20 Mar, 2025 - 07:10

Auto elettrica e Stellantis: Elkann svela il piano per il futuro dell’Italia

Auto elettrica e Stellantis: Elkann svela il piano per il futuro dell’Italia

È quasi passato inosservato a causa delle polemiche riguardo al Manifesto di Ventotene e le considerazioni della premier Meloni su questo testo, ma l'audizione di ieri 19 marzo 2025 al Parlamento di Jonh Elkann era considerato da molti come un passaggio fondamentale nei rapporti fra governo e Stellantis.

La multinazionale dell'automotive ha confermato, considerando le parole del suo presidente, che l'Italia rappresenterà ancora a lungo un luogo centrale per la storia e per il futuro di Stellantis. Verrà salvaguardata l'occupazione nelle aziende e a breve verrà selezionato un nuovo CEO, che dovrà anche dare una nuova immagine dopo la contestata esperienza di Carlos Tavares.

Le reazioni politiche si possono dividere tra quelle favorevoli e quelle contrarie. Elkann è piaciuto agli esponenti di Fratelli d'Italia, che ringraziano il ministro Urso e la premier Meloni per aver contribuito a salvare l'industria automobilistica dal Green Deal. La Lega ha trovato le parole di Elkann "vergognose".

A sinistra invece, PD e AVS chiedono a gran voce che Stellantis dia risposte certe sul ritorno di alcune produzioni in Italia, con Carlo Calenda che lamenta la poca autocritica del discorso di Elkann.

Elkann al Parlamento: "Senza di noi l'industria dell'auto italiana sarebbe scomparsa"

Elkann ha confermato che Stellantis prevede di nominare un nuovo amministratore delegato nella prima metà dell'anno, dopo le dimissioni di Carlos Tavares avvenute lo scorso dicembre. C'è molta curiosità attorno a questo nome, se possa essere italiano o meno: non è tanto una questione di orgoglio nazionale, quanto di capire le strategie di Stellantis riguardo l'Italia.

Ci saranno nuove linee di produzione? Gli stabilimenti verranno riaperti o chiusi come capitato fra il 2024 e il 2025 a Mirafiori? Elkann promette interventi che, nelle loro linee generali, servono anche per dare una stoccata a quanto l'Unione Europea ha chiesto di fare per la transizione ecologica prima e per il "ReArm Europe" più recentemente.

Innanzitutto, Elkann ha voluto ringraziare lo stato italiano per aver ospitato un'azienda di famiglia che conta alle spalle una storia di ricchezza e di successo. Secondo uno studio della Luiss, il valore totale della produzione in Italia negli ultimi vent'anni è di 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro di valore creato da Stellantis, ne arrivano 9 nel resto dell’economia.

virgolette
Ci siamo preparati all’audizione di oggi con grande attenzione, perché per noi l’Italia ricopre un ruolo centrale. Spero che da oggi il bilancio dare/avere tra il Paese e l’azienda non sia più un tema divisivo, ma un’opportunità per continuare questo percorso virtuoso insieme che dura da 125 anni, orgogliosamente con l’Italia. Al tavolo Stellantis abbiamo preso una serie di impegni nei confronti di tutti gli attori del settore dell’auto. Questi impegni li stiamo realizzando puntualmente.

Lo stesso presidente di Stellantis ha annunciato investimenti di 2 miliardi per incrementare la produzione nel paese, con l'obiettivo di contrastare il calo produttivo registrato negli ultimi anni e di incrementare quindi la produzione nel Paese. Il timore però è che i dazi fra Stati Uniti e Unione Europea peseranno sui livelli produttivi di Stellantis.

La nomina del nuovo CEO e l'effettiva implementazione degli investimenti annunciati saranno quindi cruciali per valutare l'evoluzione del settore nei prossimi anni.

Calenda: "Zero autocritica da parte di Elkann"

L'audizione di Elkann ha suscitato un dibattito acceso tra le diverse forze politiche e gli stakeholder del settore automobilistico.

Alcuni esponenti politici e rappresentanti sindacali hanno accolto positivamente l'annuncio degli investimenti, vedendoli come un segnale di rilancio per l'industria automobilistica italiana e un'opportunità per salvaguardare l'occupazione nel settore. Altri hanno espresso scetticismo riguardo alla tempistica della nomina del nuovo CEO e alla capacità di Stellantis di affrontare le sfide del mercato globale, specie provenienti dalla Cina.

Carlo Calenda di Azione è uno dei politici che da tempo ha criticato non soltanto la mancanza di incisività dei progetti messi in campo dall'esecutivo, ma anche la poca chiarezza della strategia industriale di Stellantis. Il fatto che Elkann abbia atteso così a lungo prima della sua audizione non ha poi deposto a suo favore: le domande poste da Calenda hanno proprio a che fare con cifre e numeri.

virgolette
Il ministro Urso credo sia l'ultimo che crede ancora ai numeri che date. La storia di un milione di macchine l'ho sentita nel 2023 e nel 2024. Apprezzo i toni più concilianti ma vogliamo sapere i volumi che prevedete di fare, quanta Cig prevedete di utilizzare nel 2025, se siete disposti a riportare dalla Serbia la Grande Panda e soprattutto se questo piano potrà essere messo in discussione dal nuovo amministratore delegato.

Quale sarà il ruolo del futuro CEO in Stellantis? La domanda del leader di Azione non è peregrina perché ha a che fare con tanti cambiamenti che potrebbero sconfessare le promesse di Elkann. Su posizioni critiche anche gli esponenti di AVS Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, così come la segretaria del PD Elly Schlein.

Quest'ultima ha interpretato le dichiarazioni di Elkann come segnali di un possibile disimpegno di Stellantis dall'Italia, esprimendo preoccupazione per il futuro dell'industria automobilistica nazionale.

I progetti futuri di Stellantis in Italia: pace con Meloni?

Negli ultimi anni, Stellantis ha registrato una diminuzione della produzione in Italia, passando da 751mila veicoli nel 2023 a meno di 500mila nel 2024. Questo calo è stato attribuito a una domanda europea debole, in particolare per i veicoli elettrici, a prezzi elevati e alla pressante concorrenza dei produttori cinesi.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami, e il capogruppo in commissione Attività produttive di Fratelli d’Italia, Gianluca Caramanna hanno espresso un certo ottimismo dopo le parole di ieri: "Abbiamo ascoltato con attenzione le parole del presidente Elkann, che hanno l’obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali e consentire la riapertura degli stabilimenti in Italia. Questo è il frutto del grande lavoro che il governo Meloni e il ministro Urso hanno portato avanti per invertire la crisi del settore e creare le condizioni per il rilancio".

La Lega ha contestato duramente l'intervento di Elkann, definendolo una "presa in giro" e accusando Stellantis di aver beneficiato di fondi pubblici italiani per poi ridurre l'occupazione nel paese. I leghisti hanno chiesto che Elkann si scusi con i lavoratori italiani e restituisca i fondi ricevuti allo stato italiano.

Ciò rappresenta un possibile motivo di attrito fra leghisti e meloniani, i primi concentrati a ribaltare l'assunto che una ripresa di Stellantis passi dalle auto elettriche (o anche da una riconversione delle linee automobilistiche per produrre armi), i secondi invece interessati a stringere relazioni di alto livello per poter incidere sulle politiche industriali di alto livello.

I tre punti salienti dell'articolo

  • John Elkann in audizione al Parlamento – Il presidente di Stellantis ha dichiarato che l'Italia rimarrà centrale per l'azienda, con un investimento di 2 miliardi di euro nel 2025 per contrastare il calo della produzione. Ha annunciato inoltre la prossima nomina di un nuovo CEO, dopo le dimissioni di Carlos Tavares.

  • Reazioni politiche contrastantiFratelli d’Italia ha accolto positivamente le parole di Elkann, attribuendo meriti al governo Meloni e al ministro Urso. La Lega ha invece criticato duramente l’intervento, definendolo "vergognoso". A sinistra, PD e AVS hanno chiesto più garanzie sul ritorno delle produzioni in Italia, mentre Carlo Calenda ha sottolineato la mancanza di autocritica.

  • Sfide future per Stellantis in Italia – Restano incerte le strategie aziendali: la produzione nel paese è calata drasticamente tra il 2023 e il 2024 e si teme che i dazi tra UE e USA possano aggravare la situazione. La questione del nuovo CEO è vista come un possibile segnale per comprendere le reali intenzioni del gruppo nel mantenere o ridurre la sua presenza in Italia.

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Pasquale Narciso
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