Clementino ha raccontato apertamente di aver vissuto un periodo difficile a causa della tossicodipendenza, un tunnel da cui è riuscito a uscire grazie a un mix di forza di volontà, sostegno familiare e la musica, che gli ha letteralmente salvato la vita.
Dopo aver toccato il fondo, a causa soprattutto della cocaina, ha deciso di intraprendere un percorso di riabilitazione, che ha incluso il ricovero in una comunità e un lungo lavoro su sé stesso per riscoprire la propria identità lontano dalle sostanze.
Anche la musica è stata vitale per lui: scrivere, esibirsi e concentrarsi sul rap lo hanno aiutato a ritrovare un equilibrio e a dare un nuovo senso alla sua carriera.
Scendiamo nei dettagli e scopriamo come il rapper ha deciso di dare una svolta positiva alla sua vita.
Clementino non ha mai nascosto il suo passato difficile. Anzi, è stato lui stesso a raccontarlo con una sincerità quasi disarmante, senza fare a sé stesso alcuno sconto e senza giustificarsi.
Il rapper napoletano, amatissimo dal grande pubblico per il suo carattere gioviale, la sua umiltà, la sua musica e la sua partecipazione a The Voice Senior, ha vissuto un periodo davvero oscuro, segnato dall’abuso di cocaina.
La tossicodipendenza lo ha portato a perdere di vista i suoi obbiettivi, le cose importanti della vita e, a un certo punto, anche sé stesso.
"C’è stato un momento in cui ero Clementino che è la cocaina” ha raccontato, spiegando come la droga fosse diventata una parte di lui, fino a soffocare la sua vera identità.
Come spesso accade, all’inizio lui credeva di avere tutto sotto controllo. Farsi di cocaina era diventato quasi un "rituale" legato alla vita notturna e alla musica. Poteva smettere quando voleva. O almeno così pensava.
All'inizio ne faceva uso quando gli veniva offerta, fino a quando ha iniziato lui stessa a comprarla. In men che non si dica si è ritrovato catapultato in una prigione dalla quale non riusciva più a uscire.
“Ero strafatto in casa da tre giorni” ha ricordato, parlando del periodo in cui stava promuovendo il suo album Vulcano. A causa della droga non riusciva nemmeno a presentarsi agli appuntamenti di promozione dell'album. Il successo, che avrebbe dovuto essere un punto d’arrivo, si era trasformato in un abisso.
Non è stato il lavoro a salvarlo, né la paura di perdere tutto. È stata la famiglia. Clementino racconta con emozione il momento in cui ha realizzato di non poter più andare avanti così, quasi si commuove: “Quando hai un genitore che ti piange in faccia capisci che devi smettere”.
Non è facile ammettere di avere un problema, né trovare il coraggio di affrontarlo. Ma lui l’ha fatto: ha preso il telefono, ha chiamato una comunità di recupero e ha deciso di darsi un'altra possibilità.
Disintossicarsi è stato difficile e lungo. Non esiste una bacchetta magica per uscire dalla droga. Ma è stato un cammino necessario per riprendere in mano la sua vita.
Oltre alla famiglia, un altro elemento chiave nel suo recupero è stata la musica. Il rap, che per anni era stato il suo sfogo ma anche il suo palcoscenico di eccessi, è diventato il suo strumento di rinascita. Scrivere, esprimersi, tornare sul palco con lucidità è stata la terapia più potente.
Oggi Clementino è un artista affermato, ma soprattutto un uomo che ha trovato un nuovo equilibrio.
Non si vergogna del suo passato, anzi: ne parla apertamente con l'obbiettivo di riuscire a sensibilizzare i giovani sui rischi della tossicodipendenza, a metterli in guardia.
Racconta la sua storia non per cercare compassione, ma per dimostrare che è possibile uscirne, anche quando sembra impossibile.
Lui ce l’ha fatta. E, con la sua voce e la sua musica, vuole far capire a chi sta attraversando lo stesso inferno che una via d’uscita esiste sempre.