La Cabina di regia Pnrr ha adottato la sesta Relazione sullo stato di attuazione del Piano che sarà inviata al Parlamento. Nel corso della riunione a Palazzo Chigi, il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ha illustrato il lavoro svolto dal governo nel secondo semestre 2024 per conseguire, secondo quanto riferito, tutti gli obiettivi programmati che hanno consentito all'Italia di ricevere il pagamento della quinta rata, pari a 11 miliardi di euro, della sesta rata da 8,7 miliardi e di richiedere il pagamento della settima rata, pari a 18,3 miliardi di euro, connessa al conseguimento di 67 obiettivi. La sesta Relazione al Parlamento "conferma il primato europeo dell'Italia nella sua realizzazione, per numero di obiettivi conseguiti, per risorse complessive ricevute e per numero di richieste di pagamento formalizzate e incassate", scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella premessa del documentato adottato oggi. "Abbiamo ancora molto lavoro da fare, ma i risultati raggiunti finora - aggiunge - ci rendono orgogliosi e ci spronano a fare sempre meglio. Nell'interesse dell'Italia e degli italiani".
Certo è che il giudizio della Corte dei Conti è in chiaroscuro. Secondo i magistrati contabili, "il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e quantitativi, stabiliti a livello nazionale e concordati a livello europeo, è in linea con le previsioni, mentre permangono alcune criticità che richiedono attenzione costante e interventi mirati, soprattutto in vista della scadenza del Piano fissata a giugno 2026". Sul fronte finanziario, i dati della piattaforma ReGiS (il sistema gestionale unico del Pnrr, ndr) mostrano un rinvio di spese programmate per il biennio 2023-2024 pari a circa 2,4 miliardi di euro, con un conseguente incremento della spesa di 1,2 miliardi nel 2025 e 680 milioni nel 2026. "La carenza di personale negli uffici di rendicontazione e controllo - evidenzia ancora la Corte dei Conti - ha prodotto un rallentamento sulle verifiche di spesa" e "il mancato regolare aggiornamento dei dati sulla piattaforma ReGiS da parte di alcune amministrazioni coinvolte - causa di frequenti disallineamenti tra dati interni e ufficiali - rappresenta, inoltre, un elemento di criticità".