Nel finale di The Monkey, diretto da Oz Perkins, i fratelli Hal e Bill si ritrovano ad affrontare la loro relazione e la presenza della scimmia maledetta.
Come finirà, dopo una serie di eventi drammatici? Si riuscirà a porre fine alla sua maledizione?
Il film dà una risposta conclusiva o lascia aperte altre interpretazioni?
Scoprilo nell'articolo.
Prima di procedere con la lettura, guarda il trailer:
Il finale di The Monkey, il film horror diretto da Osgood Perkins, basato su un racconto di Stephen King e prodotto da James Wan, ci fa entrare appieno nella follia, nel mondo surreale, ci provoca tensione e terrore, mescolando tragedia e un pizzico di ironia macabra.
Il film racconta la storia di una scimmia giocattolo maledetta che scatena una scia di morti ogni volta che batte i suoi piattini.
Dopo anni in cui non si sono visti, dopo la morte della loro madre, i fratelli gemelli Hal e Bill Shelburn si ritrovano nella base operativa di Bill, un vecchio edificio abbandonato.
Hal ha passato la vita cercando di fuggire il più lontano possibile dalla temibile scimmia giocattolo, mentre Bill ha cercato disperatamente di controllarla, senza riuscirci.
Quando da bambini avevano provato a liberarsene gettandola in un pozzo, Bill era poi tornato a recuperarla, affranto dal dolore e incapace di accettare la morte della loro madre Lois.
Da adulto ha tentato di usare la scimmia per uccidere Hal, convinto che fosse responsabile della perdita della madre, senza riuscirci.
Ma il giocattolo non funziona a comando: ogni volta che si attiva, uccide qualcuno a caso. Di conseguenza, la città in cui sono cresciuti è stata colpita da un’ondata di morti misteriose.
Nel momento clou, Hal cerca di far ragionare Bill, ricordandogli che anche lui ha sofferto per la perdita della madre. Dopo un momento di esitazione, Bill finalmente accetta la mano tesa dal fratello e sembra pronto a riconciliarsi con lui.
Ma la scimmia ha deciso diversamente. Bill viene colpito da quello che sarà l'ultimo omicidio del giocattolo: la sua testa esplode in una scena scioccante e grottesca. Hal, sconvolto e distrutto, si allontana con suo figlio Petey, lasciandosi alle spalle il caos generato dalla scimmia.
Mentre guidano attraverso la città, vedono scene da fine del mondo ovunque: corpi dilaniati, incidenti, un passeggino in fiamme e persino un aereo precipitato.
Il momento più inquietante, però, lo si vive quando Hal e Petey vedono una figura spettrale a cavallo: il Cavaliere Pallido, uno dei Quattro Cavalieri dell’Apocalisse della Bibbia, simbolo della Morte.
Questo dettaglio surreale porta il film in una dimensione ancora più assurda e sovrannaturale di quanto non lo sia dall'inizio. Questo è l'inaspettato colpo di scena definitivo.
E, come ciliegina sulla torta, il film si chiude con una scena tanto scioccante quanto grottesca: un autobus pieno di cheerleader viene travolto in un incidente, lasciando lo spettatore a bocca aperta mentre partono i titoli di coda.
Secondo me, sì. Anche se questo film più che un horror classico, è un viaggio tra il macabro e l’assurdo, vale il biglietto.
Stephen King stesso ha sottolineato come in questo suo lavoro, horror e comicità siano strettamente legati, ed è proprio questa vena assurda che lo rende imperdibile.
Le morti sono esagerate, quasi in stile Looney Tunes, come le definisce King stesso: eventi talmente assurdi da far ridere e rabbrividire allo stesso tempo.
Alla fine, il film non offre una vera spiegazione sull’origine della scimmia. Perkins ha scelto di non dare una spiegazione.
Il regista voleva che la scimmia fosse un’entità inspiegabile, come spesso è la morte nella vita reale: improvvisa, casuale e inevitabile.
The Monkey si chiude con una sensazione di ineluttabilità: Hal è sopravvissuto, ma la morte lo circonda. La scimmia ha vinto? O è solo questione di tempo prima che torni a colpire?
L’ultima immagine dell’autobus che si schianta è un ultimo colpo di scena che lascia lo spettatore sia con una risata nervosa che con un senso di inquietudine. Dovremmo ridere o piangere? Forse entrambi. E questo è esattamente ciò che rende il film così efficace.