Oggi, Ronaldinho, uno dei calciatori brasiliani più forti di sempre, compie 45 anni: la sua carriera continua a essere una leggenda, tra le più straordinarie nella storia del calcio. Non si può parlare di questo fenomeno senza ricordare un’annata, quella del 2005, che lo vide trionfare con il Barcellona e con la Nazionale brasiliana, e che lo consacrò come il miglior giocatore al mondo.
Durante quell’anno, non solo vinse il Pallone d’Oro, ma lo fece con un'armonia e una classe che nessun altro giocatore riusciva a eguagliare. La sua tecnica sopraffina, il suo stile di gioco spensierato ma efficace, i suoi dribbling e il suo portamento erano ciò che lo rendeva unico. Il brasiliano aveva la capacità di sorprendere, di incantare il pubblico con skills impossibili e tocchi di palla geniali.
Quella stagione rappresentò l’apice di una carriera che, anche se ancora giovane, aveva già lasciato il segno. In quegli anni, quando ancora non era sbocciato il talento di Lionel Messi al Barcellona e Cristiano Ronaldo non era ancora una garanzia, il mondo intero si inchinava davanti alla grandezza di Ronaldinho, un calciatore che non solo vinceva, ma lo faceva con il sorriso stampato in faccia, un’immagine su cui ancora in molti si pongono delle domande.
La carriera di Ronaldinho non si limitò alla conquista del Pallone d’Oro e alla gloria con il Barcellona in Liga. La Champions League del 2005 offrì al brasiliano l'occasione di dimostrare il suo talento sulle scene europee. Durante gli ottavi di finale della competizione, il Barcellona affrontò il Chelsea in un doppio confronto che sarebbe passato alla storia.
Nel ritorno a Stamford Bridge, dopo un pareggio 2-2 in Catalogna, Ronaldinho firmò uno dei gol più belli e spettacolari mai realizzati in una partita di Champions League. In quel match, il brasiliano ricevette il pallone fuori dall’area e, con un incredibile tocco di tacco, mandò il pallone a scavalcare il portiere del Chelsea, Petr Čech, con una precisione millimetrica. Un gol che fece impazzire i tifosi del Barcellona e che ancora oggi viene ricordato come uno dei più incredibili nella storia del calcio.
La magia di Ronaldinho non si limitò a quella singola rete, ma divenne il simbolo di una stagione che vedeva il Barcellona dominare sia in Spagna che in Europa. Quella stessa stagione, a giugno, fu protagonista della vittoria del Brasile nella Confederations Cup, dove il talento di Ronaldinho si fece sentire con numeri da circo e assist spettacolari.
L’anno successivo non riuscì a incidere ai mondiali di calcio (vinti dall’Italia), ma fece parte, probabilmente, del Brasile più forte di sempre sulla carta: solo in attacco divideva il reparto con Ronaldo il Fenomeno e Kakà, con Robinho in panchina.
Ma se un gol ha definito il suo 2005, una serata ha segnato la sua leggenda: il 19 novembre 2005, quando il Barcellona andò al Santiago Bernabeu per affrontare il Real Madrid. In quella partita, il Barcellona fu semplicemente strepitoso. Già in vantaggio con un gol di Eto’o, i catalani fecero la storia con una performance straordinaria, dove il protagonista assoluto fu Ronaldinho.
Nella ripresa, al 14', Ronaldinho prese palla sulla sinistra e con un dribbling sensazionale saltò tre difensori del Real, concludendo l’azione con un tocco morbido sul palo lontano che lasciò Casillas senza chance. Ma fu al 33' che il pubblico del Bernabeu assistette a uno dei momenti più iconici della storia del calcio: Ronaldinho prese palla al centrocampo, eluse facilmente Sergio Ramos e Helguera, e si presentò davanti a Casillas per infilare il pallone sul secondo palo.
Il 3-0 fu il colpo finale, ma fu l'applauso del pubblico madridista a fare la storia. Per la prima volta, i tifosi del Real Madrid si alzarono in piedi per omaggiare un giocatore avversario. Fu un segno di profonda ammirazione per un talento che andava oltre la rivalità tra le due squadre. Quella notte, Ronaldinho non solo conquistò Madrid, ma si impresse nei cuori di tutti i tifosi di calcio, diventando simbolo di uno stile di gioco unico e inimitabile.
Anche con il Brasile, Ronaldinho fu protagonista di successi memorabili: il culmine arrivò nel 2002, quando il suo gol su punizione contro la Grecia e la sua partecipazione attiva nella vittoria del Mondiale in Corea e Giappone lo confermarono come uno dei migliori giocatori della sua generazione. Nonostante il ritiro dal calcio professionistico nel 2018, il ricordo di Ronaldinho rimane indelebile, e la sua influenza sul calcio moderno continua a essere forte. La sua carriera ha ispirato milioni di appassionati di calcio, che lo considerano un vero e proprio maestro del gioco.