I lavoratori dipendenti della Pubblica Amministrazione possono richiedere un congedo temporaneo per il dottorato di ricerca. Una possibilità affinché ci si possa dedicare al meglio alla formazione e alla ricerca e, al contempo, mantenendo stipendi e contributi.
D’altra parte, il congedo straordinario per dottorato è sempre al centro di dubbi e dibattiti, considerando che la possibilità è preclusa ai lavoratori del settore privato.
In questo articolo, vedremo come funziona, spiegando tutte le caratteristiche del congedo.
I lavoratori del pubblico impiego hanno diritto a molte agevolazioni. Pubblica Amministrazione che è al centro di molte novità, le ultime previste dal Ddl Merito.
Tra le tante agevolazioni per i dipendenti pubblici, in questo articolo parleremo di uno strumento particolare e vantaggioso: il congedo per dottorato di ricerca.
Amato e odiato, è finito spesso al centro di polemiche, soprattutto perché non è concesso anche ai lavoratori del settore privato.
Il congedo straordinario per dottorato si può richiedere quando si segue un percorso dottorale e ha la durata di tre anni.
Fino al 2010, le domande non potevano essere addirittura respinte. Con la riforma Gelmini, però, qualcosa è cambiato, in quanto il congedo viene assegnato solo se compatibile alle esigenze della Pubblica Amministrazione.
Da quel momento in poi, è richiesta un’attenta valutazione da parte dell’Amministrazione che deve considerare le sue esigenze interne.
Questa grande agevolazione costa tanto allo Stato. Infatti, si deve trovare un sostituto e retribuirlo per tutta la durata del corso. Ci sono alcuni paletti, ma più che altro a carico della PA e non del singolo lavoratore. Infatti, sebbene il congedo sia autorizzato compatibilmente con le esigenze dell’amministrazione, è previsto l’onere della prova a carico dello Stato nel dimostrarne l’esistenza.
Per rispondere a questa domanda, ovvero se si mantiene il trattamento economico durante il congedo straordinario per il dottorato di ricerca, bisogna fare riferimento a una critica.
Come già detto, si tratta di un’ottima agevolazione, spesso criticata. In questo caso, la critica è rivolta al fatto che non esiste una disposizione di legge che preveda che, in caso di mancato completamento del corso di dottorato di ricerca, il lavoratore sia obbligato a restituire alla PA le somme ottenute durante il congedo.
Si tratta di una regola valida solo per i lavoratori che interrompono il rapporto di lavoro nel corso dei due anni successivi al superamento del corso.
A proposito dei corsi, non ci sono obblighi di frequenza in presenza e non è neppure necessario presentare la tesi di fine percorso. Invece, in caso di completamento sono previsti punti utili ai concorsi interni per le qualifiche dirigenziali dell’Amministrazione.
Lo stipendio può essere mantenuto se si rinuncia alla borsa di studio. Si tratta di un’opzione più conveniente, considerando che, spesso, le borse di studio sono più basse rispetto alla retribuzione media del lavoro statale.
Inoltre, è possibile seguire il corso di dottorato presso università telematiche senza obbligo di presenza e senza dover sostenere prove o esami. È possibile anche andare all’estero e per molti dottorandi non è neppure richiesta la conoscenza della lingua del Paese ospitante.
I dipendenti delle PA hanno diritto al mantenimento del diritto al trattamento previdenziale e di quiescenze. Ciò significa che continua a spettargli il trattamento attribuito al lavoratore quando è a riposo, che consiste nella pensione e nel TFR. Questo è quanto stabilito dalla sentenza del TAR Campania del 29 maggio 1997.
La circolare n. 357/86, però, stabilisce che tale norma non trova applicazione ai lavoratori precari. Inoltre, la richiesta di congedo deve essere riferita all’intera durata del dottorato di ricerca.
I lavoratori pubblici possono richiedere un congedo temporaneo per il dottorato di ricerca, che consente di dedicarsi alla formazione e alla ricerca mantenendo stipendio e contributi.
Questo congedo è escluso per i lavoratori del settore privato ed è regolato da specifiche condizioni, come la compatibilità con le esigenze della Pubblica Amministrazione.
Il congedo ha una durata di tre anni e può essere richiesto solo se non interferisce con le necessità dell'ente. Durante il congedo, si mantiene il trattamento economico se si rinuncia alla borsa di studio.
Inoltre, i lavoratori continuano a godere del trattamento previdenziale e pensionistico. La possibilità di interrompere il percorso di dottorato comporta l'obbligo di restituire le somme ricevute in caso di mancato completamento del corso.