24 Mar, 2025 - 13:23

"Le Assaggiatrici", cosa significa il finale e da quale romanzo è tratto?

"Le Assaggiatrici", cosa significa il finale e da quale romanzo è tratto?

Le Assaggiatrici uscirà in tutte le sale cinematografiche italiane il 27 Marzo.

Diretto da Silvio Soldini, questo film drammatico è tratto dall'omonimo romanzo di Rosella Postorino, vincitore del Premio Campiello 2018.

Il film è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, nel bel mezzo del periodo scuro del nazismo. Racconta la storia di Rosa, una giovane donna tedesca, costretta a testare il cibo destinato a Hitler per verificare, rischiando la propria vita, che non sia avvelenato.

Ma cosa significa il finale? E di cosa parla, nei dettagli, il romanzo di Pastorino? Si differenzia dal film'

Le Assaggiatrici, nei cinema dal 27 Marzo, cosa significa il finale? SPOILER

Il finale de Le Assaggiatrici ci lascia con tanta malinconia e tristezza, ma anche con un senso di riflessione: non tutto si può cambiare.

Sembra quasi che ci sia una verità che non viene svelata, nonostante si sia arrivati all'epilogo del film. Un senso di incompiutezza.

La protagonista, Rosa Sauer, nata e cresciuta a Berlino, si trova a dover fare i conti con le sue paure, le sue rinunce, ma anche con la consapevolezza che non tutte le situazioni, nella vita, si possono cambiare, alcune vanno solo accettate. 

Rosa, infatti, decide di continuare a vivere intrappolata in quella terribile situazione, provando a trovare un barlume di umanità anche in tutta quella oscurità.

L'epilogo ci fa capire che la vita è fatta anche di compromessi e che, a volte, la felicità non si presenta mai nei modi che ci aspettiamo.

Fuggita da Berlino, Rosa si rifugia in campagna dai suoceri, mentre il marito è disperso in guerra. Quando viene reclutata dalle SS, insieme ad altre nove ragazze, pur rischiando la morte con ogni boccone che mangia, si rende conto di aver accesso a molto più cibo rispetto ai tedeschi di quel periodo.

Rosa si trova intrappolata in un'epoca che le ha “amputato” la speranza e le ha tolto tanto, tra cui la madre, morta sotto i bombardamenti, e un padre che disprezzava il nazismo.

Ma, nonostante tutto, la sua lotta per restare viva continua, anche attraverso l'incontro con un tenente delle SS, che la seduce con un desiderio che è tanto potente quanto inquietante. Ma la fa sentire viva.

Rosa decide di accettare la sua esistenza e la sua realtà, anche quando la verità è diventata molto dolorosa. Il finale non è un epilogo netto, ma ci ricorda che a volte l'unica cosa che possiamo fare è accettare ciò che siamo e ciò che ci viene dato, anche se non corrisponde ai nostri sogni.

Si tratta di una scelta di resistenza e sopravvivenza, che non alimenta l'illusione di poter cambiare le cose, nonostante siano ingiuste e immorali, come in questo caso.

Guarda il trailer:

Di cosa parla il romanzo di Rosella Pastorino, da cui è tratto il film, ci sono state modifiche?

Il romanzo "Le Assaggiatrici" di Rosella Postorino, da cui è stato tratto il film, racconta la storia di Rosa, una giovane donna tedesca che, durante la Seconda Guerra Mondiale, viene reclutata dal regime nazista per assaporare il cibo destinato a Hitler, per assicurarsi che non sia avvelenato e che il Fuhrer non venga ucciso.

Rosa, bloccata tra il suo dovere e la sua moralità, rischia la vita, ma anche la di perdere la sua umanità. Questo splendido romanzo racconta una storia di sopravvivenza, ma anche di compromessi e resistenza emotiva.

Il film resta sostanzialmente aderente al libro. Alcuni dettagli vengono inevitabilmente semplificati o modificati per rendere la narrazione più immediata, visivamente ed emotivamente.

Ad esempio, nel libro si esplorano più a fondo i pensieri di Rosa, mentre nel film questi vengono principalmente espressi attraverso le sue azioni e il linguaggio non verbale. 

Il film, com'è giusto che sia, si concentra molto di più sulle atmosfere visive e su alcuni dialoghi. Enfatizza i momenti più drammatici, mentre il libro si prende il tempo necessario per scavare nelle emozioni di Rosa in modo più dettagliato. 

Nonostante queste differenze, sia il romanzo che il film riescono a mantenere intatta l'essenza della storia: quella di una donna che, in un contesto storico devastante come la seconda guerra mondiale e il nazismo, cerca di preservare la propria dignità e umanità, anche se non ha alcuna possibilità di scelta.

Il Gattopardo, secondo molti è una serie noiosa. Leggi l'articolo.

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Immacolata Duni
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