17 Mar, 2025 - 12:53

Pubblica Amministrazione, premi in base alla performance: cosa cambia con il Ddl Merito

Pubblica Amministrazione, premi in base alla performance: cosa cambia con il Ddl Merito

Il Disegno di Legge Merito prevede l’introduzione di molte novità per i lavoratori della Pubblica Amministrazione. Il nome suggerisce già tanto: l’intenzione è quella di premiare i dipendenti più meritevoli.

In questa direzione, il Ddl introduce due novità: da una parte troviamo un nuovo meccanismo per i premi in busta paga e dall’altro un sistema per la promozione a dirigenti, senza il bisogno di partecipare a concorsi. Vengono introdotte disposizioni per valutare la performance dei dipendenti della PA.

Come funziona? In questo articolo, passeremo in rassegna tutte le novità contenute nel Disegno di Legge Merito.

Cosa prevede il Disegno di Legge Merito?

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il Disegno di Legge Merito, che introduce nuove norme per la valutazione delle performance dei dipendenti pubblici e per stabilire i criteri per accedere alle posizioni dirigenziali.

La valutazione cambia, passando da un sistema burocratico a uno basato sugli obiettivi. Ciò che conta non saranno più i titoli o l’idoneità a un concorso, ma i risultati ottenuti.

L’obiettivo della misura è migliorare l'efficacia della valutazione. In pratica, si cerca di evitare che quasi tutti i dipendenti pubblici ricevano una valutazione eccellente, rendendo così inefficace il sistema dei premi in busta paga.

Il Disegno di Legge, infatti, vuole stabilire modalità e tempi chiari per l'assegnazione e la misurazione degli obiettivi.

Come verranno valutati i dipendenti della Pubblica Amministrazione

Una delle principali novità del Disegno di Legge Merito, per raggiungere gli obiettivi posti, è la valorizzazione del ruolo della formazione nei criteri di valutazione.

Quello che si propone il Governo è l’ennesimo tentativo per evitare che tutti (o quasi) i lavoratori della PA ricevano una valutazione eccellente, rendendo, di conseguenza, inutile il sistema dei premi in busta paga.

In termini pratici, i lavoratori dipendenti della Pubblica Amministrazione verranno valutati nella loro performance. Proprio per questo motivo, il Ddl si propone di disciplinare non solo i modi di assegnazione dei premi, ma anche gli stessi tempi.

Vengono introdotti criteri basati sugli obiettivi e sui risultati raggiunti per valutare anche il comportamento organizzativo, come la leadership.

Per i lavoratori dipendenti delle PA, il risultato di questo nuovo sistema di valutazione avrà ricadute direttamente nelle retribuzioni.

Lo stesso stipendio deve essere progressivo e correlato alla valutazione conseguita, naturalmente in termini di percentuale. Ci sarà un trattamento retributivo legato alla performance. Proprio su questo aspetto arriva la principale stretta del Governo perché il punteggio massimo potranno andare a non più del 30% dei lavoratori valutati. Una percentuale molto bassa rispetto a quanto sta accadendo attualmente.

Come funziona il nuovo meccanismo di carriera dirigenziale

Un’altra importante modifica arriva al meccanismo per fare carriera. In sostanza, cambiano le modalità di selezione dei dirigenti che non dovranno più affrontare un concorso pubblico, ma rispondere a un bando interno.

Sarà compito di una commissione selezionarli, per poi essere confermati al termine di un periodo di prova.

Chi può partecipare a questi bandi? I lavoratori dipendenti della PA con cinque anni di servizio o con due anni di servizio nell’elevata qualificazione.

La commissione che dovrà valutarli sarà composta da sette membri di cui:

  • Quattro interni all’amministrazione;
  • Due esperti esterni;
  • Un presidente esterno.

Inoltre, faranno parte della commissione, anche senza diritto di voto, i superiori dei dipendenti che si sono candidati.

Per quanto riguarda i componenti della commissione, saranno estratti a sorte. Gli stessi non potranno partecipare alla commissione per due volte consecutive. Come già detto, la commissione non valuterà né i titoli e neppure le risposte di un esame, ma la performance dei candidati. Quindi, non bisogna aspettarsi un classico concorso con risposte a crocette, ma un colloquio attitudinale, una relazione del superiore e una prova individuale legata all’esperienza.

I vincitori saranno temporanei per un massimo di tre anni, rinnovabili solo un’altra volta. Dopo il quarto anno, scatterebbe la nuova valutazione. Solo se positiva, il candidato diventerà dirigente a tutti gli effetti.

I punti salienti del testo

Il Disegno di Legge Merito introduce un sistema di valutazione basato sulla performance per i lavoratori della Pubblica Amministrazione, sostituendo il modello burocratico.

I premi in busta paga e le promozioni a dirigenti saranno legati ai risultati ottenuti, con una selezione che non richiede concorsi. I dirigenti saranno scelti tramite bandi interni, valutando performance ed esperienza, e resteranno in carica per massimo sei anni.

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Sara Bellanza
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