The Alto Knights è in tutti i cinema italiani. Il film, diretto da Barry Levinson, è un avvincente gangster movie che racconta la feroce rivalità tra Frank Costello e Vito Genovese, due figure leggendarie del crimine organizzato italo-americano.
La particolarità di questo film che si preannuncia un capolavoro, è che a interpretare entrambi i boss è Robert De Niro. Come ha affermato il regista in un'intervista, a lui è sembrato di lavorare con due attori completamente diversi, tanto è elevata la capacità di De Niro di immedesimarsi nei ruoli.
Il film culmina con la famosa riunione di Apalachin, un evento storico che segna il declino del potere mafioso. Scendiamo nei dettagli e scopriamo cosa significa l'epilogo.
The Alto Knights non è solo un film sulla mafia, ma è molto di più.
Ovviamente, essendo un gangster movie, ci sono gli intrighi, traffici illeciti, rivalità tra boss, ma al centro della storia c’è qualcosa di più profondo: la dualità tra due uomini che, pur venendo dallo stesso mondo, prendono strade opposte.
Frank Costello e Vito Genovese sono facce della stessa medaglia, cresciuti nello stesso ambiente criminale, ma con visioni diverse su come gestire il potere. E proprio questa contrapposizione è ciò che rende il finale così potente.
Prima di continuare nella lettura, guarda il trailer:
Il film, che prende spunto da eventi reali, si conclude con l'incontro di Apalachin, una storica riunione mafiosa del 1957 che Vito Genovese organizzò per consolidare il suo potere dopo la caduta di Frank Costello.
L’idea era riunire i principali boss per definire le nuove regole del gioco, con particolare attenzione a due temi: Cuba, vista come una possibile nuova frontiera del business criminale, e il traffico di droga, su cui Frank e Vito avevano avuto sempre idee contrastanti.
Ma le cose non vanno come i boss sperano. Il figlio del padrone di casa, che ospiterà la riunione, prenota troppi hotel e ordina troppa carne da un macellaio locale e questo insospettisce la polizia che, recatasi sul posto, effettua una retata.
Alcuni sospettano che Frank Costello abbia fatto la soffiata alla polizia, ma non è la verità. Lui arriva tardi all'incontro a causa di imprevisti, ma finisce comunque coinvolto nella retata che colpisce duramente il mondo della malavita. Questo episodio segna un punto di non ritorno per Vito Genovese.
Nel gennaio 1959, i boss presenti all'incontro vengono giudicati colpevoli, compreso lo stesso Genovese, che vede così sgretolarsi il potere che aveva tanto faticato a consolidare. La riunione, che doveva servire a rafforzare la sua posizione, si trasforma invece nella sua rovina.
Nel film, questo momento segna il punto di svolta. È la dimostrazione che il vecchio modo di fare affari sta crollando e che il mondo criminale sta cambiando.
La visione “romantica” di Frank, basata su affari discreti, niente droga e su un codice d’onore, viene spazzata via dal pragmatismo spietato di Vito, che invece vede la droga come il futuro degli affari.
Ma la vera rivelazione arriva nel finale, quando Frank capisce che, nonostante le loro differenze, lui e Vito sono più simili di quanto lui avrebbe mai voluto ammettere.
Ed è qui che entra in gioco il vero significato del titolo, The Alto Knights, un club sociale realmente esistito, nel quartiere Little Italy di New York.
Questo club diventa il simbolo non solo della loro infanzia, ma anche della loro intima, se pur sopita, connessione.
Frank ha sempre creduto di conoscere a fondo la mente di Vito, di poter prevedere ogni sua mossa. Ma quando il piano finale va a rotoli, si rende conto di quanto, in fondo, siano sempre stati i due lati della stessa medaglia.
Robert De Niro, che interpreta entrambi i personaggi, dà vita a questa dualità con una performance straordinaria. Quando guardi il film non ti accorgi minimamente di avere a che fare con lo stesso attore.
Non è la prima volta che lo vediamo nei panni di un gangster – Quei bravi ragazzi, Il Padrino - Parte II, Gli intoccabili, sono solo alcuni dei capolavori che hanno segnato la sua carriera, ma in questo capolavoro si è davvero superato.
Non è solo il volto del potere criminale, è il simbolo di un conflitto interiore, di un equilibrio tra ambizione e moralità, tra passato e futuro, tra rispetto e brutalità.
Il finale, dunque, non è solo la conclusione di una lotta per il potere. È la dimostrazione che, in fondo, nel mondo della mafia non esistono vincitori. C’è solo chi riesce a sopravvivere un po’ più a lungo.
Goditi questa intervista rilasciata da Robert De Niro su The Alto Knights: