Sono stati rilasciati, dopo ben diciassette ore di interrogatorio, Philippe e Anne Vedovini e i due figli adulti, arrestati con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere in relazione alla misteriosa morte del piccolo Émile Soleil. Lo ha reso noto la Procura di Aix-en-Provence, che indaga sul caso, durante una conferenza stampa tenutasi oggi, 27 marzo 2025.
Per i quattro sospettati, martedì scorso era stata disposta la misura della custodia cautelare. Il rilascio è avvenuto, alla fine, nella notte tra mercoledì e giovedì. “Hanno risposto a tutte le domande che gli sono state poste”, ha dichiarato il procuratore Jean-Luc Blanchon ai giornalisti.
Specificando che, anche se a loro carico non sono emersi “indizi sufficienti”, “la pista familiare non è ancora definitivamente chiusa”. Gli inquirenti non escludono, cioè, che possano emergere, nel corso delle “future indagini”, “nuovi elementi” in tal senso.
Il piccolo Émile aveva due anni e mezzo quando, nel luglio 2023, scomparve nel nulla dopo essere stato accompagnato dai genitori nel villaggio di Haut-Vernet, nelle Alpi dell'Alta Provenza, dove avrebbe dovuto trascorrere le vacanze con i nonni materni, Philippe e Anne.
Nel marzo 2024, una donna che passeggiava nei boschi della zona trovò un cranio e dei denti che risultarono appartenergli. Dopo un anno, la svolta, con l’arresto dei familiari del bimbo, seguito di pochi giorni a un blitz notturno a sorpresa durante il quale gli inquirenti avevano sequestrato una fioriera della chiesa del paesino.
Tra le ipotesi, c’è quella, riportata dai media francesi, che qualcuno abbia potuto nascondervi il corpo del bambino. Nel corso della conferenza stampa, il procuratore ha parlato, in relazione alla morte di Émile, di “probabile intervento di terzi”. Le analisi eseguite sul cranio avrebbero rilevato “la presenza di stimmate anatomiche indicative di un trauma facciale violento”.
Da ulteriori esami, sarebbe stato possibile considerare, secondo quanto riportato da Le Figaro, che “il corpo non sia rimasto nello stesso posto e nello stesso biotipo durante il processo di decomposizione” e che quindi sia stato spostato nel luogo del ritrovamento “poco prima della scoperta”.
Il procuratore ha fatto altresì sapere che l’omicidio potrebbe essere stato “accidentale”. Allo stato attuale, infatti, non sarebbe possibile escluderlo. “La mia cliente non ha nulla a che fare con la scomparsa di Émile”, ha dichiarato l’avvocato che assiste la nonna del bimbo.
Che già ieri, esprimendosi sugli ultimi sviluppi, aveva fatto sapere che la donna avrebbe mostrato fin dall’inizio uno spirito di “totale collaborazione”. Da un po’, insieme al marito, Philippe, era finita nel mirino degli inquirenti, soprattutto perché quest’ultimo sarebbe stato in passato coinvolto in un caso di presunte violenze in una comunità religiosa.
Sembra poi che loro e i genitori del piccolo non siano in buoni rapporti. La stampa estera parla, anzi, di “profondi dissidi familiari”. Per il momento contro di loro non state formulate accuse. Il caso, però, non è ancora chiuso. E gli interrogativi a cui rispondere sono molti.
Un servizio mandato in onda dalla trasmissione Rai "Porta a Porta".
Tra i tanti, c’è quello che riguarda una possibile correlazione tra quanto accaduto a Émile e il misterioso suicidio del parroco che lo aveva battezzato, risalente allo scorso 15 marzo.
La sorella del sacerdote ha infatti riferito di avercela con i familiari del bambino, poiché, secondo lei, sarebbe “partito tutto da loro”, in quanto lo avrebbero fatto allontanare dalla chiesa in cui officiava. Potrebbero essere semplici suggestioni. Per maggiori risposte, si aspettano i prossimi sviluppi.