L'appuntamento è alle 14:30 in Senato per l'avvio dei quattro giorni che possono terremotare la politica italiana. E già: perché a Palazzo Madama, nella giornata di oggi, martedì 18 marzo 2025, è attesa la premier Giorgia Meloni per le comunicazioni formali in vista di un Consiglio dell'Unione Europea in programma giovedì e venerdì di questa settimana che si annuncia fondamentale per il futuro dell'Europa sul fronte ucraino.
Il parlamento italiano è chiamato a scegliere la linea che il nostro Paese deve tenere nel consesso europeo. Ma sia la maggioranza di centrodestra che l'opposizione di centrosinistra si annunciano in ordine sparso all'appuntamento.
Il voto di mercoledì scorso nell'europarlamento sulle mozioni inerenti il riarmo e gli aiuti all'Ucraina ha già mostrato tutte le spaccature in seno alle coalizioni italiane. Ma ora, prima al Senato e poi alla Camera, il rischio è di replicarle con effetti imprevedibili.
Queste sono le posizioni di partenza dei partiti, posizioni che fanno capire anche chi rischia di più.
Fratelli d'Italia a Strasburgo ha votato sì al piano ReArm Europe di Ursula Von der Leyen e si è astenuta sulla mozione di sostegno a Kiev con la speranza mai celata da Giorgia Meloni di poter continuare a fare da ponte tra il Vecchio Continente e l'amministrazione Trump. Tuttavia, la premier ha il suo bel da fare per tenere unita la sua maggioranza. Perché la Lega, che in sede europea è all'opposizione della Von der Leyen sedendo nel gruppo degli euroscettici dei Patrioti, ha già votato no sia alla risoluzione per il riarmo che per quella del sostegno all'Ucraina.
Forza Italia, invece, ha rappresentato un pilastro del Partito Popolare Europeo che ha sostenuto entrambe le risoluzioni.
Sta di fatto che in Italia la maggioranza Meloni deve contare anche su Noi Moderati di Maurizio Lupi, il quale si è detto favorevole alla costituzione di una difesa comune:
Il puzzle del centrodestra, insomma, per essere composto del tutto, deve fare fare i conti soprattutto con il filo-putiniano Matteo Salvini. Anche se Donzelli predica che va tutto bene, madama la marchesa
#Donzelli: "Menomale che ci siamo noi del centrodestra al #governo, sulla politica estera abbiamo una posizione chiara"#17marzo pic.twitter.com/uTgli8RuZ0
— Tag24 (@Tag24news) March 17, 2025
In ogni caso, nell'opposizione le cose non vanno affatto meglio. Anzi: qui, il quadro, nonostante la manifestazione di sabato in piazza del Popolo, è ancora più ingarbugliato: il Partito Democratico, infatti, è sull'orlo di una crisi di nervi. Elly Schlein è contraria al riarmo firmato Von der Leyen. Ma nell'Europarlamento ha già perso per strada metà del suo partito che ha votato a favore e non è andata sotto solo perché è riuscita a recuperare dalla sua parte l'ex sindaco di Firenze oggi europarlamentare Dario Nardella. Uno scivolone anche oggi condurrebbe i dem dritti dritti a una inevitabile resa dei conti con un congresso, la convocazione di un'assemblea nazionale o un referendum tra gli iscritti: tutte le opzioni sono sul tavolo del Nazareno.
In ogni caso, tutto si può fare in queste ore tranne che parlare di Campo largo: il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte è più vicino a Salvini che ai democratici. L'ex premier è contrario sia al riarmo europeo che al sostegno dell'Ucraina.
#Conte: "Vorrei che tutti i governanti europei fossero convinti di appoggiare questo processo di pace fra #Russia e #Ucraina. Sicuramente l'#ONU è il simbolo migliore per poter mandare dei soldati"#17marzo pic.twitter.com/UQcvdJkSfO
— Tag24 (@Tag24news) March 17, 2025
Alleanza Verdi e Sinistra idem: sono per la pace, sic et simpliciter.
Azione, invece, è a favore, sia di ReArm Europe che dei nuovi aiuti all'Ucraina. Mentre Italia Viva sta a metà: a favore dell'Ucraina ma contro il piano di riarmo promosso dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen:
dixit Matteo Renzi. E proprio per citarlo, occorrerà una bella scorta di pop-corn per vedere che succederà da oggi a venerdì: i quattro giorni che possono terremotare i partiti italiani.