Non si tratta di un raddoppio, ma di una trasformazione dall'assegno ordinario di invalidità (AOI) alla pensione di vecchiaia. Non basta un anno, né tanto meno poco più, ma i percettori dell'AOI che raggiungono l’età pensionabile potranno beneficiare del passaggio al trattamento pensionistico.
Molte domande sollevano il problema della trasformazione dell’assegno di invalidità in pensione di vecchiaia. L'INPS avvia questa trasformazione in base alle disposizioni normative stabilite dalla legge n. 222 del 12 giugno 1984. Vediamo insieme come e quando avviene questo passaggio.
Nel complesso sistema previdenziale italiano, sono previste diverse opzioni e vantaggi, ma questi vengono concessi solo se vengono soddisfatti i requisiti normativi specifici per accedere alla misura in questione. In particolare, se il titolare dell’assegno ordinario di invalidità non ha maturato almeno 20 anni di versamenti contributivi al compimento dell’età pensionabile, ovvero 67 anni, non avrà diritto alla trasformazione dell'assegno in pensione di vecchiaia.
L'INPS non effettua modifiche, ma applica scrupolosamente le disposizioni normative, secondo le quali la trasformazione automatica dell’AOI in pensione di vecchiaia può avvenire solo se sussistono i requisiti di legge.
Pertanto, se al raggiungimento dei 67 anni il titolare dell’AOI non ha maturato i requisiti contributivi necessari, l'INPS non procederà al passaggio, continuando a erogare l’assegno fino al completamento dei requisiti richiesti.
È importante sottolineare che, qualora non venga perfezionato il requisito sanitario, si corre il rischio di revoca dell'assegno.
Una delle domande più frequenti riguarda l'importo della pensione di vecchiaia per chi percepisce l'AOI. In questo caso, l’INPS applica il sistema di calcolo misto, che combina la parte retributiva con quella derivante dal sistema contributivo.
Se l'assegno ordinario di invalidità è stato revocato o non confermato, i periodi in cui è stato percepito possono essere riutilizzati per ottenere un altro assegno in un periodo successivo.
Inoltre, questi periodi possono essere presi in considerazione per la valutazione dei requisiti contributivi e assicurativi necessari al passaggio alla pensione di vecchiaia.
In ogni caso, l'importo della pensione di vecchiaia non potrà mai essere inferiore a quello riconosciuto per l'AOI.
La legge n. 222/1984 prevede che l'assegno ordinario di invalidità venga trasformato direttamente in pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni, ovvero al raggiungimento dell’età pensionabile.
Tuttavia, dal 1993, la trasformazione segue le disposizioni del D.lgs. 503/92, che stabilisce che, oltre a maturare i requisiti contributivi, è necessario aver cessato l’attività lavorativa.
Secondo quanto riportato dal Patronato Enasc, per i lavoratori autonomi che percepiscono l’assegno ordinario di invalidità valgono le disposizioni dell'articolo 2-ter della Legge n. 114 del 1974.
In base a questa normativa, i beneficiari dell'AOI possono richiedere l'accesso alla pensione di vecchiaia nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD), a condizione che abbiano soddisfatto i requisiti previsti dalla legge.
Per i percettori dell’assegno ordinario di invalidità con una percentuale di invalidità pari o superiore all'80%, la trasformazione in pensione di vecchiaia segue criteri specifici che non dipendono esclusivamente dall’età pensionabile.
In presenza di invalidità, l’INPS consente l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata: 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini.
Tuttavia, è necessario che il titolare dell'assegno abbia maturato almeno 20 anni di contributi per perfezionare il requisito contributivo e procedere alla trasformazione.