Nessuna spaccatura nel governo, anzi, i litigi del centrodestra sono normali. A dirlo è il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, legato a Forza Italia. Il titolare del dicastero ha spiegato che non c'è nessuna crisi e che il governo Meloni non è a rischio, ma ha anche ribadito che, a differenza dell'opposizione, il centrodestra è unito da valori e non dalla necessità di trovare un modo per farsi eleggere ogni volta.
Nessuna parola fuori posto sull'alleato di governo "più indisciplinato", ovvero la Lega guidata da Matteo Salvini. Il Carroccio aveva dato il via la scorsa domenica a uno scambio di battute che lasciava presagire una rottura all'interno del governo Meloni: protagonisti dello scontro sono stati indirettamente il vicepremier Salvini, il senatore leghista Claudio Durigon e il segretario di Forza Italia Antonio Tajani.
La scorsa settimana il leader della Lega aveva parlato al telefono con il vicepresidente degli USA, JD Vance. Una mossa percepita come forse troppo audace da parte di Tajani, che è titolare del ministero degli Esteri. A intervenire in difesa di Salvini è stato il senatore Durigon, che ha detto a Tajani che dovrebbe rivedere i suoi rapporti con gli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri si è risentito, ma ora le polemiche sembrano essersi placate.
Le baruffe tra Lega e Forza Italia scaldano nuovamente gli animi nel governo Meloni, ma non sembrano comprometterne la stabilità. Già nella giornata di ieri, 25 marzo 2025, le polemiche sono state placate dal deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli, che ha ribadito alla stampa che gli unici a vedere fratture nel governo sono i commentatori e gli esponenti del centrosinistra, che sperano che l'esecutivo nazionale cada quanto prima.
Il ministro per la Pubblica Amministrazione #Zangrillo: "Siamo tre partiti con tre storie diverse ma da trent'anni il #centrodestra condivide valori" #governo #Meloni pic.twitter.com/PYz2NqWP4K
— Tag24 (@Tag24news) March 25, 2025
Ieri Donzelli è stato chiaro: altro che cedere il passo, il governo Meloni punta a concludere la legislatura e può farsi forte - ha detto - del sostegno da parte dei cittadini e dei dati sulla crescita economica. Un discorso simile è stato portato avanti dal ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo:
A essere divisa è l'opposizione e non la maggioranza, spiega il ministro Zangrillo, che ribadisce come, la scorsa settimana, quando la presidente del Consiglio Giorgia Meloni doveva andare al Consiglio Europeo a Bruxelles, sia stata accompagnata da un'unica mozione da parte della maggioranza e da cinque diverse da parte dell'opposizione.
La Lega, dal canto suo, aveva fatto sapere che la premier non aveva il mandato per portare avanti il piano di riarmo europeo. A questo Zangrillo risponde spiegando che la politica estera del governo la decide la premier assieme al ministro degli Esteri Tajani:
Domenica scorsa, 23 marzo 2025, il Carroccio ha dato il là a un vivace botta e risposta che sembrava preannunciare tensioni all'interno del governo Meloni. Al centro della vicenda, seppur indirettamente, il vicepremier Matteo Salvini, il senatore leghista Claudio Durigon e il segretario di Forza Italia Antonio Tajani.
Tutto è nato da una telefonata tra Salvini e il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, una mossa che non è passata inosservata e che alcuni hanno giudicato come un'iniziativa un po' troppo ardita, soprattutto agli occhi di Tajani, titolare della Farnesina.
A prendere le difese di Salvini è stato il senatore Durigon, che ha lanciato una stoccata a Tajani, suggerendogli di riconsiderare i suoi rapporti con Washington. Il ministro degli Esteri non ha gradito l'affermazione, ma con il passare dei giorni le tensioni sembrano essersi smorzate.