I pagamenti dell'Assegno Unico di marzo 2025 hanno lasciato molti beneficiari con l'amaro in bocca, ma questa volta non per ritardi nelle erogazioni da parte dell'INPS. Il motivo riguarda l'importo accreditato, in alcuni casi nettamente inferiore a quello percepito nei mesi precedenti.
Tanti sono i percettori del contributo che hanno iniziato a porsi delle domande: perché ogni anno, proprio a marzo, si verifica questo problema? Quali sono le cause di questa riduzione? Esiste un modo per recuperare la somma persa? Scopriamo insieme tutti i dettagli e le possibili soluzioni per evitare spiacevoli sorprese nei prossimi mesi.
Prima, però, vi lasciamo al video YouTube di Radio UCI APS sulle altre prestazioni INPS in pagamento nei prossimi giorni.
Fatte tutte le precisazioni del caso, andiamo a vedere perchè alcuni percettori dell'Assegno Unico hanno ricevuto meno soldi a marzo 2025. Per farlo, occorre partire dal funzionamento del contributo.
L'Assegno Unico è una prestazione rinnovata automaticamente dall'INPS, a condizione che la domanda sia ancora valida e che non siano avvenuti cambiamenti significativi nella composizione del nucleo familiare. Tuttavia, esiste un fattore determinante che incide pesantemente sull'importo ricevuto: il rinnovo dell'ISEE.
Se l'ISEE 2025 non è stato aggiornato entro la scadenza del 28 febbraio, l'INPS eroga comunque l'Assegno Unico, ma calcolandolo sulla base dell'importo minimo previsto dalla normativa, ossia circa 57 euro al mese per ogni figlio. Ciò accade perché, in assenza di un valore ISEE aggiornato, l'INPS applica automaticamente la fascia economica più alta, quella che prevede il contributo minimo.
Questo è il motivo principale per cui tante famiglie si sono trovate con un accredito inferiore, ma non è l'unico. Esistono altre situazioni che possono aver influito sulla riduzione dell'importo. Approfondiamo il discorso nel paragrafo successivo.
Anche chi ha presentato l'ISEE 2025 nei tempi previsti potrebbe aver riscontrato una riduzione dell'importo dell'Assegno Unico di marzo, per diverse ragioni.
Uno dei motivi più frequenti è l'aumento del valore ISEE rispetto all'anno precedente. Se la situazione economica del nucleo familiare è migliorata, magari per un incremento del reddito o un saldo maggiore nei conti correnti, l'ISEE risulta più alto. Di conseguenza, l'Assegno Unico subisce una riduzione proporzionale, come stabilito dai criteri di calcolo adottati dall'INPS.
Un altro elemento da considerare è il cambiamento nella composizione del nucleo familiare. Ad esempio, se un figlio ha compiuto 21 anni e non rientra più tra i beneficiari, viene automaticamente escluso dal calcolo dell'Assegno Unico.
Anche la perdita di alcune maggiorazioni, come quelle previste per i nuclei con figli piccoli, con disabilità o con entrambi i genitori lavoratori, può determinare un importo più basso.
Infine, bisogna tenere conto del termine del periodo di arretrati. Se nei mesi scorsi si sono ricevuti importi maggiorati grazie a pagamenti retroattivi, questi potrebbero essere terminati. Di conseguenza, il pagamento dell'Assegno Unico di marzo 2025 potrebbe riflettere solo l'importo mensile standard, risultando inferiore rispetto ai mesi precedenti.
Qualunque sia il motivo del mancato aggiornamento dell'ISEE 2025 entro fine febbraio, è bene sapere che c'è la possibilità e il tempo per rimediare e recuperare le somme perse. Basta presentare l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente entro e non oltre il 30 giugno 2025.
La procedura per aggiornare l'ISEE è semplice e diretta. Il rinnovo va fatto:
Fatto questo, l'INPS provvederà automaticamente a ricalcolare gli importi spettanti e ad accreditare eventuali arretrati non ancora ricevuti, a partire da marzo.
Il consiglio che sentiamo di darvi è di aggiornare l'ISEE all'inizio di gennaio. In questo modo, l'importo dell'Assegno Unico verrà calcolato correttamente fin da subito, senza subire riduzioni temporanee a marzo.