20 Mar, 2025 - 12:50

Benigni non fa più il comico ma il candidato segretario del Pd: in tv bacchetta più Schlein che Meloni

Benigni non fa più il comico ma il candidato segretario del Pd: in tv bacchetta più Schlein che Meloni

Musica, maestro: parte la marcia di Piovani. E lui entra in scena in prima serata su Rai1. Va in onda "Il sogno". Vestito blu, camicia bianca, sfondo arancione. Signore e signori, dopo avervi gentilmente offerto la rissa in Parlamento sul Manifesto di Ventotene, ecco a voi Roberto Benigni.

Basta Spinelli, come titola oggi magnificamente un altro manifesto, il giornale diretto da Andrea Fabozzi.

E meno male che almeno con la prima pagina del quotidiano comunista una risata scappa. Perché ormai Roberto Benigni in tv fa quasi solo il professore o, come lo chiameranno quelli di destra, il professorino o il professorone.

Beh: altrimenti, come vogliamo definirlo? Un divulgatore del politicamente corretto del terzo millennio? Un Alberto Angela della società civile che ficca il naso in politica? Di sicuro, sulla carta, un perfetto antagonista di Elly Schlein per la segreteria del Partito Democratico.

Già: perché, a questo punto, al Nazareno non pensano di candidare lui per detronizzare la regina dei gruppettari di sinistra?

Il vecchio Benigni, il vecchio Benignaccio, nella giornata in cui Giorgia Meloni ha detto che quella del Manifesto di Ventotene non è la sua Europa, l'avrebbe massacrata con le sue battute politicamente scorrette. Ora, invece, prende in mano la serata di Rai1 per tenere una lezione che, in fondo in fondo, è diretta più a Elly Schlein, che dice di essere europeista ma vota contro l'Europa smarcandosi dal ReArm, che a Giorgia Meloni, che dice di non essere europeista ma lascia passare l'Europa del piano Von der Leyen. E insomma: qui davvero bisogna stare attenti per capire dove finisce la realtà e inizia il teatrino, dove corre il confine tra verità e propaganda, tra fatti concreti e show.

Nel frattempo, i numeri parlano chiaro: il Pd di Schlein con la sua mozione bocciata, bocciatissima, buona solo a dire "siamo uniti", in parlamento è ininfluente e alle Europee dello scorso anno gli è andata di lusso raggiungendo il 24,1%, mentre la Rai1 di Benigni vince la serata degli ascolti televisivi con 4.396.000 spettatori e il 28,1% di share. Signori, giusto 4 punti tondi tondi di differenza tra Schlein e Benigni. A ben vedere, i quattro che separano il Pd da Fratelli d'Italia. Do you understand?  

Il professor Benigni, l'ex comico che bacchetta più Schlein che Meloni

E insomma, lesson number one: i vuoti, in politica, si riempiono sempre. La sinistra riformista è a caccia di un candidato per detronizzare Elly Schlein? Si sintonizzasse su Rai1, che imperversa il profilo giusto. Benigni for president. Anzi: Benigni for secretary.

Una volta, da comico, prendeva lui in braccio i leader della sinistra. Come quella volta, indimenticabile, del 1983, al comizio sulla terrazza del Pincio, magrissimo eppure capace di sollevare Berlinguer, costretto ad aggrapparsi al suo collo come fa un bambino per non cadere.

Ora, quarantadue anni dopo, le parti si devono rovesciare. Anche perché Schlein si fa prendere in braccio da Fratoianni e Bonelli

e c'è bisogno che qualcuno afferri lui e lo porti in braccio, a furor di popolo, anzi a furor di votanti alle primarie, sulla poltrona di Elly. Riformisti di tutto il mondo, che aspettate?

La lectio del professor Benigni

E insomma, con Benigni in tv, ormai, c'è poco da ridere. Aldo Grasso, il critico televisivo del Corriere, oggi, lo scrive chiaro e tondo:

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Benigni ha da tempo smesso gli abiti del giullare che irrompeva nelle serate tv per elencare le anatomie genitali e scandalizzare il pubblico del sabato sera. Poi, per contrappasso culturale, ha cominciato con Dante, la Costituzione, i Dieci Comandamenti...

Come dire: con Benigni in tv, soprattutto Elly Schlein ha poco da ridere. Non potrà sostenere che non l'ha visto arrivare. Il suo Dante era una captatio benevolentiae per i professoroni del Nazareno e dintorni. La sua Costituzione una carezza a Mattarella e all'establishment. I suoi Dieci Comandamenti un accordo con i cattolici dem.

Benigni sta arrivando: il suo sermone pro Europa riflette le mozioni di due autori che, Elly cara, te li raccomando: Michele Ballerin, che Grasso definisce "un fervente europeista", e Stefano Andreoli, che sempre Grasso ricorda essere "il creatore del blog umoristico spinoza.it".

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Con loro abbiamo visto un Benigni politico, cantore dell'Ue, degli uomini e delle donne che hanno realizzato questo sogno

Insomma, altro che Peppe Provenzano e Sandro Ruotolo! Altro che Federico Fornaro, l'ex Articolo Uno (leggi dalemian-bersaniano) oggi parlamentare dem che ha detto alla Meloni che si deve inginocchiare davanti a Spinelli, Rossi e compagnia bella!

E vabbè: ciao core.

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Risposta più bella, più complessa, più decisiva a Giorgia Meloni di quella di Roberto Benigni non si poteva dare

scrive Grasso. L'ex comico ha dalla sua anche i giornaloni: Elly, vuoi capire che non hai scampo? Anche perché, arrivando al punto del comizio televisivo, Benigni odia la guerra, ma pensa che sarebbe necessario un esercito unico con un solo comando:

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Fate l'esercito europeo comune, non si perde sovranità, si recupera

Elly si astiene e fa la passerella nella piazza pro Europa piena di nulla, per citare Giuliano Ferrara, sottobraccio ai comunisti col Rolex, Serra e ai pacifisti-paciocconi? Benigni prende posizione fino a dire che 

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Oggi, i ragazzini in camera non hanno il poster di Taylor Swift o Lady Gaga, ma quello di Ursula Von der Leyen

Il politico Benigni già tira le bombe prendendo di mira, da buona tradizione di sinistra, più il Nazareno che Palazzo Chigi. Parte la marcia di Piovani. Requiem per Schlein, sogno per Meloni.

 

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Giovanni Santaniello
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