Le opposizioni si muovono unite contro il Governo, nel tentativo di liberare dall’ingerenza politica la Rai, da due anni ribattezzata “TeleMeloni”. Lo fanno con una mozione unitaria che chiede la piena applicazione dell'European Media Freedom Act, il nuovo regolamento europeo a tutela dei giornalisti e della libertà di stampa.
Il testo, entrato in vigore nel maggio 2024 e pienamente applicabile in Italia a partire dall'8 agosto 2025, ha come obiettivo la protezione del lavoro dei giornalisti da ingerenze politiche ed economiche e la tutela dell'indipendenza dei media pubblici.
Il richiamo al Governo, secondo le opposizioni, si rende necessario alla luce delle persistenti “criticità che si registrano nella governance della Rai”, dove il processo di nomina della presidenza dell’azienda è paralizzato da mesi, con conseguenze anche sul funzionamento della Commissione di Vigilanza parlamentare, riunitasi l’ultima volta oltre tre mesi fa.
Gaetano Amato, deputato del Movimento 5 Stelle, ha spiegato a Tag24 le ragioni di questa mozione unitaria, presentata stamattina alla Camera per impegnare il Governo a rispettare le scadenze dell'European Media Freedom Act.
Onorevole Amato, oggi le opposizioni hanno presentato una mozione unitaria per chiedere il rispetto delle scadenze previste dall'European Media Freedom Act. La libertà di stampa è davvero a rischio in Italia?
“Ormai contiamo, dalla Rai a Mediaset, tutte le trasmissioni televisive a disposizione della maggioranza. Non solo: le forze di Governo, non paghe di dirigere l'informazione pubblica, si permettono anche di querelare chi li svergogna. È il caso di 'Report', ormai nel mirino di Forza Italia e Fratelli d'Italia solo per aver rivelato, ad esempio, che il senatore Gasparri ha mentito allo Stato omettendo di dichiarare la sua partecipazione in una società di cybersicurezza.
Per finire, il parlamentare più assenteista della legislatura, l'onorevole Angelucci, è proprietario di tre giornali che non perdono occasione per screditare le opposizioni, diffondendo fake news e menzogne vergognose”.
Da ormai due anni, la radiotelevisione pubblica è stata da voi ribattezzata "TeleMeloni". Cosa significa esattamente?
"Fino a quando non ci sarà una vera riforma, la Rai resterà sempre la televisione del ‘governo di turno’.
Come dovremmo chiamare la Rai di oggi, se non TeleMeloni? Le nomine dei vertici vengono decise a colpi di maggioranza, in base alla vicinanza alle Sorelle d'Italia. La maggioranza cerca di imporre una presidente del cda (Simona Agnes, ndr) decisa dal partito di proprietà dei titolari della principale concorrente della tv pubblica. Da oltre cinque mesi vengono impedite le riunioni della Commissione di Vigilanza.
Nel frattempo, la narrazione del servizio pubblico sulla situazione economica del Paese è sempre più distorta. Il Governo racconta una realtà che non esiste, ma i cittadini vivono un’altra verità: bollette alle stelle, mutui più cari, progressivo impoverimento del ceto medio-basso”.
Con la mozione di oggi, il Movimento 5 Stelle e le altre opposizioni denunciano la paralisi nella designazione dei vertici della Rai e, di conseguenza, lo stallo della Commissione di Vigilanza. Cosa sta accadendo?
“Non riuscendo a imporre la presidente che desiderano, la maggioranza fa sistematicamente mancare il numero legale, bloccando così l'attività della Commissione. Nel frattempo, però, i membri del Governo procedono indisturbati con nomine interne, sempre a colpi di maggioranza nel CdA”.
La Rai è da sempre ostaggio della politica. Come liberarla?
"Abbiamo presentato una proposta di legge che va in questa direzione: l'informazione pubblica non può essere piegata agli interessi di chi governa in un dato momento. La politica deve uscire completamente dal servizio pubblico. E non siamo solo noi a dirlo: il Media Freedom Act va esattamente in questa direzione. Dal prossimo 8 agosto, l'Italia entrerà in procedura di infrazione a causa di questo Governo”.