Gli Stati Uniti e la Russia tornano al centro della diplomazia internazionale per un atteso colloquio tra Donald Trump e Vladimir Putin. Il presidente americano ha annunciato che il 18 marzo parlerà con il leader del Cremlino, in un momento in cui i negoziati per un cessate il fuoco in Ucraina sembrano entrare in una fase cruciale.
Durante la sua campagna elettorale, Trump aveva promesso di porre fine alla guerra rapidamente, ma la realtà diplomatica appare più complessa. L’incontro si inserisce in un quadro di trattative già avviate tra Washington e Mosca, con gli occhi puntati sulle richieste avanzate da entrambe le parti.
Tra i punti sul tavolo ci sarà anche il futuro dei territori contesi e delle infrastrutture strategiche. Resta da vedere se il colloquio porterà a progressi concreti o se le divergenze rimarranno insanabili.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che il 18 marzo parlerà con il suo omologo russo, Vladimir Putin. Anche Mosca ha confermato il colloquio. Gli Stati Uniti restano il principale mediatore tra Ucraina e Russia.
Durante la campagna elettorale del 2024, Trump aveva promesso di porre fine alla guerra in tempi brevi. Gli sforzi per raggiungere un accordo sono in corso, ma appare evidente che la fine del conflitto non sarà così rapida come il tycoon aveva dichiarato in precedenza.
I primi incontri tra funzionari americani e russi si sono svolti in Arabia Saudita, senza la presenza degli ucraini. Da allora, la comunità internazionale ha spesso evidenziato un riavvicinamento tra Washington e Mosca, sottolineando il rischio che ciò possa compromettere gli interessi di Kiev in un eventuale accordo di pace.
Dopo una breve crisi diplomatica tra Ucraina e Stati Uniti, l’amministrazione di Volodymyr Zelensky ha accettato un cessate il fuoco di 30 giorni. L’eventuale tregua si applicherà lungo l’intera linea del fronte, così come nel Mar Nero. In cambio, Washington ha ripristinato il flusso di informazioni di intelligence e gli aiuti militari a Kiev.
I contatti tra i funzionari russi e americani proseguono, e l'inviato speciale statunitense, Steve Witkoff, ha visitato Mosca, incontrando Vladimir Putin. L’attenzione è ora rivolta al leader del Cremlino per capire se la Russia accetterà o respingerà l’accordo per un cessate il fuoco in Ucraina. Le incertezze, tuttavia, restano.
L’atteso colloquio tra Donald Trump e Putin è di particolare rilievo. Il presidente americano punta a ottenere il via libera di Mosca per l'accordo di tregua e ha dichiarato che le discussioni sulla fine del conflitto riguarderanno anche la “divisione di alcuni beni”:
Uno dei punti chiave del colloquio, quindi, sarebbe la centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalla Russia nel marzo 2022.
La Russia non si tira indietro dalle discussioni sui negoziati, tuttavia, il leader russo ha già affermato che considera il cessate il fuoco un'opportunità per Kiev di riorganizzarsi e riarmarsi durante il periodo di tregua.
Si prevede che Putin insisterà sulle richieste già avanzate in passato. Mosca potrebbe chiedere la smilitarizzazione dell'Ucraina e l'abbandono dell'ambizione di aderire alla NATO. Inoltre, potrebbe esigere di mantenere i territori conquistati durante il conflitto. Secondo i dati della CNN, dall'inizio della guerra l’11 per cento del territorio ucraino è stato occupato dalla Russia.
Le parole del vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, rilasciate al media russo Izvestia, sembrano confermare queste aspettative. Grushko ha dichiarato, infatti, che il suo paese chiederà "garanzie di sicurezza ferree" nei colloqui.