La proposta di Robert F. Kennedy Jr. sulla gestione dell'influenza aviaria ha scatenato un ampio dibattito, alimentato dalle sue convinzioni contro i vaccini e da una soluzione inusuale per contrastare la diffusione del virus negli allevamenti di pollame. Mentre i prezzi delle uova sono saliti vertiginosamente negli Stati Uniti, la sua idea di lasciare che il virus si diffonda per identificare polli immuni solleva forti preoccupazioni nel mondo scientifico e tra gli esperti di salute pubblica.
Il segretario alla Salute dell'amministrazione Trump, Robert F. Kennedy Jr., ha suggerito di consentire al virus di diffondersi negli allevamenti di pollame come soluzione all'influenza aviaria. Kennedy, noto per le sue posizioni no-vax, ha suscitato una nuova polemica con la sua proposta di identificare i polli immuni invece di abbattere quelli infetti.
In una recente intervista alla Fox News, Kennedy ha dichiarato che gli allevatori "dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di lasciarlo circolare nel gregge, in modo da poter identificare gli uccelli e preservare quelli che ne sono immuni".
Nonostante Kennedy non abbia alcun potere normativo sulle aziende agricole, la sua proposta potrebbe essere presa in considerazione dalla Segretaria dell'Agricoltura, Brooke Rollins. Quest'ultima sembra d'accordo con l'idea di Kennedy e ha affermato che "alcuni agricoltori sono disposti a testare un progetto pilota per valutare se esiste una soluzione che possa garantire loro l'immunità".
Attualmente, se un allevamento di pollame risulta positivo al virus, viene compensato per l'abbattimento degli animali al fine di prevenire la diffusione dell'infezione.
Il mondo scientifico si è opposto con forza alla proposta di Robert F. Kennedy Jr. di consentire la diffusione del virus dell'influenza aviaria negli allevamenti di pollame. Gli esperti sostengono che un simile esperimento avrebbe conseguenze disastrose, mettendo a rischio sia la salute pubblica che l'intera industria avicola.
Una veterinaria intervistata dal New York Times ha spiegato che ogni nuova infezione rappresenta "un'opportunità per il virus di mutare, diventare più potente e diffondersi ulteriormente". Ha avvertito che, se il virus si diffondesse in un allevamento di cinque milioni di capi, "avrebbe cinque milioni di possibilità di evolversi". Un altro esperto ha sottolineato al Times un ulteriore pericolo legato alla proposta, evidenziando che permettere la diffusione del virus "causerebbe la morte di quasi il 100% dei polli e dei tacchini" quindi comprometterebbe il benessere degli animali.
Le convinzioni di Kennedy sulla scienza, pur non essendo supportate dagli scienziati e senza che gli spetti il potere decisionale in questo ambito, rischiano di compromettere seriamente la salute pubblica e l'agricoltura negli Stati Uniti.
A partire dal 2022, l'influenza aviaria ha causato la morte di 127 milioni di polli da uovo negli Stati Uniti, portando all'abbattimento di interi gruppi. Questo ha determinato una grave carenza di uova e un aumento vertiginoso dei prezzi. Negli ultimi mesi, il prezzo delle uova è salito drasticamente, diventando un problema nazionale. Una dozzina di uova, che nel 2019 costava circa 1,2 dollari, ha raggiunto il prezzo di circa 4,9 dollari nel 2025.
Per far fronte alla crescente domanda, gli Stati Uniti hanno cercato di colmare il vuoto facendo affidamento sulle importazioni da Messico e Turchia. Grazie all'assenza di grandi focolai, i media statunitensi riferiscono che i prezzi all'ingrosso stanno continuando a scendere. Il presidente Donald Trump ha rivendicato il merito di questa riduzione dei prezzi. Tuttavia, gli esperti avvertono che, pur con l'incoraggiamento dei mercati a ridurre i prezzi delle uova, la situazione non tornerà alla normalità nel breve periodo.
Il Quotidiano Online dell'Ateneo
Niccolò Cusano di Roma
Quotidiano telematico. Registrato al n.12/2015 del 21 gennaio 2015 Tribunale di Roma.
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