23 Mar, 2025 - 18:00

Per la sinistra il governo è andato in crisi: ecco cosa ha detto Durigon su Tajani

Per la sinistra il governo è andato in crisi: ecco cosa ha detto Durigon su Tajani

L'intervista rilasciata oggi al quotidiano "Repubblica" dal vicesegretario della Lega, Claudio Durigon, sulle difficoltà del Ministro degli Esteri Antonio Tajani sta facendo tremare l'esecutivo.

Non era mai accaduto, in questi primi due anni e mezzo di governo, che l'esponente di uno dei tre partiti di maggioranza criticasse apertamente un leader alleato. Invece è proprio quello che è accaduto con le dichiarazioni del sottosegretario della Lega, uomo di fiducia di Matteo Salvini, che ha criticato apertamente il vicepremier di Forza Italia.  

Dichiarazioni che evidenziano la profonda spaccatura - sempre smentita dagli interessati - nella maggioranza. Giorgia Meloni al momento tace e lo stesso fanno gli esponenti di Fratelli d'Italia.

Chi non tace, invece, è il centrosinistra. Ci sono governi che sono caduti per molto meno e il viceministro Durigon ha fornito a Elly Schlein e agli altri leader di opposizione l'assist ideale per provare a dare la spallata definitiva al governo che mai come in questi giorni pare essere fragile e diviso.

Durigon fa arrabbiare Tajani e tremare il governo

Le parole del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, sulle 'difficoltà' del Ministro Tajani stanno scuotendo dalle fondamenta il governo, la cui stabilità si basa sull'accordo tra le tre forze politiche che lo compongono: FDI,FI e Lega.

Nella sua intervista, l'esponente del Carroccio ha sostenuto che il Ministro degli Esteri avrebbe difficoltà nei rapporti con il governo degli Stati Uniti e che dovrebbe farsi aiutare da Matteo Salvini che, invece, è in ottimi rapporti con l'amministrazione Trump.

"Tajani è in una posizione un po’ difficile, visto che è un sostenitore di Ursula e del suo piano di riarmo. Per questo credo che sia utile se si facesse aiutare. Stare al governo è un gioco di squadra, i rapporti della Lega, di Salvini, con Washington possono essere utili per l’Italia."

E' chiaro il riferimento alla telefonata di due giorni fa tra Matteo Salvini e il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, che sembrerebbe aver irritato il suo collega vicepremier e la presidente Meloni.

Tajani: "Non mi sento in difficoltà. Giudicheranno gli elettori"

Parole che potrebbero essere facilmente interpretate come un atto di sfiducia nei confronti del titolare del Ministero degli Esteri. Eventualità che sarebbe gravissima e rischierebbe di mettere in pericolo la tenuta della maggioranza. 

Il vicepremier Antonio Tajani, per il momento, sceglie la via della diplomazia evitando lo scontro diretto, almeno davanti ai microfoni e alle telecamere. Commentando le dichiarazioni dell'alleato di governo circa le sue presunte difficoltà in politica estera e nei rapporti con gli Usa, ha detto:

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Tutti hanno bisogno di aiuto, anche io. Ma non mi sento in difficoltà, lo giudicheranno gli elettori”. 

Il richiamo agli elettori, però, potrebbe non essere un buon segnale per il futuro dell'esecutivo.

Il governo è in crisi, la sinistra tenta la spallata

Per l'opposizione di centrosinistra il Re è nudo e scaglia l'attacco congiunto alla maggioranza di governo.

La prima è la segretaria del Pd, Elly Schlein, per la quale le parole di Durigon sono una chiara sfiducia per il vicepremier Antonio Tajani, che arriva dopo il 'commissariamento' di Giorgia Meloni sul riarmo europeo. 

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“Oggi ho letto le dichiarazioni di Durigon e non ci potevo credere. Durigon della Lega dice che Tajani è in difficoltà e che deve farsi aiutare”,

dichiara la segretaria dem che poi continua:

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“cioè la Lega sfiducia il ministro degli Esteri Tajani dopo che qualche giorno fa aveva già commissariato Giorgia Meloni. In qualsiasi Paese questo avrebbe già aperto una crisi di governo, è chiaro che il governo non sta più in piedi.

Dello stesso avviso anche il segretario di +Europa, Riccardo Magi, e il leader di AVS, Angelo Bonelli per il quale le parole di Durigon certificano la rottura in maggioranza. 

Cosa nasconde il silenzio di Giorgia Meloni?

Ci sono governi che sono caduti per molto meno. È vero, ma gli alleati escludono questa possibilità. L'altro vice-segretario della Lega, Andrea Crippa, garantisce per la solidità della maggioranza, e sul ruolo di collante della Lega.

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Schlein si preoccupi della sinistra, visto che non è in grado di compattare nemmeno il suo Pd. Maggioranza e governo sono solidi, con la Lega che fa da collante del centrodestra.

Anche Antonio Tajani cerca di allontanare le voci di una possibile crisi di governo sottolineando il ruolo di Forza Italia nel sostegno al governo:

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“Le opposizioni stiano tranquille, il governo andrà avanti. Finché c'è Forza Italia al governo le cose andranno bene”.

E Giorgia Meloni? Al momento non interviene e lascia i due alleati ad accapigliarsi. Un modo per abbassare i toni della polemica, o dietro c'è un'altra strategia? 

La premier, infatti, potrebbe avvantaggiarsi della spaccatura tra i due alleati, ponendosi come mediatore per mantenere unita la coalizione. In questo modo Meloni rafforzerebbe la sua leadership interna, a discapito degli alleati con un'ulteriore centralizzazione delle decisioni del governo. 

Insomma, tra i due litiganti il terzo gode. A meno che non si arrivi all'apertura di una crisi di governo.

Il difficile momento del governo in 5 punti:

  1. Critiche interne alla maggioranza: In un intervista il vicesegretario della Lega Claudio Durigon, ha suggerito al ministro degli Esteri Antonio Tajani di farsi aiutare da Matteo Salvini nella gestione dei rapporti con gli Usa.
  2. Rottura nella coalizione: Le dichiarazioni di Durigon evidenziano una spaccatura tra i partiti della maggioranza (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia), con il centrodestra che appare sempre più diviso, nonostante le smentite ufficiali dei leader.
  3. Tajani risponde diplomaticamente: Tajani ha minimizzato, affermando di non sentirsi in difficoltà e che sarà il giudizio degli elettori a determinare il suo operato.
  4. Opposizione pronta ad attaccare: Il centrosinistra, rappresentato da Elly Schlein e altri leader, ha colto le parole di Durigon come un segno di sfiducia nei confronti di Tajani e del governo, suggerendo che la crisi interna potrebbe portare alla caduta dell'esecutivo.
  5. Strategia di Meloni: Giorgia Meloni, per ora, tace e non interviene nel conflitto tra i suoi alleati, forse per rafforzare la sua posizione di mediazione all'interno della coalizione, approfittando delle divisioni tra Lega e Forza Italia per consolidare la sua leadership.
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Maria Rita Esposito
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