19 Mar, 2025 - 12:20

Perché Monica Maggioni da bambina ha assistito a un processo delle Brigate Rosse nel salotto di casa sua

Perché Monica Maggioni da bambina ha assistito a un processo delle Brigate Rosse nel salotto di casa sua

L'ex presidente della Rai Monica Maggioni, oggi, ha confidato al Corriere della Sera di aver assistito, quand'era bambina, a un processo delle Brigate Rosse.

L'ha sbirciato dalla porta della sua cameretta perché quel processo si è svolto nel salotto di casa sua, in Brianza. E sul banco degli imputati siedeva, suo malgrado, il padre: Paolo che, nella Milano dei primi anni Settanta, era un famoso sindacalista della Cisl. La giornalista nata a Milano il 20 maggio 1964 ha spiegato a Tommaso Labate, il cronista che l'ha intervistata, che è la prima volta che svela questo particolare della sua vita.

Monica Maggioni e il processo delle Br nel suo salotto

Monica Maggioni, dal 2013 al 2015 direttrice di RaiNews e dal 2015 al 2018 presidente della Rai prima di diventare la prima donna a dirigere il Tg1 (dal 2021 al 2023), ha raccontato l'episodio che vide protagonista il padre, Paolo, nella prima metà degli anni Settanta, gli anni più feroci del terrorismo rosso e nero in Italia, soprattutto a Milano e in Lombardia.

Ma cosa accadde di preciso nel salotto di casa Maggioni?

virgolette
Improvvisamente, era sera, io, mio fratello e i miei genitori sentiamo un trambusto per le scale e dei colpi violenti alla porta. Mio padre, evidentemente, capisce di che si tratta e mi trascina con la forza in camera da letto, prendendomi per il pigiama. La cosa, lì per lì, mi aveva colpito: l'essere spedita in camera era strano per la nostra famiglia perché montessoriana, parlavamo di tutto e anche ai figli si spiegavano le cose degli adulti

E comunque: nella villetta in Brianza dei Maggioni, entrò un gruppo di ragazzi con l'eskimo, la barba incolta e i capelli lunghi che si chiusero col padre in salotto per sottoporlo a un processo del popolo, come era uso delle Brigate Rosse all'epoca:

virgolette
I sindacalisti, per le Br, erano nemici più pericolosi dei padroni delle fabbriche: quel pezzo di sindacato molto duro ma col senso del dovere, del lavoro, della fabbrica, per loro, era un avversario da cancellare

Ma come andò a finire il processo?

virgolette
Mio padre mantenne il punto e, pur convivendo per gli anni a venire con la paura di essere ucciso, per fortuna se la cavò

Sta di fatto che Monica Maggioni ha dovuto anche specificare che il padre non volle mai parlare più di tanto di quella sera:

virgolette
Non so come andò a finire quella sera nello specifico, non l'ho mai saputo. So solo che mio padre, che era uno che parlava molto, di quella sera ha sempre detto poco o nulla, se non di aver subito un processo da parte delle Br, per giunta dentro casa

Il ricordo della Maggioni nel giorno dell'anniversario dell'omicidio di Marco Biagi

Il ricordo di Monica Maggioni raccolto dal Corriere è arrivato proprio nel giorno del ventitreesimo anniversario dell'omicidio di Marco Biagi.

Il giuslavorista bolognese fu ammazzato a 51 anni il 19 marzo 2002 sotto casa, mentre rientrava in bicicletta.

Il suo omicidio rappresentò un terribile colpo di coda dell'organizzazione terrorista: spezzò la vita del promotore della riforma del mercato del lavoro che vide la luce in ogni caso con il Governo Berlusconi II, con la legge 30 del 2003. 

Oggi, tra gli altri, l'ha ricordato Deborah Bergamini, vicesegretaria di Forza Italia:

virgolette
Oggi ricordiamo l’uomo, lo studioso, il riformista. Capì prima di altri, nei suoi anni di preziosa collaborazione con il secondo governo Berlusconi, che le architetture normative dell’organizzazione del lavoro stavano diventando inattuali. Il suo metodo, la sua logica, sono validi ancor di più oggi, fase in cui l’irruzione della tecnologia, a partire dall’intelligenza artificiale, chiama il legislatore a interrogarsi sulla centralità delle mansioni, sul rapporto imprenditore-dipendente, sul ruolo delle rappresentanze. Per questo Marco Biagi, con la visione del mercato del lavoro e della società che elaborò, costituisce un punto di riferimento a cui guardiamo con gratitudine”

 

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Giovanni Santaniello
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