Marco Travaglio ha da sempre avuto un talento particolare: scegliere con cura i suoi avversari, rispondere solo quando sa di poter vincere e mantenere una narrazione che si adatti perfettamente alle sue convinzioni.
Il recente scontro con Adriano Sofri ne è solo l'ennesima conferma, rivelando ancora una volta la strategia di Travaglio nel dibattito pubblico: evitare confronti dove potrebbe uscire sconfitto e replicare solo quando il terreno è favorevole.
Sofri quindi chiede una presa di posizione netta a chi ospita il giornalista de Il Fatto Quotidiano, specie in quei talk show costruiti sull'opposizione di due opinioni o versioni contrapposte: circondare in un muro di silenzio Travaglio, lasciandolo cuocere nel suo brodo di disinformazione filo-russa. Idea che a quest'ultimo non piace proprio, rinfacciando a Sofri di poter parlare nonostante una condanna per omicidio.
Il punto di scontro fra Travaglio e Sofri è oggi 27 marzo 2025 la posizione filo-putiniana che il primo, insieme al giornale per il quale scrive (Il Fatto Quotidiano), porta avanti da qualche tempo. Sofri ha contestato ripetutamente le affermazioni di Travaglio sul conflitto in Ucraina, in particolare la sua tesi secondo cui sarebbe stato il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj a impedire i negoziati di pace rifiutando qualsiasi trattativa fino a quando Vladimir Putin fosse rimasto presidente russo.
Molti hanno però fatto notare (e Sofri con loro) che dimentica il contesto in cui si è sviluppata la decisione del presidente ucraino: Mosca nel settembre 2022 aveva annesso con un referendum dal dubbio valore quattro regioni ucraine, ritenendole parti imprescindibili del proprio stato e negando la possibilità che potessero essere oggetto di una qualche trattativa di pace.
Come sottolinea quindi Sofri, è stato Putin ad "aver bruciato i vascelli", non Zelenskyj. Per Il Fatto Quotidiano però il conflitto ucraino è stato causato dalle azioni della Nato, degli Stati Uniti e dell'Occidente più in generale, che hanno considerato l'Ucraina come il terreno per abbassare le pretese imperiali della Russia.
Non sorprende che Travaglio cerchi di non confrontarsi su questo punto con chi potrebbe metterlo in difficoltà. Sofri ha evidenziato che nella trasmissione di Lilli Gruber "Otto e Mezzo" gli ospiti presenti non reagiscano efficacemente alle provocazioni verbali di Travaglio.
La tensione fra Travaglio e Sofri non è una novità. Il secondo, condannato per l'omicidio del commissario Calabresi e successivamente graziato, non ha mai nutrito una particolare simpatia per il primo, il quale ha costruito gran parte della sua carriera sull'intransigenza giudiziaria, salvo poi mostrarsi indulgente quando le sentenze riguardano sé stesso o le sue fonti.
Siamo salvi
— Marco Travaglio (@marcotravaglio) March 27, 2025
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Travaglio, infatti, ha subito diverse vicende giudiziarie per diffamazione, tra cui una condanna per aver falsamente attribuito all'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l'intenzione di sollecitare la grazia per Silvio Berlusconi; più recentemente il giornalista ha dovuto pagare un risarcimento al collega del Corriere della Sera Federico Fubini.
In coda all'editoriale odierno scritto per Il Fatto, Travaglio ha aggiunto una postilla dal sapore velenoso e che vorrebbe rispondere per le rime all'anatema lanciatogli contro da Sofri: le sue lamentele sono risibili, considerato che la sua condanna per omicidio è stata cancellata da una grazia e così può pontificare sulle pagine dei quotidiani o da un salotto televisivo.
Di recente Travaglio è stato protagonista di un altro acceso scontro dialettico con chi ha un'opinione opposta alla sua sul conflitto fra Russia e Ucraina. Durante una puntata di "Accordi e Disaccordi", il leader di Azione Carlo Calenda aveva accusato Travaglio di essere il megafono della propaganda russa, distorcendo i fatti in tal senso.
#ottoemezzo "In Italia il clima verso i giornalisti è terribile ma su pochi, è la strategia di Orban che Meloni ha imparato: prendine dieci e pestali", il commento di Roberto Saviano dopo le parole di Donzelli contro il giornalista Salvinihttps://t.co/jZRXJOOnFh
— Otto e Mezzo (@OttoemezzoTW) March 26, 2025
Il giornalista è sembrato trovarsi in difficoltà e ha cercato di replicare con una strategia utilizzata già in altre occasioni: ridicolizzare l'avversario, sminuire le sue argomentazioni attaccando la persona ed evitando di fornire motivazioni concrete alle affermazioni fatte in precedenza.
In questo modo, Travaglio sembra vincere sempre le discussioni alle quali partecipa, dettando tempi e modalità dello scontro e sostenendo di avere sempre ragione: sono gli altri a non capire.
Il metodo Travaglio - Marco Travaglio è noto per selezionare con cura i suoi avversari e rispondere solo quando è sicuro di poter vincere. Il recente scontro con Adriano Sofri lo conferma: Travaglio evita confronti dove potrebbe essere messo in difficoltà e replica solo quando il contesto gli è favorevole. Sofri propone di isolarlo nei talk show, lasciandolo senza interlocutori.
Lo scontro sull'Ucraina - Il nodo del dibattito tra Sofri e Travaglio è la posizione filo-russa di quest'ultimo, che sostiene che Zelenskyj abbia impedito i negoziati di pace. Sofri e altri critici contestano questa narrazione, ricordando che Putin ha annesso territori ucraini nel 2022, rendendo impossibile ogni trattativa. Secondo Il Fatto Quotidiano, invece, il conflitto è colpa di NATO e Occidente.
Attacchi personali e polemiche giudiziarie - Travaglio ha risposto a Sofri con un attacco personale, facendo riferimento alla sua condanna per l’omicidio Calabresi. Inoltre, è stato coinvolto in varie vicende giudiziarie per diffamazione, tra cui una condanna per false dichiarazioni su Giorgio Napolitano. Anche in un recente scontro con Carlo Calenda, Travaglio ha preferito ridicolizzare l’avversario anziché rispondere nel merito.