18 Mar, 2025 - 16:12

Draghi non si smentisce: per l'ex banchiere della Bce, non c'è futuro senz'armi per la guerra

Draghi non si smentisce: per l'ex banchiere della Bce, non c'è futuro senz'armi per la guerra

C'è solo un modo di sopravvivere. E quel modo è armarsi fino ai denti. La ricetta è firmata dal dottor Mario Draghi: l'ex banchiere centrale della Bce ha solo questa soluzione in tasca. Niente chiacchiere, men che meno diplomazia, anche adesso che Washington si sta avvicinando alle posizioni di Mosca.

Del resto, Draghi è coerente con la sua storia. Era presidente del Consiglio italiano quando, il 24 febbraio 2022, la Russia invase l'Ucraina. E a giugno di quello stesso anno si mise in treno assieme al presidente francese Macron e a quello tedesco Scholz alla volta di Kiev per mostrare fisicamente sostegno a Zelensky.

Con Putin, invece, nemmeno una telefonata. Quella, del resto, sta provando a farla in queste ore Donald Trump, nel frattempo diventato di nuovo presidente degli Stati Uniti, con la speranza, per dirla con il titolo di apertura del Manifesto di oggi, che nessuno "riattacchi".

Cosa ha detto Mario Draghi a proposito del riarmo

Oggi, Mario Draghi è tornato a parlare nel Parlamento italiano, l'istituzione che lo sfiduciò da premier il 22 ottobre 2022, per presentare il suo Rapporto sulla competitività europea. Ma le sue parole più importanti nel corso dell'audizione che ha tenuto davanti alle commissioni riunite di bilancio, attività produttive e politiche Ue di Camera e Senato le ha spese a proposito del piano ReArm di Ursula Von der Leyen:

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La nostra sicurezza è oggi messa in dubbio dal cambiamento nella politica estera del nostro maggior alleato rispetto alla Russia che, con l'invasione dell'Ucraina, ha dimostrato di essere una minaccia concreta per l'Unione Europea

Quella di Draghi, quindi, è una doppia guerra: a est contro la Russia e a ovest contro gli Stati Uniti.

Per l'ex banchiere che fece la sua prima guerra internazionale nel 2012 per difendere l'euro, oggi come allora, non c'è tempo da perdere. Del resto, da appassionato di film western, Draghi ha sempre avuto la mano sul fodero e finanche l'espressione e i tempi dello sceriffo. Quando disse, ad esempio, che avrebbe difeso la moneta europea "costi quel che costi", pochi ricordano che fece una breve pausa e poi aggiunse: "E credetemi, sarà sufficiente", 

Le parole di oggi

Oggi, invece, che ha detto Draghi?

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L'Europa è più sola nei fori internazionali. Ha garantito per decenni ai suoi cittadini pace, prosperità, solidarietà e, insieme all'alleato americano, sicurezza, sovranità e indipendenza. Questi sono i valori costituenti della nostra società europea. Questi valori sono oggi posti in discussione

In queste settimane, invece, tutto è cambiato. E Draghi ha già ben chiaro anche la catena di comando per la difesa europea:

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Occorre definire una catena di comando di livello superiore che coordini eserciti eterogenei per lingua, metodi, armamenti e che sia in grado di distaccarsi dalle priorità nazionali operando come sistema della difesa continentale

Questo avrà delle ripercussioni anche nell'economia europea:

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Dal punto di vista industriale ed organizzativo, questo vuol dire favorire le sinergie industriali europee concentrando gli sviluppi su piattaforme militari comuni, aerei, navi, mezzi terresti, satelliti, che consentano l’interoperabilità e riducano la dispersione e le attuali sovrapposizioni nelle produzioni degli Stati membri

ha sottolineato il consulente speciale della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Il quale, passando di guerra in guerra, ha posto l'attenzione anche su quella commerciale avviata da Trump:

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La nostra prosperità, già minacciata dalla bassa crescita per molti anni, si basava su un ordine delle relazioni internazionali e commerciali oggi sconvolto dalle politiche protezionistiche del nostro maggiore partner. I dazi, le tariffe e le altre politiche commerciali che sono state annunciate avranno un forte impatto sulle imprese italiane ed europee 

 

Draghi ha fatto accenno in ogni caso anche al rilancio della competitività europea attraverso una riduzione delle bollette.

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I costi dell'energia così alti pongono le aziende, europee e italiane in particolare, in perenne svantaggio nei confronti dei concorrenti stranieri. Il che mette a rischio la sopravvivenza di alcuni settori tradizionali dell'economia, ma anche lo sviluppo di nuove tecnologie ad elevata crescita. Una seria politica di rilancio della competitività europea deve porsi come primo obiettivo la riduzione delle bollette per imprese e famiglie

Ma come ha terminato il suo intervento l'ex premier? Con una bacchettata ai parlamentari che l'ascoltavano ma che, evidentemente, a un certo punto, avevano altro da fare:

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Vedo che guardate l'orologio. Quindi vi ringrazio moltissimo per l'attenzione e arrivederci
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Giovanni Santaniello
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