Termina la tregua a Gaza e i bombardamenti di Israele tornano a farsi sentire, facendo tremare per certi versi anche la politica italiana. In un momento in cui il dibattito pubblico sembrava fossilizzato sul conflitto in Ucraina e sulla possibilità di aumentare le spese militari a livello europeo, ecco che l'altro grande conflitto degli anni '20 del 2000 occupa di nuovo la scena.
Mentre è in corso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dalla politica italiana - fatta eccezione per alcuni partiti - arrivano poche parole di condanna nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. A parlare per primo è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha descritto la situazione in corso in Medio Oriente come preoccupante. Nessuno sbilanciamento da parte del titolare del dicastero, che spera solo che la tregua si possa quanto prima ripristinare.
Non è soddisfatto di questa risposta il Movimento Cinque Stelle, che negli scorsi giorni si è opposto al piano di riarmo voluto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e ora invita gli Stati europei a non fornire ulteriori armamenti a Tel Aviv, visto l'utilizzo che ne viene fatto contro i civili palestinesi. Anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, chiede un fermo intervento dell'Unione Europea.
Un fulmine, ma non a ciel sereno. La guerra torna prepotentemente nel dibattito politico italiano a pochi giorni dalla manifestazione del 15 marzo 2025 a Roma, in Piazza del Popolo, che ha visto al centro dell'evento il tema del riarmo. Questa volta non è l'Ucraina a far parlare, ma quello che accade in Medio Oriente.
Nella notte tra ieri e oggi, 18 marzo 2025, le Israel Defence Forces hanno nuovamente attaccato la Striscia di Gaza, provocando oltre 400 morti. I bombardamenti hanno destato tantissimo clamore in Europa e in particolare in Italia, dove esponenti di maggioranza e opposizione hanno espresso parole su quanto accaduto.
Il primo a commentare la notizia dell'attacco di Israele nella Striscia di Gaza è il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, che definisce quanto accaduto come una vicenda "molto dolorosa" senza esprimere parole di condanna verso il premier Netanyahu.
Un atteggiamento non troppo dissimile da quello del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che esprime preoccupazione per quanto sta accadendo in Medio Oriente, ma non spende una parola per il governo israeliano:
Dall'inizio del conflitto in Israele, il 7 ottobre 2023, il governo Meloni ha sempre espresso la sua vicinanza a Netanyahu.
Questa mattina il Movimento Cinque Stelle ha espresso una posizione molto chiara contro Netanyahu, ribadendo che gli Stati membri dell'UE non devono più vendere armi a Israele. Arriva poi l'accusa nei confronti del governo italiano, accusato di far finta di non vedere che la rottura della tregua è provocata dal rifiuto di Israele di passare alla seconda fase dell'accordo, che prevedeva il ritiro delle sue truppe, e alla violazione della tregua con il blocco umanitario e continui attacchi:
A questo commento si associa anche il Partito Democratico. Il deputato dem Marco Furfaro ha ribadito sui social che Netanyahu sta provocando una strage di civili con i suoi bombardamenti. Anche la segretaria del PD, Elly Schlein, ha espresso parole di condanna e chiede dove sia l'Europa in un momento di necessità: