La proposta della “coalizione dei volenterosi” e il piano anglo-francese stanno alimentando il dibattito internazionale sulla guerra in Ucraina. Il premier britannico Keir Starmer ha annunciato che gli Stati europei stanno sviluppando un’iniziativa, mentre la NATO e l’Ue rafforzano il loro sostegno a Kiev.
Marco Rizzo, coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, ha espresso una forte critica a questa strategia. In un’intervista a "Calibro 8" su Radio Cusano Campus, ha sottolineato che l’Europa non punta alla pace ma a garantire la sopravvivenza politica dei suoi leader. Inoltre, ha evidenziato il legame tra la “coalizione dei volenterosi” e l’invasione dell’Iraq del 2003.
Il premier britannico, Keir Starmer, ha affermato il 2 marzo che gli Stati europei stanno sviluppando una “coalizione dei volenterosi”. Starmer ha specificato che il piano anglo-francese comprenderà "aerei in aria e truppe a terra" e che fa parte del tentativo di negoziare un cessate il fuoco giusto in Ucraina.
L’annuncio è arrivato dopo la riunione dei leader occidentali a Londra. Durante il vertice, i leader e gli alti rappresentanti di 15 Paesi, tra cui il Segretario generale della NATO Mark Rutte, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il Presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, hanno discusso di una pace giusta e duratura in Ucraina. L'incontro è stato particolarmente significativo in quanto si è tenuto dopo la discussione, trasmessa in diretta, tra il presidente statunitense, Donald Trump, e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, allo Studio Ovale lo scorso 28 febbraio. L’Europa aveva già espresso le sue preoccupazioni riguardo al fatto che Washington abbia avviato colloqui con i funzionari russi senza il coinvolgimento di Kiev.
Il 2 marzo, il primo ministro britannico non ha annunciato ufficialmente la formazione della "coalizione dei volenterosi", ma ha comunque sottolineato che, affinché l’iniziativa abbia successo, l'Europa deve "avere il forte sostegno degli Stati Uniti".
Il 17 marzo, un portavoce di Starmer ha affermato che l'iniziativa è entrata nella "fase operativa".
Il coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, Marco Rizzo, ha commentato il piano lanciato da Londra su Calibro 8, programma di Radio Cusano Campus condotto da Francesco Borgonovo.
In un articolo del 23 marzo, The Telegraph ha riportato i dubbi dei funzionari militari britannici sul piano. Il giornale ha citato una fonte di alto rango dell'esercito britannico che ha definito l'iniziativa "un teatro politico" privo di "uno scopo militare definito o di ipotesi di pianificazione strategico-militare". Un'altra fonte ha descritto la situazione come una mossa politica "priva di senso militare".
Marco Rizzo ha ricordato prontamente che già il nome, “Coalizione dei volenterosi”, “significa che non c’è nessuna formazione pregressa di tipo politico, sia l’Unione Europea, sia la NATO, sia l’ONU, che vada a copertura di questa ipotesi. Vuol dire che chi la propugna è in difficoltà”.
Rizzo ha evidenziato inoltre il passato controverso di questa espressione, che richiama la frase utilizzata per giustificare l'invasione dell'Iraq nel 2003. La coalizione si era formata quando Washington sosteneva che il regime di Saddam Hussein possedesse armi di distruzione di massa. Era stata guidata dagli Stati Uniti di George W. Bush, con la Gran Bretagna in un ruolo di supporto.
“È impensabile che le forze che fanno peacekeeping siano le stesse che hanno fatto la guerra. Gli stati europei hanno combattuto contro la Russia fornendo armi, inviando consiglieri sul campo ecc. Quindi è impensabile che i russi possano accettarli come forza di interposizione”, ha affermato Marco Rizzo.
Secondo il coordinatore di Democrazia Sovrana Popolare, il ruolo di peacekeeping dovrebbe essere affidato a nazioni non coinvolte finora, come “indiani, cinesi, brasiliani, sudafricani, ma certamente non gli europei”.
Rizzo, nel suo intervento, ha citato in particolare due leader europei: il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, descrivendoli come leader “che non hanno più potere e quindi hanno bisogno della guerra o perlomeno del teatrino per preparare la guerra, solo per salvare la propria poltrona”.