18 Mar, 2025 - 12:10

Chiara Poggi, le tracce di nicotina e il racconto del "supertestimone" del delitto: cosa sappiamo

Chiara Poggi, le tracce di nicotina e il racconto del "supertestimone" del delitto: cosa sappiamo

Si continua a parlare del caso di Chiara Poggi, la 26enne uccisa a Garlasco, in provincia di Pavia, nell'agosto del 2007. La riapertura delle indagini e l'iscrizione di Andrea Sempio nel registro dei sospettati hanno risollevato, a distanza di diciotto anni, una serie di interrogativi. Tra di essi, quello a cui la Procura si è ora riproposta di rispondere: è possibile che l'assassino abbia lasciato una traccia sulla scena del crimine?

Il Dna sotto le unghie e la nicotina nei capelli di Chiara Poggi

All'epoca dei fatti, sotto le unghie di Chiara Poggi fu trovato del Dna, giudicato "inutilizzabile" perché "degradato". Tuttavia, secondo una consulenza firmata dai genetisti Ugo Ricci e Lutz Roewer, grazie alle nuove tecnologie, lo stesso Dna sarebbe oggi leggibile.

E potrebbe corrispondere a due profili diversi, apparentemente incompatibili con quello di Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, condannato a 16 anni di reclusione per il delitto. Da qui la decisione di sottoporre Sempio a un prelievo coatto, per un confronto (anche con altre tracce rinvenute nella villetta).

Il 37enne, già prosciolto due volte (l'ultima nel 2020), risulta al momento indagato per omicidio in concorso con ignoti o con Stasi. Ma, come lui, si è sempre proclamato innocente. A renderlo sospetto, il fatto che non avrebbe un alibi certo.

Interrogato al pari di altri amici del fratello della vittima, disse di aver trascorso la mattina dell'omicidio in una libreria di Vigevano (che in realtà era chiusa), presentando un anno dopo i fatti (nel 2008), il biglietto intonso di un parcheggio lì vicino. 

Un giallo, come quello delle tracce di nicotina riscontrate nei capelli di Chiara da una vecchia perizia, che indicherebbero che, prima di morire, la giovane trascorse del tempo con dei fumatori (quando Stasi non fumava). Chi erano?

Il racconto del presunto "supertestimone"

Le domande a cui rispondere sono molte. Intanto, a Le Iene, una persona rimasta anonima ha fatto sapere di essere a conoscenza di importanti dettagli riguardanti il caso, sostenendo di volerli rivelare, a distanza di tanti anni, per "quella ragazza".

"Un mese dopo il delitto avevo delle cose da dire, ma non c'è stata l'intenzione di ascoltare", ha dichiarato. Il suo racconto è stato consegnato dagli autori della trasmissione televisiva all'autorità giudiziaria, che ha chiesto il massimo riserbo. Il contenuto, quindi, per ora, è ignoto. 

La testimonianza (ritrattata) sulla cugina della vittima

Se sarà utile o meno a ricostruire l'accaduto, lo chiariranno gli inquirenti, che per esempio bollarono come "inattendibile" la testimonianza del tecnico dell'Asm (Impianti e Servizi Ambientali Spa) Marco Muschitta che, nel settembre 2007, raccontò, come riportato da Libero e da Il Tempo, di aver notato "una ragazza bionda" allontanarsi in bici dalla villetta di via Pascoli, la mattina del delitto.

"Aveva nella mano destra un piedistallo tipo da camino grigio-canna da fucile con in testa tipo una pigna", disse, puntando il dito contro una delle cugine della vittima, Stefania Cappa, finita in un polverone mediatico, nononostante non fosse mai stata indagata. Successivamente, l'uomo ritrattatò tutto, sostenendo di "aver inventato ciò che aveva raccontato" perché "stupido", come diceva anche in un'intercettazione al padre, che gli rispondeva: "L'importante è che tu sia andato a dire quello che sapevi".

L'estratto di una puntata della trasmissione Mediaset "Mattino 5" di ieri, 17 marzo 2025.

Cappa lo denunciò in seguito per calunnia; Muschitta fu assolto perché "il fatto non sussiste"

Chi e perché ha ucciso Chiara Poggi? Una sintesi

Mentre le indagini proseguono, Stasi, che è recluso nel carcere di Bollate e si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, ha quasi finito di scontare la sua pena. Secondo i giudici che lo hanno riconosciuto colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio (dopo due sentenze di assoluzione), avrebbe ucciso la fidanzata con un oggetto contundente al culmine di una lite. Scoppiata, forse, perché lei aveva scoperto del materiale pornografico sul suo computer. 

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Sara D'Aversa
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