18 Mar, 2025 - 19:12

La legge anti-pride di Orban che mette in imbarazzo il governo italiano: cosa sta succedendo

La legge anti-pride di Orban che mette in imbarazzo il governo italiano: cosa sta succedendo

Un silenzio pesante, quello del governo italiano sulla legge anti-Lgbt voluta dal premier ungherese Viktor Orban. La nuova norma approvata da Budapest, definita dalle istituzioni europee come liberticida, si propone di difendere i bambini dalla propaganda gender arrivando a vietare il Pride, evento annuale degli esponenti della comunità. Da parte dell'Ue c'è la più totale contrarietà a queste misure, ma da parte dell'Italia, che considera Orban come un alleato, per ora tutto tace.

Il premier ungherese è da tanto tempo in buoni rapporti con la destra di governo, in particolare con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni - che ha incontrato lo scorso dicembre a Roma - e con il vicepremier Matteo Salvini, che domani riceverà l'ambito premio magiaro Hunyadi. Il silenzio della maggioranza non è certamente apprezzato dall'opposizione, che invita a condannare questi atteggiamenti portati avanti dal premier ungherese.

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, chiede a gran voce che il governo prenda le distanze dai progetti del partito di Orban, mentre il segretario di +Europa, Riccardo Magi, annuncia che sarà alle manifestazioni in sostegno della comunità Lgbt a Budapest, che si terranno contro la legge del premier ungherese.

La legge di Orban che imbarazza il governo italiano

Una legge liberticida da parte di un alleato scomodo e un silenzio da parte della maggioranza che non lascia presagire nulla di positivo. Il governo ungherese vieterà i Pride, le storiche manifestazioni della comunità Lgbt internazionale, perché ritenuti pericolosi per i bambini e strumenti di propaganda gender. La legge prevede una multa di circa 200.000 fiorini ungheresi (500 euro) per chi parteciperà a un evento proibito.

L'Europa non ha esitato a condannare questa scelta di Orban e del suo partito, da anni controcorrente sui diritti civili rispetto al resto dell'Unione. Non pervenuti Salvini e Meloni, considerati da sempre molto vicini al leader populista e nazionalista ungherese.

Mentre la presidente del Consiglio in passato ha speso parole molto dure nei confronti della presunta propaganda gender, come nel memorabile discorso fatto nel 2019 ai suoi elettori, il vicepremier Salvini ancora oggi ne parla. Una settimana fa, il deputato leghista Sasso ha presentato un libro a riguardo ed era presente anche il leader del Carroccio.

Il premio a Salvini e il silenzio di Meloni

Eppure domani il vicepremier Salvini incontrerà Viktor Orban a Bruxelles, ma non certamente per parlare di diritti civili o per esprimere il disappunto del governo italiano, bensì per ricevere un premio. Il premier ungherese assegnerà a Salvini il premio Hunyadi, dedicato a un eroe nazionale magiaro che ha combattuto i turchi a Varna e Belgrado nel 1444 e nel 1456, diventando reggente del Regno di Ungheria nel mentre.

Sembra difficile che durante l'assegnazione di un premio possano emergere critiche. Da parte di Meloni, invece, sembra che in questo momento l'attenzione sia concentrata su altre questioni, in primis le riforme promosse dal suo governo.

L'opposizione riprende il governo

A riprendere l'esecutivo nazionale ci pensano la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, e il corrispettivo di +Europa Riccardo Magi, che spiegano quanto sia necessario porre un freno a Orban e prendere le distanze. In particolare, la leader dei dem ha spiegato che il Pd sarà dalla parte delle persone appartenenti alla comunità Lgbt.

Magi, invece, spiega che quando si terranno Pride in Ungheria contro la scelta di Orban sarà in piazza. Si unisce alle condanne anche Ivan Scalfarotto, responsabile esteri di Italia Viva, che invita l'Unione Europea - prima del governo italiano - a intervenire contro il premier ungherese. Sembra che nel frattempo, da Budapest, diverse organizzazioni per i diritti umani si stiano già iniziando a mobilitare per garantire il rispetto delle libertà della comunità Lgbt.

Riassunto in tre punti

  • La legge anti-Lgbt di Orban e il silenzio italiano: 
Il governo ungherese ha approvato una legge che vieta il Pride e prevede sanzioni per chi vi partecipa, suscitando la condanna dell'Ue. L'Italia, che considera Orban un alleato, non ha ancora preso posizione.
  • Legami tra Orban e il governo italiano: 
Il premier ungherese ha buoni rapporti con Giorgia Meloni e Matteo Salvini, quest'ultimo in procinto di ricevere un premio in Ungheria. Il governo italiano evita dichiarazioni sul tema, mentre l’opposizione critica questo atteggiamento.
  • Reazioni dell'opposizione e mobilitazioni
: I leader dell'opposizione, tra cui Elly Schlein e Riccardo Magi, chiedono al governo italiano di prendere le distanze da Orban. Magi annuncia la sua partecipazione ai Pride in Ungheria, mentre organizzazioni per i diritti umani si stanno mobilitando contro la legge.

 

 

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Francesco Fatone
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