Il naufragio del RMS Titanic rimane uno degli eventi più tragici e affascinanti della storia marittima. La nave, considerata inaffondabile, colpì un iceberg durante il suo viaggio inaugurale da Southampton a New York, portando alla morte oltre 1.500 persone.
Nonostante le numerose speculazioni, il relitto non è mai stato recuperato in superficie. Questo articolo esplora le cause del naufragio e le ragioni tecniche, scientifiche ed etiche che hanno impedito il recupero del relitto.
Il naufragio del Titanic è avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912
Il Titanic partì l’11 aprile 1912 con a bordo circa 2.224 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Nonostante avesse ricevuto sei avvisi di iceberg nella zona, la nave mantenne una velocità di 22 nodi (circa 41 km/h), considerata eccessiva per le condizioni meteorologiche. Alle 23:40 del 14 aprile, le vedette avvistarono un iceberg a poche centinaia di metri di distanza, ma non riuscirono a evitare l’impatto.
L’urto causò sei falle sul lato di tribordo, allagando cinque dei sedici compartimenti stagni dello scafo. Progettato per resistere al massimo allagamento di quattro compartimenti, il Titanic iniziò a imbarcare acqua in modo irreversibile. L’evacuazione delle scialuppe, iniziata con ritardo, fu caotica: molti passeggeri rimasero intrappolati a bordo, mentre le scialuppe vennero calate solo parzialmente piene.
Alle 02:20 del 15 aprile, la nave si spezzò in due tronconi e scomparve sotto le onde, lasciando sopravvissuti in attesa di soccorso.
Il relitto del Titanic fu individuato il 1º settembre 1985 da una spedizione guidata da Robert Ballard, utilizzando tecnologie avanzate come il sottomarino Argo e il robot Jason. Si trova a 3.810 metri di profondità nell’Oceano Atlantico settentrionale, a 486 miglia da Terranova, in un’area caratterizzata da fondali fangosi e correnti sottomarine complesse.
Le immagini del relitto smentirono le ipotesi degli anni precedenti: lo scafo si era spezzato in due tronconi durante l’affondamento, con la sezione di poppa separata dalla prua da 600 metri. La scoperta confermò che la rottura era avvenuta poco sotto il livello dell’acqua, spiegando perché i testimoni oculari avessero creduto che la nave fosse affondata intatta.
Le condizioni del relitto sono critiche: il freddo (4°C), il buio e la scarsità di ossigeno non hanno preservato lo scafo come previsto. Il batterio Halomonas titanicae, scoperto nel 2010, corrode il ferro della nave, accelerando il degrado. Studi recenti stimano che entro 50-100 anni la struttura potrebbe collassare.