Giorgia Meloni parteciperà sabato mattina al congresso nazionale di Azione. La premier salirà sul palco della manifestazione, organizzata presso il Life Hotel Spazio Eventi, alle 11:30, subito dopo l'intervento del segretario Carlo Calenda.
La partecipazione, descritta a Palazzo Chigi come “cortesia istituzionale” ha comunque sorpreso. Dalla sua elezione a presidente del Consiglio, Meloni non ha mai partecipato a un congresso di una forza di opposizione, se si esclude nel marzo 2023, quando salì sul palco del XIX Congresso nazionale della CGIL, sindacato che lei stessa non esitò a definire "idealmente il più lontano" dalla sua azione politica.
Il partito di Calenda, invece, è all’opposizione, ma con un atteggiamento meno ostile alla premier rispetto ad altre forze politiche. Che valore assume, allora, la partecipazione di Meloni al congresso di Azione?
Al di là della ‘cortesia istituzionale’, diversi fattori possono aver spinto Meloni ad accettare l’invito di Azione.
Innanzitutto, la minor distanza che esiste tra il partito di Carlo Calenda e la premier, almeno su alcuni dossier. In diverse occasioni, infatti, Azione non ha sostenuto le iniziative unitarie delle opposizioni, come nel caso della proposta sul salario minimo. Anche oggi, il partito di Calenda ha scelto di non aderire alla mozione di sfiducia presentata contro il ministro Nordio da PD, M5S, AVS, Italia Viva e +Europa, preferendo abbandonare l’Aula al momento del voto.
Fin dall'inizio della legislatura, Calenda ha più volte sottolineato la lontananza di Azione dalle altre forze di opposizione, rivendicando un’opposizione non ideologica, basata sui contenuti e non sulla contrapposizione pregiudiziale. Un approccio che, di fatto, ha reso il suo posizionamento politico meno ostile alla premier rispetto a quello degli altri partiti.
Oltre alla minor distanza ideologica con Calenda, un altro fattore da considerare è la maggiore distanza di Meloni da Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Dopo la conclusione dell’esperienza del Terzo Polo, Renzi - a differenza di Calenda - ha progressivamente riallineato Italia Viva nel campo del centrosinistra, adottando un atteggiamento particolarmente critico nei confronti della premier.
Questa rivalità tra Calenda e Renzi potrebbe aver reso ancor più strategico per Meloni accettare l'invito al congresso di Azione, avvicinando implicitamente la premier al leader che, tra i due, rappresenta l'interlocutore più moderato e meno ostile al governo.
Raggiunto dai cronisti, Calenda ha spiegato le ragioni dell'invito alla premier al congresso di Azione:
#Calenda: "Al congresso di #Azione invitato solo chi è pro-#Ucraina: per me è questo il discrimine che si deve fare"#26Marzo pic.twitter.com/GNrJQps8mY
— Tag24 (@Tag24news) March 26, 2025
Il supporto all’Ucraina e alla sua difesa, ha spiegato Calenda, è infatti il discrimine fondamentale per determinare con quali partiti Azione può dialogare o meno. Ecco perché, al 2° Congresso Nazionale di Azione, non interverranno esponenti di Cinque Stelle e Lega (fatta eccezione per il ministro Giorgetti):
La partecipazione della premier Meloni al congresso di Azione è, ufficialmente, una questione di merito e dibattito. E, probabilmente, è così.
Tuttavia, tra gli osservatori c’è chi non esclude che possa esserci un interesse reciproco – soprattutto da parte di Meloni – a un avvicinamento tra le due forze politiche.
In queste settimane di turbolenze nella maggioranza, con le continue bordate di Salvini non solo verso Tajani ma anche verso la premier, e i distinguo della Lega su dossier cruciali come la politica estera, un appoggio esterno, seppur sporadico, da parte di Azione potrebbe rivelarsi utile alla presidente del Consiglio.
Interrogato su questa ipotesi, Calenda ha tuttavia escluso qualsiasi sostegno all’esecutivo, rivendicando l’indipendenza del suo partito e la sua posizione “al centro” dello schieramento politico: