Promosso. Perché a 18 anni gli esami da superare non sono solo quelli di scuola. Soprattutto se ti interessa più il pallone dei libri. Era la sua notte, la prima da titolare per Keita con la maglia della Lazio, la Lazio vera. Troppo pochi i tre minuti giocati contro il Chievo per far vedere al mondo la sua classe. Largo a sinistra, poi a destra: corsa, fiato e piedi buoni. Non è finito sul tabellino dei marcatori, ma poco importante. Keita ha fornito l’assist vincente per Hernanes. Un pallone d’oro. Bruciati in un colpo solo Ojamaa e Broz. Poi un cross di sinistro, teso, all’altezza giusta, praticamente un cioccolatino già scartato. «Sono davvero contento per l’assist. Petkovic mi aveva detto di stare tranquillo e di fare le cose semplici. Sono felice di come è andata la partita. Loro si sono chiusi nel primo tempo e c’erano pochi spazi. Nella ripresa la squadra è cresciuta. Ringrazio tutti i compagni perché mi stanno vicino e mi danno consigli» .
PRIMI PASSI – Partenza un po’ timida, forse tradito dall’emozione. Qualche passaggio senza precisione, stop senza convinzione. Ma quando tocca palla e punta la porta la luce si accende. Non era facile, gli occhi di tutto lo stadio erano puntati su di lui, tifosi del Legia Varsavia esclusi. L’Europa League non è il campionato Primavera, dove Keita è abituato a giocare tre gradini sopra agli altri, a trascinare la Lazio di Bollini verso i titoli. Keita parla anche in ottica futura:«Sono a disposizione del mister. Se mi darà ancora fiducia proverò a farmi trovare pronto. Io sto molto bene alla Lazio, il mercato non mi interessa. Aspetto qui la mia occasione. Derby? Domani ci alleniamo tutti insieme, a me questa serata è piaciuta parecchio» . Prova universale. Keita a tutto tondo. Bravo in copertura a mordere le caviglie quando c’è da pressare. Non è uno che corre e basta, uno che tira e pensa solo a se stesso. No, lui segna e fa segnare. E’ un attaccante moderno. Più che pronto al salto tra i big.
LOTITO – Soddisfatto il presidente a fine partita. Lotito lancia delle frecciatine e incorona il lavoro svolto dalla base, dal settore giovanile biancoceleste: «Abbiamo preferito attivare la linea verde. Quando tutti ci contestavano dicendo che non valorizzavamo il settore giovanile. I risultati stanno smentendo questa considerazione. I nostri giovani, quelli in prima squadra e quelli che approderanno da Petkovic, come Tounkara, Cataldi e altri, sapranno fare la differenza. E non dimentichiamo Perea e Felipe Anderson. La Lazio non è quella vista contro la Juve ma quella vista nelle ultime uscite. Manteniamo la mentalità e si farà bene. Nonostante la rosa rimaneggiata per dare spazio a tutti, la Lazio ha dimostrato il proprio valore» .
LULIC – Testa alla stracittadina. L’eroe del derby è già carico: «Vogliamo vincere ancora. Non interessa chi ha vinto l’ultima volta. Non è la prima volta che gioco contro Maicon, che è un grande giocatore. Sentire il boato della Nord al 71’ è un’emozione incredibile, difficile da spiegare»
Corriere dello Sport
LEGGI ANCHE
Articoli recenti