Nel 2025, Roma diventa il fulcro dell’Espressionismo con “Munch. Il grido interiore”, una delle mostre più attese dell’anno. Palazzo Bonaparte diventa il palcoscenico di un viaggio senza tempo nell’universo emotivo e artistico di Edvard Munch.
Munch è sinonimo di “L’Urlo”, ma questa mostra va ben oltre. È un’esperienza immersiva che ci trascina nelle emozioni più profonde e nei turbamenti che, in fondo, appartengono a ognuno di noi.
Fino al 2 giugno 2025, oltre 100 opere, direttamente dal Munch Museum di Oslo, raccontano la paura, la solitudine, l’angoscia e la passione dell’artista.
Ogni quadro è un riflesso dell’animo umano, tra inquietudine e bellezza struggente.
“L’Urlo” cattura subito l’attenzione, ma altre opere rivelano la stessa intensità. “Madonna” esplora l’erotismo mistico, mentre “L’Ansia” evoca il tormento esistenziale. “Malinconia” e “La Ragazza Malata” trasmettono fragilità e introspezione, elementi chiave del suo stile.
Attraverso colori vibranti e figure distorte, trasforma le emozioni in immagini, rendendo ogni tela uno specchio dell’anima.
Il suo linguaggio visivo continua a parlare con forza al pubblico contemporaneo.
L’allestimento della mostra avvolge il visitatore nell’universo emotivo di Munch. Luci soffuse, percorsi guidati e installazioni multimediali creano un’esperienza immersiva, offrendo approfondimenti interattivi che rendono il percorso coinvolgente e accessibile.
Un’esperienza che va oltre la semplice esposizione, coinvolgendo mente e sensi.
L’impatto di Munch sulla pittura va ben oltre l’Espressionismo: la sua capacità di tradurre le emozioni in immagini ha ispirato movimenti successivi come l’arte astratta e informale. Artisti come Jackson Pollock e Francis Bacon hanno ripreso la sua tensione espressiva, trasformandola in nuove forme artistiche.
Il segno di Munch è ancora oggi un punto di riferimento per chi esplora l’animo umano attraverso l’arte. Una mostra imperdibile per comprendere l’eredità di un genio.
A cura di Nicoletta Urbinati.