Ennesimo scontro tra Lega e Forza Italia dalla formazione del governo Meloni. Questa volta a provocare i prodromi di una crisi di governo ci pensa il leghista Claudio Durigon che accusa il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, di essere in difficoltà nel rapporto con gli Stati Uniti di Donald Trump. Dichiarazioni che non sono passate inosservate e hanno infastidito il vicepremier che ha prontamente risposto al senatore del Carroccio.
Ormai dopo quasi tre anni di governo Meloni, Lega e Forza Italia sembrano in scontro perenne per via della loro distanza ideologica: il partito di Tajani è dichiaratamente europeista e rispetto al passato è molto più aperto sui temi sociali, come la legge sulla cittadinanza, mentre il Carroccio fa la parte della "destra radicale" nel governo Meloni mettendo in difficoltà gli altri due partiti dell'esecutivo nazionale.
Quali sono stati gli ultimi attriti tra la Lega e Forza Italia? Questa volta il Carroccio ha preso le distanze sul riarmo e sul piano voluto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. All'Europarlamento, lo scorso 12 marzo, la Lega ha detto no mentre Fratelli d'Italia e Forza Italia si sono espressi a favore. Quanto accaduto oggi è solo l'ultima di una lunga lista di "litigi" interni alla maggioranza.
Fine settembre 2022, il centrodestra aveva vinto le elezioni che si sono tenute dopo la caduta del governo Draghi. Il 22 ottobre 2022 si insediava il governo Meloni e già in quel lungo mese per la formazione del nuovo esecutivo nazionale erano tanti i dubbi sulla convivenza tra Forza Italia, all'epoca ancora in mano all'ex premier Silvio Berlusconi, e la Lega di Matteo Salvini.
A preoccupare all'inizio sono state le richieste del Carroccio per ottenere ruoli ministeriali più importanti mentre Forza Italia pensava maggiormente alla stabilità del governo e alle politiche europee. La posizione sull'Unione Europea condizionerà nei due anni e mezzo successivi il rapporto tra i due partiti.
Mentre Tajani si è ovviamente schierato con i popolari, Salvini ha sempre preferito i partiti di estrema destra europei come Alternative für Deutschland e Rassemblement National. Movimenti che non sono mai piaciuti ai Popolari Europei e che il vicepremier Tajani, dal 2023, ha sempre condannato in diverse occasioni.
All'edizione 2023 di Atreju, il ministro degli Esteri aveva reso noto che i tre partiti del governo avrebbero fatto parte di tre formazioni europee diverse lasciando intendere distanza su molti temi nonostante costituiscano la maggioranza. Nel 2023 c'erano stati timidi litigi sulla riforma fiscale, lo Sblocca Italia e la gestione dei flussi migratori sui quali la Lega ha sempre mantenuto una posizione molto severa.
Nel 2024, Forza Italia ha votato contro la riduzione del canone Rai all'interno della legge di bilancio provocando le ire della Lega, qualche giorno dopo il partito che fu di Berlusconi ha lavorato anche per modificare il ddl Sicurezza che il Carroccio avrebbe voluto vedere approvato entro il 2024 e che oggi resta una grande incognita.
Altra spaccatura è sul referendum sulla cittadinanza: Forza Italia si dice favorevole al cambio della legge, mentre Lega e FdI preferiscono l'attuale sistema. Non mancano anche distanze a livello locale, come nel caso delle elezioni in Veneto dove il centrodestra è favorito ma ogni partito avanza la propria pretesa. Il centrodestra traballa ancora una volta dopo le parole di Durigon e Fratelli d'Italia potrebbe fare da "paciere" per la stabilità del governo. Non resta che attendere e vedere se si tratta dell'ennesima lite o del motivo per cui l'esecutivo nazionale rischia di non concludere la legislatura.