Ora anche i genitori single italiani potranno adottare bambini ma solo all'estero. È quanto è stato deciso oggi, venerdì 21 marzo, dalla Corte Costituzionale con una storica sentenza che riapre anche in Italia il tema delle adozioni per i single.
La decisione della Consulta è inerente alla richiesta di adozione internazionale presentata da una donna italiana non coniugata al Tribunale di Firenze. Nello specifico, i giudici della Corte hanno dichiarato illegittime le norme che escludono i genitori single dalla possibilità di accedere all'adozione di minori nell'ambito delle adozioni internazionali.
Tuttavia, la sentenza non riguarda le adozioni di minori in Italia, che rimangono vietate per i single.
Ecco cosa ha deciso la Corte Costituzionale e cosa cambia per gli aspiranti genitori italiani.
Con la sentenza numero 33, depositata oggi, la Corte Costituzionale ha stabilito che anche i single potranno adottare minori stranieri in situazione di abbandono. I giudici della Consulta hanno dichiarato illegittimo l'articolo 29-bis, comma 1, della legge 184/83, in relazione al passaggio in cui non include le persone non coniugate tra coloro che possono adottare un minore straniero residente all'estero.
La Corte ha ravvisato un contrasto con gli articoli 2 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione all’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
La disciplina è stata dichiarata illegittima dai giudici in quanto limitava in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore “a rendersi disponibile rispetto a un istituto, qual è l’adozione, ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore”.
Una sentenza storica perché per la prima volta afferma anche in Italia il principio dell'idoneità dei single a garantire a un bambino condizioni adeguate per una crescita sana.
“Le persone singole – scrivono i giudici - sono in astratto idonee ad assicurare al minore in stato di abbandono un ambiente stabile e armonioso, fermo restando che spetta poi al giudice accertare in concreto l’idoneità affettiva dell’aspirante genitore e la sua capacità di educare, istruire e mantenere il minore. Tale accertamento può tenere conto anche della rete familiare di riferimento dell’aspirante genitore.”
Nella sentenza si specifica che le eventuali valutazioni devono tenere conto delle garanzie poste a tutela del minore.
La sentenza della Consulta è importante perché riapre il dibattito in Italia sulla possibilità di garantire anche agli adulti non coniugati il diritto di adottare nel nostro Paese
Una questione che le opposizioni stanno sollevando compatte in queste ore, chiedendo al Governo Meloni di intervenire per estendere il principio anche alle adozioni nazionali.
La legge italiana, infatti, non consente - se non in casi particolari - l'adozione di un minorenne da pare di un adulto singolo.
Nel comunicato stampa diffuso dalla Corte Costituzionale, i giudici pongono l'accento sulla preoccupante diminuzione delle richieste di adozione. Si osserva, infatti, che nell’attuale contesto giuridico-sociale, caratterizzato da una significativa riduzione delle domande di adozione, il divieto assoluto imposto alle persone singole rischia di “riflettersi negativamente sulla stessa effettività del diritto del minore a essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso”.
La decisione della Consulta è stata definita storica dal centrosinistra che adesso punta a una revisione della normativa nazionale che vieta agli adulti single italiani di adottare minori in Italia.
Ha dichiarato il segretario di +Europa Riccardo Magi, una richiesta a cui si sono uniti diversi esponenti del PD.
Il deputato dem, Marco Furfaro ha definito la sentenza un 'grande passo avanti' per i diritti e ha attaccato il Governo Meloni.
Una battaglia che potrebbe trovare anche un alleato inatteso nella Lega che in una nota ha sottolineato la necessità di rivedere la normativa delle adozioni per aggiornarla alle necessità odierne.