Un acceso duello verbale ha avuto luogo tra Marco Travaglio e Carlo Calenda nel programma Accordi&Disaccordi, condotto da Luca Sommi sul Nove nella giornata di ieri, 22 arzo 2025. La scintilla che ha acceso il conflitto è stata una dichiarazione del leader di Azione su Alessandro Orsini, definito da Calenda un “propagandista russo”. Il dibattito si è infiammato quando il conduttore ha introdotto il tema della guerra con la Russia, commentando che non si trattava di un conflitto “normale”, ma nucleare. "E questo lo dice il vostro amico, Orsini", ha risposto Calenda, criticando il docente universitario, accusato di dire "cazzate" e di avere previsioni sbagliate sulla guerra: “Secondo lui, i russi avrebbero dovuto prendere Kiev e distruggere gli ucraini come se niente fosse".
Travaglio, però, ha risposto piccato, ricordando che, purtroppo, molte delle previsioni di Orsini si sono avverate, e che l'assenza del professor Orsini in studio non ha impedito che si parlasse delle sue analisi. "Ha detto che avrebbero sventrato l’Ucraina, e purtroppo è quello che è successo", ha sottolineato il direttore del Fatto Quotidiano.
Ma il vero scontro si è scatenato quando Travaglio ha accusato Calenda di essere un "calunniatore" e un "diffamatore", chiedendogli di provare le sue affermazioni su Orsini come “propagandista”. Il giornalista ha anche ribattuto che, al contrario, Orsini aveva sostenuto fin dal 2018 che le sanzioni alla Russia dovessero restare in vigore, in un contesto in cui molti, tra cui Calenda, spingevano per toglierle.
L'acceso botta e risposta ha poi toccato anche la guerra stessa, con Calenda che ha sostenuto che l'Ucraina stava difendendo la propria libertà, mentre secondo Travaglio e Orsini, l'Occidente non stava combattendo in prima persona, ma tramite gli ucraini.
La discussione ha toccato anche il tema dei renitenti alla leva, con Calenda che ha accusato i suoi interlocutori di deridere i soldati ucraini e Travaglio che ha ribattuto che chi ha davvero illuso il popolo ucraino sono stati coloro che pensavano che senza soldati si sarebbe potuta battere la Russia. In un dibattito sempre più teso, la divergenza di opinioni su Orsini, sulla guerra in Ucraina e sull’Occidente ha messo in luce le forti distinzioni tra i due protagonisti.
Tutte le balle di ieri di Travaglio. Dalla negazione dell’Holodomor al “io non ho mai scritto che i russi non avrebbero invaso”.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) March 23, 2025
Recupera qui il confronto (se così si può definire) integrale: https://t.co/clsWYnZKWl pic.twitter.com/UySamxuYZG
Da ormai metà marzo, il tema del riarmo è tornato al centro di molti dibattiti. Il piano della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è stato spesso contestato anche se ha passato la prova del Parlamento europeo di Strasburgo lo scorso 12 marzo. A votare a favore del piano c'erano i liberali - area vicina a quella di Calenda in Italia - e il centrodestra.
Più timido il centrosinistra che ha preferito non esprimersi completamente a favore del riarmo nonostante il Pse sembri convinto di questa misure: si contano infatti tanti astenuti. La sinistra e partiti come il M5s hanno invece espresso la loro più totale contrarietà al piano da circa 800 miliardi che consentirà negli giro di pochi anni il riarmo degli Stati membri.
Il prossimo 5 aprile, il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte ha organizzato una piazza contro il riarmo. I pentastellati e i cittadini contrari al piano di riarmo dell'Unione europea si raduneranno sabato 5 aprile alle ore 13 in Piazza Vittorio Emanuele II, a Roma. Lo scorso 15 marzo, il M5s è stato assente dalla piazza organizzata dal giornalista Michele Serra.
I pentastellati hanno preferito prendere parte ad un altro appuntamento nel quale non ci saranno posizioni ambigue: si scende in piazza per condannare la guerra e il piano di Ursula von der Leyen.