Paolo Crepet, noto psichiatra, sociologo, autore di numerosi saggi, ha figli?
Sì, ha una figlia, Maddalena Crepet, nata nel 1994, una scrittrice dall'enorme talento. Nonostante la notorietà, Crepet ha sempre mantenuto un profilo discreto sulla sua vita privata. Scopriamo i dettagli del suo ruolo di padre.
Paolo Crepet ha una figlia, Maddalena Crepet, nata a Roma il 3 maggio 1994, scrittrice italiana emergente di talento.
Dopo aver completato gli studi classici al Liceo Virgilio nel 2013, Maddalena si è trasferita a Padova e si è laureata in Lettere moderne.
In seguito si è laureata in Storia contemporanea con una tesi incentrata sul tentato omicidio del professor Sergio Lenci da parte del gruppo armato Prima Linea nel 1980.
Per migliorare le sue capacità narrative, Maddalena ha anche frequentato il corso biennale "Scrivere" presso la Holden School di Torino.
Nel 2024 è stato pubblicato il suo primo romanzo, "Ci siamo traditi tutti", edito da Solferino. Ambientato negli anni '70, il libro racconta la vita di Husky, un operaio milanese, appartenente alla lotta armata, e Costanza, una giovane ragazza di una famiglia benestante di Roma.
A fare da sfondo alla loro storia d'amore ci sono dei tumultuosi eventi storici e politici e questo porta il lettore, non solo a soffrire con la coppia, per il loro amore ostacolato, ma anche per il terrorismo, le lotte sociali e sindacali dell'epoca.
Secondo i critici, Maddalena ha saputo dare egregiamente vita a quell'epoca complessa, degli anni settanta, raccontando non solo i dettagli storici, ma anche la profondità psicologica dei suoi personaggi.
Attualmente, Maddalena vive a Roma e lavora come addetta stampa e consulente editoriale, ma non smette di coltivare la sua passione per la scrittura e la letteratura.
Per restare al corrente dei suoi progetti di lavoro, potete seguirla su Instagram.
Sì è questa l'idea del professor Crepet.
Ai microfoni di Start Up Italia, Paolo Crepet ha attaccato i genitori moderni: "Si lamentano sempre, proprio come i professori. Vivono in una connessione continua, ma con una mancanza totale di attenzione.”
Secondo lui, molti genitori sono costantemente assorbiti dai loro dispositivi, spesso incapaci di concentrarsi sui bisogni reali dei figli, che si trovano a crescere in un ambiente in cui la comunicazione è frammentata e superficiale.
L’esperto ha poi parlato del crescente allarme sulla salute mentale dei giovani: "C’è un’enfasi eccessiva su questo tema, che porta a etichettare tutto come malattia. Piuttosto, si tratta di fragilità,” ha spiegato Crepet.
Secondo lui, ciò che stiamo vivendo è più una "marketing dell’ansia", che alimenta paura e insicurezza tra i ragazzi, e questo non fa altro che aumentare l’influenza di una rete di professionisti che si propone di risolvere ogni problema psicologico, ma che, alla fine, sembra solo alimentare un circolo vizioso.
Una rete di santoni, secondo lui, in cui i ragazzi sono sempre più oggetto di diagnosi e trattamenti, ma troppo poco di ascolto e comprensione genuina.
Quando si è parlato di uno dei temi più caldi del momento – l'uso degli smartphone – Crepet ha lanciato una provocazione forte: “Dovrebbero essere vietati per legge fino ai 18 anni.”
Secondo il professore, l'uso eccessivo degli smartphone non fa altro che ridurre la capacità di concentrazione e di pensiero critico nei giovani.
L’esempio che fa è chiaro: “Se un ragazzo deve fare una ricerca su Beethoven, ci mette tre secondi a trovarla su Google. Eppure, vorrei che aprisse un libro, cercasse un vocabolario, si sforzasse di pensare senza un dispositivo che gli dia subito la risposta.”
L'auspicio di un ritorno alla lettura e alla riflessione profonda, insomma, lontano dal mondo sempre più veloce e superficiale che ci circonda.
Nel corso dell’intervista, Crepet ha anche fatto una riflessione sulla necessità di permettere ai giovani di fare esperienze, di prendere delle decisioni anche sbagliate, senza che tutto sia monitorato e controllato.