21 Mar, 2025 - 14:01

Ripartono operazioni di terra di Israele a Gaza: quali sono gli obiettivi di Tel Aviv?

Ripartono operazioni di terra di Israele a Gaza: quali sono gli obiettivi di Tel Aviv?

La ripresa delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza segna un punto di svolta drammatico nel conflitto tra Israele e Hamas. Dopo che il cessate il fuoco del gennaio scorso aveva portato una momentanea speranza di pace, la nuova ondata di violenza solleva interrogativi sugli obiettivi strategici di Israele e sulle implicazioni per la stabilità della regione. Mentre il numero delle vittime continua a crescere, le voci di dissenso all'interno di Israele si fanno sempre più forti.

Israele riprende gli attacchi su Gaza: cosa succede ora?

L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas è terminato dopo che le forze israeliane hanno lanciato attacchi aerei su larga scala contro la Striscia di Gaza il 18 marzo. L’intesa, raggiunta a gennaio, aveva permesso il ritorno di 33 ostaggi israeliani e di oltre 1.000 prigionieri palestinesi nei rispettivi territori. Inoltre, molti palestinesi sfollati all’interno dell’enclave erano riusciti a tornare nelle proprie abitazioni nel nord.

La nuova ondata di violenza ha infranto le speranze di una possibile pace nella Striscia di Gaza. Durante gli attacchi sono morte centinaia di persone, perlopiù donne e bambini. Secondo l’Unicef, almeno 200 bambini sono stati uccisi dopo la ripresa della guerra.

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che il suo paese farà pressione su Hamas, utilizzando "tutte le pressioni militari e civili, tra cui l'evacuazione della popolazione di Gaza verso sud e l'attuazione del piano di migrazione volontaria del presidente degli Stati Uniti, Trump, per i residenti di Gaza".

Katz ha inoltre minacciato di sequestrare il territorio palestinese finché Hamas non libererà tutti gli ostaggi. "Quanto più Hamas persiste nel suo rifiuto di rilasciare gli ostaggi, tanto più territorio perderà, e sarà annesso a Israele", ha affermato.

Il 20 marzo, l'esercito israeliano ha ordinato l'evacuazione di Gaza meridionale e ha annunciato l'estensione della sua operazione di terra alla zona di Rafah.

Gaza, riprende la guerra: le posizioni degli Usa 

La Casa Bianca ha annunciato che il presidente degli Stati Uniti "sostiene pienamente" l'offensiva di Israele a Gaza. Donald Trump aveva precedentemente dichiarato che "se Hamas non avesse rilasciato tutti gli ostaggi, avrebbe vissuto all'inferno".

Secondo i critici, Netanyahu non aveva mai preso in considerazione l’ipotesi di ritirarsi dalla Striscia di Gaza, e la ripresa degli attacchi e dell'operazione di terra ne sarebbe una conferma. Il piano del governo israeliano sembra allinearsi agli obiettivi dell’ultradestra, che punta a impadronirsi dell’enclave. Questa visione coincide anche con il progetto di Trump di trasferire i palestinesi in altri paesi per poi trasformare Gaza nella cosiddetta "Riviera del Medio Oriente".

Il piano di Trump è stato fortemente criticato dai paesi arabi. L’Egitto, invece, ha avanzato una controproposta che prevede la ricostruzione della Striscia di Gaza, sostenuta sia dalle nazioni arabe che dai principali paesi europei.

Israele, Herzog critica Netanyahu su Gaza

Una delle critiche più significative alle decisioni del governo di Benjamin Netanyahu è arrivata dal presidente israeliano Isaac Herzog, che si è detto "profondamente turbato" dalla ripresa degli attacchi su Gaza.

"È impensabile riprendere a combattere mentre si continua la sacra missione di rimpatriare i nostri ostaggi", ha dichiarato Herzog.

Mentre Gaza continua a essere ridotta in macerie, l'opinione pubblica nel paese appare sempre più divisa. Anche i familiari degli ostaggi israeliani e i loro sostenitori hanno espresso preoccupazione per "l'espansione delle attività di terra e degli attacchi nella Striscia di Gaza", affermando che "questa decisione mette consapevolmente in pericolo gli ostaggi".

Mentre le operazioni militari proseguono, le divisioni diventano sempre più evidenti. La pressione internazionale cresce, con alcuni attori che sostengono l'offensiva e altri che invocano una soluzione diplomatica. Con un numero crescente di vittime e il rischio di un’escalation regionale, il futuro della Striscia di Gaza rimane incerto, e la possibilità di una pace appare sempre più lontana.

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Nazlican Cebeci
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