L'8 e il 9 giugno gli italiani voteranno per cinque referendum abrogativi, tra cui uno sulla cittadinanza italiana per immigrati regolari. Il referendum propone di ridurre, da 10 a 5 anni, il periodo di soggiorno necessario per richiedere la cittadinanza.
Il tema della cittadinanza italiana ai cittadini stranieri residenti in Italia, o meglio quello relativo alle modalità di conferimento di quest’ultima, è senza dubbio un argomento divisivo. Lo è sicuramente in politica, dove il centrodestra è spaccato in due tra chi vorrebbe allargare le maglie e chi preferisce regole più restrittive.
Il tema, tuttavia, divide anche la società italiana, dove cresce l’intolleranza verso gli stranieri legata principalmente alla percezione di un rischio per la sicurezza legato al fenomeno dell’immigrazione irregolare.
Si tratta di questioni diverse, ma nel calderone del dibattito politico si finisce con il mettere tutto insieme alle chiacchiere da bar, rischiando di creare confusione e intolleranza. Il Referendum sulla Cittadinanza riguarda gli immigrati regolari, quindi con regolare permesso di soggiorno, che vivono e lavorano nel nostro paese.
Questa settimana per la rubrica “La Politica è Pop”, gli inviati di Tag24.it hanno chiesto alle persone la loro opinione sulla proposta di dimezzare gli anni di soggiorno per ottenere la cittadinanza italiana per gli immigrati regolari.
Il referendum sulla cittadinanza veloce è ‘pop’? Ecco cosa ci hanno risposto
Il primo dato da evidenziare è che circa il 30% degli intervistati non era a conoscenza del fatto che l’8 e 9 giugno in Italia voterà per i cinque referendum approvati dalla Consulta. Quattro sul lavoro, tra cui quello sul Jobs Act, promossi dalla Cgil e da molti partiti di centrosinistra, e uno sulla cittadinanza, promosso da +Europa e sostenuto dall’opposizione.
Si voterà in concomitanza con i ballottaggi per le amministrative in circa 450 comuni in tutta Italia. I comitati referendari avevano chiesto di poter votare durante il primo turno, il 25 e il 26, notoriamente più favorevole in termini di affluenza alle urne, ma il governo ha optato per il secondo turno.
L’affluenza alle urne è un dato fondamentale quando si tratta di referendum, perché per essere validi è necessario superare il quorum del 50% dei votanti. Un obiettivo difficile da raggiungere se le persone non vengono informate sull’esistenza del voto.
Un cortocircuito comunicativo che rischia di trasformarsi in un vulnus democratico, come denunciato in più occasioni dalle opposizioni. Queste lamentano lo scarso risalto dato dagli organi di comunicazione allo svolgimento delle consultazioni popolari.
Ritornando alla nostra domanda: gli italiani sono favorevoli ad accelerare le procedure per il conferimento della cittadinanza italiana ai cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia?
Dalle risposte raccolte da Michele Lilla emerge uno spaccato sostanzialmente omogeneo, in cui la maggioranza si è detta favorevole all’ipotesi, anzi qualcuno propone addirittura di portare a due gli anni di soggiorno necessari per fare richiesta.
Qualcuno, pur essendo favorevole, ha sottolineato la necessità di porre delle condizioni per l’acquisizione della cittadinanza che deve essere connessa a un percorso di lavoro e di integrazione.
“Sono d’accordo a certe condizioni. Se le persone straniere lavorano volentieri, però le dobbiamo aiutare a lavorare e integrarsi”.
Tra gli intervistati, però, c’è anche chi ha detto di non essere d’accordo con la modifica proposta dal quesito referendario.
La presenza di cittadini stranieri in Italia è una realtà e aiutare quelli regolari a integrarsi più velocemente è un problema che, come società, è necessario porsi. Nella maggioranza di governo, come già detto, ci sono pareri discordanti che negli ultimi mesi hanno determinato accesi scontri tra Forza Italia e Lega.
La maggioranza degli intervistati si è mostrata favorevole alla proposta di ridurre a cinque anni il periodo di soggiorno necessario per richiedere la cittadinanza, con alcuni che hanno addirittura suggerito di portarlo a due anni. Tuttavia, molti hanno sottolineato che la cittadinanza dovrebbe essere legata a un percorso di lavoro e integrazione. In generale, c'è consenso sulla necessità di rendere più rapida l'integrazione degli immigrati regolari, ma con adeguate condizioni.
In conclusione, cosa pensano le persone della proposta di dimezzare gli anni per le richieste di cittadinanza? Per la maggioranza degli intervistati è 'pop', tuttavia, un terzo non era a conoscenza dell’esistenza dei referendum.