata fondamentale per gli agenti Robert Ressler e John Douglas, che hanno scritto le basi criminali del criminal profiling.
La storica intervista rilasciata da Ed Kemper nel 1984.
La sua storia ricorderà a qualcuno quella di Jeffrey Dahmer.