19 Mar, 2025 - 10:44

Chi era e come è morto Pancrazio Chiruzzi? Storia e omicidi del "solista del kalashnikov"

Chi era e come è morto Pancrazio Chiruzzi? Storia e omicidi del "solista del kalashnikov"

Pancrazio Chiruzzi, noto come il "solista del kalashnikov", è stato una figura leggendaria della malavita italiana, soprattutto a Torino. La sua carriera criminale è stata segnata da numerose rapine e arresti, ma anche da un'aura di fascino e rispetto all'interno del mondo della criminalità. 

Pancrazio Chiruzzi: età e causa della morte

Pancrazio Chiruzzi è morto la notte del 17 marzo 2025 all'età di 72 anni, a causa di una grave infezione polmonare. Era ricoverato in un ospedale di Chivasso da alcune settimane, dove aveva tentato di combattere la malattia che lo aveva colpito.

La sua morte ha suscitato reazioni diverse, con alcuni che lo ricordano come un personaggio affascinante e altri che lo vedono come un criminale pericoloso. Tuttavia, tutti concordano sul fatto che Chiruzzi sia stato una figura unica e leggendaria nel panorama della malavita italiana.

Chi era Pancrazio Chiruzzi? La storia

Pancrazio Chiruzzi nacque il 25 ottobre 1952 nella provincia di Matera, in Basilicata. Tuttavia, la sua vita cambiò drasticamente quando si trasferì a Torino negli anni '60. Fu qui che iniziò la sua carriera criminale, diventando uno dei più noti rapinatori italiani.

Chiruzzi era conosciuto per la sua meticolosità e la sua capacità di pianificare colpi audaci senza spargimenti di sangue. Questo gli valse il soprannome di "solista del kalashnikov" e l'appellativo di "maestro di tutti i rapinatori italiani", attribuitogli da un ex capo della squadra mobile della questura subalpina.

La carriera criminale di Chiruzzi iniziò nel 1971 e si estese per decenni, con numerose rapine in banche, uffici postali e treni, sia in Italia che all'estero. Secondo le sue stesse dichiarazioni, avrebbe compiuto circa 200 rapine durante la sua carriera. La sua abilità nel pianificare e eseguire colpi senza violenza gli permise di diventare una figura rispettata nel mondo della malavita.

Chiruzzi fu arrestato undici volte e trascorse oltre trent'anni in carcere. Tuttavia, nonostante le numerose condanne, non perse mai il suo spirito e il suo senso dell'umorismo. In una famosa occasione, dopo essere stato arrestato in Svizzera, disse ai poliziotti: "Con tutti gli italiani che portano i soldi all'estero, prendete proprio me che li riporto in Italia".

L'omicidio di Amedeo Damiano

Una delle vicende più oscure legate a Pancrazio Chiruzzi è il suo coinvolgimento nell'omicidio di Amedeo Damiano, direttore dell'USSL di Saluzzo, avvenuto il 24 marzo 1987. Chiruzzi fu condannato per concorso in omicidio, accusato di aver agito da intermediario tra i mandanti e gli esecutori materiali del delitto. Per questo reato scontò una pena di 14 anni.

La vita dopo il carcere

Dopo essere stato rilasciato definitivamente nel 2012, Chiruzzi cercò di reinventarsi. Utilizzò le sue conoscenze legali acquisite durante gli anni in carcere per aiutare altri detenuti e divenne una sorta di "consulente legale" per coloro che si trovavano in difficoltà con la giustizia.

Nel 2019, Chiruzzi pubblicò la sua biografia, "Io sono un bandito", scritta in collaborazione con la giornalista Rosella Simone. Questo libro offre uno sguardo unico sulla sua vita e sulla sua carriera criminale, raccontata con un linguaggio diretto e senza compiacimenti.

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