Sono tre giorni che i giornali di sinistra si sfidano a chi posta la foto più bella, rigorosamente dall'alto, della piazza pro Europa di sabato. Ma dopo tre giorni quelli di destra, per quella stessa piazza, l'hanno messa pressappoco così: gli europeisti si sono dati appuntamento nel salotto buono di Roma, ma a spese di chi? La loro manifestazione è costata un occhio della fronte. Ma è giusto che per farlo siano stati chiamati a pagare quantomeno tutti i cittadini di Roma?
E insomma, è partita la crociata: "Sinistra a scrocco in piazza del Popolo, sit-in di Serra e vip pagato dal Comune", ha scritto Il Giornale.
E Libero, per non essere da meno: "La piazzata pro-Ue pagata dagli italiani". Come mai? "Palco, transenne e vigili: il Comune di Roma a guida Pd ha finanziato l'adunata organizzata da Repubblica con Schlein e i vip di sinistra".
Il Tempo, infine, si è concentrato anche sui pullman: "Vacanze romane in piazza", ha titolato. Chi e, soprattutto, come ha portato i 50 mila nel centro di Roma? "Spuntano i pullman pagati per manifestare con Elly e Serra. L'Università di Parma ha organizzato la trasferta per docenti e studenti"
Il tema, allora, tanto per citare Fedex e J-Ax, è questo: allarme! Son tornati i comunisti col Rolex (a spese nostre).
Ma quanto ci costano questi comunisti col Rolex? Di sicuro più di un pieno alla Tesla della coppia Fratoianni-Piccolotti, risponderanno i maligni. E in effetti: il conto totale prevede il saldo di palco, microfoni, proiettori, bagni pubblici, servizi di filtraggio, logistica, servizio d'ordine, pulizia speciale della piazza da parte di Ama, la municipalizzata del Campidoglio, persino di Zetema, la società il cui unico socio è il Comune di Roma e che si è occupata degli accrediti ai giornalisti e dello stand a loro riservato sebbene la sua mission sia "la gestione di attività volte a valorizzare i beni artistici e culturali in ambito cittadino e nazionale, anche mediante la gestione di musei e biblioteche".
Insomma: Laura Cesaretti e Pasquale Napolitano, i due cronisti del Giornale che hanno firmato il pezzo sulla piazza pro-Europa per il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, spulciando nelle carte del Comune di Roma, si sono accorti che la giunta Gualtieri ha impegnato per l'iniziativa di sabato circa 270 mila euro. Anche se il diretto interessato, sui social, non ne ha fatto alcun cenno
La domanda sottintesa è la seguente: perché i soldi di tutti devono servire a pagare una manifestazione per quanto condivisa ma di parte? Michele Serra, interpellato dal Giornale, ha confermato che tutta l'organizzazione è andata a carico del Comune di Roma. Gli uomini del sindaco di Roma hanno risposto che è tutto regolare in quanto "si trattava di una manifestazione istituzionale e non politica, promossa da sindaci di diversi schieramenti, a sostegno dell'Unione europea".
E vabbè: su questo, in realtà, ci sarebbe da discutere perché l'idea della piazza è nata dalle pagine di Repubblica all'indomani dei fatti dello Studio ovale tra Trump e Zelensky, ma poi ci ha messo subito sopra il cappello il partito di riferimento di quel giornale: il Pd, ora a trazione Schlein.
Quindi: privato e pubblico, in questa storia, evidentemente, si mischiano. Perché Repubblica è un'azienda privata, è un giornale edito da Gedi, società della galassia Agnelli. I partiti, i sindacati, le associazioni che hanno aderito, evidentemente, no.
C'è, quindi, un bene comune di cui si è preso cura il Comune di Roma: il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione.
Fatto sta che sul contributo economico del Campidoglio, si sta attivando la commissione comunale Trasparenza, in Parlamento è attesa un'interrogazione da parte dei deputati Alessandro Amorese e Gaetana Russo di Fratelli d'Italia per fare luce sul pullman organizzato dall'Università di Parma. E, buon ultima, sul pezzo è arrivata anche la Lega con questa nota:
Chissà se per scriverla quelli del Carroccio hanno messo in sottofondo Fedez e J-Ax: