La battaglia legale tra Ryan Reynolds e Justin Baldoni non accenna a placarsi.
L'attore di Deadpool ha da poco richiesto l'archiviazione della denuncia per diffamazione presentata da Baldoni.
Reynolds sostiene che le sue dichiarazioni, incluse le accuse di "predatore sessuale" rivolte a Baldoni, siano protette dal Primo Emendamento come opinioni personali.
Sarà davvero così? Scopriamo i dettagli.
La causa legale che coinvolge Justin Baldoni, Ryan Reynolds e Blake Lively ha preso una piega piuttosto accesa, con accuse di diffamazione, estorsione e molestie sessuali.
La battaglia legale è iniziata con la denuncia di Lively contro Baldoni, per molestie sessuali, continuata poi con la contro denuncia di Baldoni che ha intentato una causa da 400 milioni di dollari contro Reynolds, Lively e il loro agente Leslie Sloane.
Al centro della disputa c’è l’accusa che Reynolds abbia definito Baldoni un “predatore sessuale” e abbia influenzato l'agenzia di talenti WME affinché tagliasse i legami con l'attore.
Bryan Freedman, l'avvocato di Baldoni, ha accusato Reynolds di non essere solo l'amorevole e premuroso coniuge di Blake Lively, ma di aver avuto un ruolo attivo nella campagna diffamatoria che avrebbe danneggiato l'immagine di Baldoni.
“Le impronte digitali di Reynolds sono ovunque in questa vicenda sin dal primo giorno”, ha dichiarato Freedman.
L'avvocato, durante una dichiarazione a People, ha criticato fortemente il comportamento di Reynolds, accusandolo di cercare di minimizzare le sue azioni attraverso l’umorismo. “Dopo aver acceso un fiammifero, ora cerca di scappare dalle fiamme. Non funzionerà", ha aggiunto l’avvocato.
La frase allude al fatto che Reynolds avrebbe contribuito attivamente a innescare la disputa legale, per poi cercare di minimizzarne la gravità.
In risposta, l’avvocato di Reynolds, Mike Gottlieb, ha argomentato che le dichiarazioni fatte dall'attore di “Deadpool” non erano diffamatorie, ma espressioni di opinioni protette dal Primo Emendamento.
Secondo il team legale di Reynolds, non ci sono prove che dimostrino che Reynolds abbia diffamato Baldoni intenzionalmente
L’avvocato ha anche sottolineato che Reynolds aveva il diritto di esprimere la sua opinione su Baldoni, soprattutto considerando le denunce di molestie sessuali fatte dalla moglie, Blake Lively, contro l’attore e regista di It Ends With Us.
Ed è con queste motivazioni che il team legale di Ryan ha richiesto l'archiviazione della denuncia di Baldoni.
La causa, che è stata rimandata al 2026, continuerà a tenere alta l'attenzione pubblica, con gli occhi puntati su come si risolverà questa intricata disputa legale tra star.
Sempre secondo l'avvocato di Justin Baldoni, Bryan Freedman, è molto difficile che ciò accada.
Durante un'apparizione nel podcast "The Town" di Matthew Belloni, Freedman ha spiegato che Baldoni è stremato dalla situazione, moralmente e psicologicamente.
Secondo l'avvocato, questo non è un circo mediatico, come potrebbe sembrare, ma di una questione seria che ha distrutto Baldoni.
Freedman ha aggiunto che i processi oggi sono fondamentali per dimostrare la propria innocenza, sottolineando che è su questo che si stanno concentrando.
Le accuse, tra cui molestie sessuali, ritorsione e sofferenza emotiva, sono state presentate da Baldoni e dal produttore Jamey Heath in una denuncia formale a dicembre. In parallelo, Baldoni ha intentato una causa da 250 milioni contro il New York Times per un articolo che accusava di diffamazione la sua co-protagonista.
Oltre a pubblicare un sito web che riporta la cronologia degli eventi presumibilmente accaduti, il team di Baldoni ha anche condiviso filmati non modificati dal set di "It Ends With Us". Sia Lively che Baldoni hanno affermato che i filmati rafforzano le rispettive affermazioni. La situazione è ancora lontana dalla risoluzione.