21 Mar, 2025 - 16:59

Assegno di inclusione: stop INPS? Ecco quando si perde il beneficio

Assegno di inclusione: stop INPS? Ecco quando si perde il beneficio

Gli interventi dell'INPS riguardo la sospensione dell'Assegno di Inclusione hanno suscitato preoccupazione in molte famiglie. Ma, dal punto di vista pratico, in quali casi si può perdere il beneficio? Con ogni probabilità, ci sarà qualcuno che, per inosservanza degli obblighi di legge, perderà il diritto all'Assegno di Inclusione (ADI). Ma quali sono questi obblighi e quali altre situazioni possono portare alla sospensione, revoca e restituzione dell'assegno?

Stop INPS Assegno di Inclusione: i casi

Non ci sono colpi di scena. È inutile cercare colpevoli contro l’Assegno di Inclusione. Persino molti esperti del settore hanno sottolineato la necessità di un sussidio statale, che non sia una semplice continuazione del Reddito di Cittadinanza, ma una misura nuova, finalizzata a favorire l’ingresso nel mondo del lavoro attraverso percorsi formativi professionali mirati.

L'Esecutivo di Giorgia Meloni è stato chiaro su questo punto: i sussidi andranno a rafforzare le famiglie con un carattere di universalità, mentre a coloro che sono in grado di lavorare verranno attivati percorsi professionali finalizzati all’inserimento nel mercato del lavoro.

Tuttavia, per legge, i nuclei familiari che possono accedere al sussidio sono quelli composti da minori, persone disabili, over 60 e altre categorie che soddisfano determinati requisiti.

Quando si perde il beneficio dell'ADI?

La mancata comunicazione di alcuni dati potrebbe portare alla sospensione dell’Assegno di Inclusione. Come indicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ogni variazione nel nucleo familiare o nel reddito deve essere comunicata all'INPS tramite il modulo ADI-Com Esteso entro 15 giorni dall’evento che ha modificato la situazione.

L’omissione di queste variazioni può comportare la sospensione o la revoca del sussidio e, nei casi più gravi, la restituzione delle somme percepite indebitamente.

Le principali variazioni che devono essere comunicate all’INPS includono:

  • aumento o perdita del lavoro;
  • entrate economiche extra;
  • variazioni nella composizione della famiglia;
  • cambio di residenza o modifiche patrimoniali.

Obblighi legati alla politica attiva

Per ricevere l'Assegno di Inclusione, il richiedente deve seguire un preciso iter burocratico. Infatti, questa misura non è solo un supporto economico per le famiglie, ma è anche legata a un percorso di reinserimento sociale e lavorativo.

 Il primo obbligo riguarda la presentazione presso i servizi sociali comunali e la partecipazione ai corsi formativi offerti dai centri per l’impiego. Si tratta di programmi prestabiliti, necessari per evitare la sospensione del beneficio.

I principali obblighi per il beneficio dell'assegno riguardano:

  • presentarsi presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla firma del Patto di attivazione digitale (PAD);
  • partecipare agli appuntamenti con i servizi sociali o i centri per l’impiego. È importante sottolineare che saltare un incontro, se giustificato, non comporta la perdita del beneficio. Tuttavia, le assenze ingiustificate possono allertare l’INPS e portare alla sospensione del sussidio.

Rifiuto di firmare il patto di inclusione

Con l'Assegno di Inclusione è previsto un cambiamento rispetto al Reddito di Cittadinanza, e per molti aspetti si è trattato di un miglioramento. L'assegno viene erogato in caso di difficoltà economica, se il richiedente soddisfa determinati requisiti.

Tuttavia, soddisfare i requisiti non garantisce la continuità nell’erogazione dell'ADI. Infatti, se il richiedente rifiuta di partecipare ai corsi di aggiornamento professionale o di firmare il Patto di Inclusione, l'INPS revoca l’assegno.

Come spiegato da thewam.net, basta rifiutare di firmare il Patto o di accettare un’offerta di lavoro congrua. Inoltre, le assenze ingiustificate da parte di un solo membro del nucleo familiare ai corsi di formazione professionale possono comportare la revoca del beneficio.

Svolgimento di attività lavorativa non dichiarata

Il legislatore ha previsto per i percettori dell'Assegno di Inclusione la possibilità di lavorare, ma è fondamentale comunicare l'avvio dell'attività all'INPS entro 30 giorni.

Inoltre, l'assegno è cumulabile con un reddito da lavoro, purché non superi il limite massimo di 3.000 euro lordi 

Principali cause di sospensione dell'assegno di inclusione

  1. Comunicazione delle variazioni non effettuata: La mancata comunicazione di cambiamenti nel nucleo familiare o nel reddito all'INPS entro 15 giorni può portare alla sospensione o revoca dell'Assegno di Inclusione.
  2. Obblighi di politica attiva non rispettati: La mancata partecipazione ai corsi formativi o il rifiuto di firmare il Patto di Inclusione può comportare la revoca del beneficio.
  3.  Attività lavorativa non dichiarata: L’omissione di dichiarare un'attività lavorativa subordinata o autonoma all'INPS entro i termini stabiliti può causare la revoca dell'assegno e l'obbligo di restituire le somme ricevute.
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Antonella Tortora
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