"Populista e uguale a Giuseppe Conte, solo che a destra". Il segretario di Azione, Carlo Calenda, non si ferma e, dopo aver attaccato il presidente del Movimento Cinque Stelle, passa alle accuse nei confronti del segretario della Lega, Matteo Salvini. Qual è il problema con il vicepremier? La sua contrarietà verso il piano di riarmo "ReArm Europe", voluto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Salvini, come Conte, si è espresso contro la strategia voluta dalla Commissione, destando non poche critiche all'interno della maggioranza di governo. Fratelli d'Italia e Forza Italia si sono dette favorevoli al Parlamento europeo e la difesa, nei giorni successivi, non è stata argomento di ulteriori discussioni.
Dall'altra parte, Azione sembra aver trovato, dopo il congresso tenutosi tra ieri, 29 marzo 2025, e oggi, 30 marzo 2025, un punto in comune con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la parte più europeista del governo. Il partito di Calenda adesso punta a entrare nella maggioranza? Per ora, gli esponenti non si sbilanciano e il segretario ribadisce che Azione resterà al centro. Una posizione "scomoda", ma che potrebbe avere anche i suoi vantaggi. Difficile immaginare un mantenimento dei rapporti con il centrosinistra, ampiamente criticato nella giornata di ieri da Calenda.
L'Italia ha due problemi fondamentali, secondo Calenda. Il primo è Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle e fermo oppositore del ReArm Europe, e il secondo è Matteo Salvini, segretario della Lega e vicepremier, nonché voce dissidente del governo Meloni in molte occasioni.
Tra le tante contestazioni interne all'esecutivo nazionale, c'è proprio il piano di riarmo voluto da Ursula von der Leyen. Mentre, negli ultimi due anni, Fratelli d'Italia si è orientato verso posizioni sempre più europeiste, la Lega sta cercando di guadagnarsi il titolo di partito populista (e più a destra) della coalizione.
Il segretario di Azione ha infatti ribadito a margine del congresso del partito:
Conte non ha perso tempo e, nella giornata di ieri, 29 marzo 2025, ha risposto da Cosenza a Carlo Calenda. Il presidente del Movimento Cinque Stelle, che si è recato a un evento in sostegno dell'ex deputata Scutellà, ha detto che Calenda fa parte di un "partito trasversale alla guerra", indicando la presenza di Meloni come un segnale pericoloso.
Quindi Azione è il partito delle armi? Secondo il segretario sarebbero "tutte cacchiate". A confermare questa versione c'è anche la presidente del partito, Elena Bonetti, che etichetta come ridicolo chiunque voglia definire Azione un "partito guerrafondaio".
L'obiettivo ora è quello di costruire un "fronte dei volenterosi" che possa coinvolgere Forza Italia, +Europa e parte del Pd europeista.
"Azione resta al centro" vuol dire che non ci saranno alleanze con la maggioranza di governo? Non proprio. Carlo Calenda smentisce per ora ogni ambizione di entrare nel governo Meloni, ma il suo partito potrebbe essere aperto ad alleanze locali nel corso delle prossime elezioni regionali e amministrative che si terranno tra la primavera e l'autunno del 2025.
Dove potrebbe nascere la prima insolita intesa tra Meloni e Calenda? Dalle Marche, dove il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, legato a Fratelli d'Italia, punta al secondo mandato. Bonetti, tuttavia, non si sbilancia: ci sono temi in comune, ma per ora non si è parlato di alleanze. Secondo la presidente di Azione, infatti, i tempi sarebbero prematuri: