27 Mar, 2025 - 17:47

Carletto Calenda, il principe che non vuole mostri al suo congresso

Carletto Calenda, il principe che non vuole mostri al suo congresso

Allora, partiamo dall'abc. Da una delle lezioni della Prima Repubblica: quando un partito celebra il suo congresso, regola (non scritta), prassi e bon ton vorrebbero che, per i saluti iniziali, quel partito invitasse tutti gli altri. Anche solo per una pacca sulla spalla. Anche solo per dire "buongiorno, vi auguro buon lavoro", bere un caffè assieme e filare via: è un momento che dovrebbe essere estraneo alla battaglia quotidiana. Un momento di crescita, come quando una persona compie gli anni e i suoi colleghi, anche se non lo sopportano, devono fargli gli auguri.

Insomma, un congresso è un nuovo inizio e prima ancora una pausa, un riconoscimento reciproco. Perché, in fin dei conti, tutti i partiti concorrono nello stesso gioco, con le stesse regole, nella stessa democrazia. Sistema politico che non a caso prevede concorrenti e avversari, non nemici. 

E comunque: ricordata la regola, bisogna pure ammettere che, nella Seconda Repubblica, è sempre meno osservata.

Questo per almeno un paio di motivi. Il primo è che di congressi veri e propri se ne celebrano sempre meno. Il secondo è che quasi tutti i partiti sono diventati personali e per questo non scalabili. Partiti del capo, tanto che costituzionalisti come Michele Ainis da un pezzo parlano di "capocrazia". Dove non c'è congresso che tenga.

La notizia, in ogni caso, è che, nel prossimo fine settimana, si celebrerà il congresso di Azione. E Carlo Calenda, padre padrone del partito (al volo, oltre a lui, conoscete un altro di Azione?), ha deciso che in occasione della sua scontatissima, nuova incoronazione, non vuole tra i piedi persone e partiti a lui sgraditi.

Quindi, come se fosse un matrimonio e non un congresso di un partito politico, ha deciso di invitare solo chi gli sta simpatico: Giorgia Meloni e il Partito Democratico, ad esempio. Ma non il Movimento Cinque Stelle, non Alleanza Verdi e Sinistra e non Italia Viva. Che, evidentemente, considera dei "mostri". Viene in mente, infatti, quel cartone animato degli anni Ottanta, "Carletto, il principe dei mostri" che, significativamente però, insegnava ai bambini di accettare la diversità.

Carletto Calenda, il principe senza mostri 

E quindi, Calenda fa e disfa. Sta a casa sua e lo può fare, evidentemente. Però la sensazione è che manchi un'occasione per fare politica, vera politica: l'arte che, in democrazia, si mette in campo prima di tutto con chi ha un'opinione e una linea diversa dalla tua.

Anche perché, a un certo punto, quando ci si siede attorno a un tavolo cercando di risolvere uno stesso problema, contano anche i rapporti personali tra i vari leader.

Calenda, che dice di essere un tipo pragmatico, avrebbe dovuto capirlo da un pezzo

E invece: ha spiegato che per gli inviti agli esterni, ha utilizzato il discrimine del sostegno all'Ucraina. Carletto, al congresso di Azione, vuole solo soggetti politici che stanno dalla parte di Kiev. Per questo non gli è passato nemmeno dall'anticamera del cervello invitare il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte, ad esempio. Senza però rendersi conto che proprio invitandolo poteva dimostrargli una volta di più quanto un sistema democratico, che fa parlare tutti, sia da preferire a uno dittatoriale alla Putin. 

Ma tant'è: l'occasione è stata mancata. E, per un'antipatia personale che va avanti dalla rottura del Terzo Polo, evidentemente, è stata mancata anche con Italia Viva di Matteo Renzi, partito che sta sulle sue stessissime posizioni, ma che non compare tra gli invitati.

Chi saranno i presenti 

E allora, chi ci sarà sabato e domenica al Roma Life Hotel ospite del congresso di Azione?

In ordine di comparsa: la dem Pina Picierno, la premier Giorgia Meloni, il fratello d'Italia Guido Crosetto, i Pd Lorenzo Guerini, e Paolo Gentiloni, Raffaele Fitto, Mario Monti, Giancarlo Giorgetti, Francesco Boccia, Malik Azmani (vice presidente di Alde), Enzo Maraio (Partito Socialista), Corrado De Rinaldiis Saponaro (Partito Repubblicano), Alberto Forchielli (Drin Drin), Oreste Pastorelli (Socialisti liberali) e il segretario di Forza Italia Antonio Tajani.

Il caso degli iscritti 

Last but not least: ci sarà anche la deputata di Azione Giulia Pastorella. Del resto, si è ritagliata il ruolo di contendente al trono di Calenda. Ma intanto, sui social, ha denunciato (paradossalmente) che ancora non si sa come il congresso sarà aperto anche agli stessi iscritti di Azione: evidentemente, Carletto Calenda vuole rimanere principe, senza mostri e senza scocciature   

 

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Giovanni Santaniello
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