Eva contro Eva. Da un lato Elly Schlein, da due anni regina (fino a quest'inizio di 2025 pressocché incontrastata) del Partito Democratico. Dall'altra, ben cinque donne dem che la sfidano a viso aperto. La risoluzione europea per continuare a garantire un sostegno all'Ucraina è destinata a segnare un prima e un dopo per il partito più importante del centrosinistra.
La spaccatura tra l'ala riformista, che a Bruxelles ha votato sì al riarmo firmato Von der Leyen, e quella movimentista e di sinistra più vicina alla segretaria che per quello stesso documento si è astenuta, non poteva essere nascosta nemmeno ieri, in piazza del Popolo, dove si è svolta la manifestazione pro Europa.
Sotto al Pincio, erano rappresentate due linee politiche in realtà inconciliabili. Tant'è che, assieme alla Schlein, c'erano anche le cinque donne pronte a detronizzarla. Di chi si tratta? Ecco l'elenco: Pina Picierno, Lia Quartapelle, Simona Malpezzi, Elisabetta Gualmini e Irene Tinagli.
E insomma: la manifestazione invocata da Michele Serra di Repubblica non è stata propriamente un pranzo di gala. Per il Pd, spaccato su una questione sostanziale, finanche identitaria, che impatta sia sulla politica estera che interna, non poteva essere altrimenti.
Le cinque donne che sfidano ormai apertamente Elly Schlein, mercoledì scorso, hanno tutte votato contrariamente all'indicazione della segretaria sul riarmo europeo e il sostegno a Kiev. E la tensione era palpabile. Tant'è che quando si è avvicinata ai giornalisti, la regina Elly non ha potuto nascondere il suo nervosismo, come testimonia il video di Askanews e del Messaggero
E insomma:
Mettetevi nei panni della regina Elly, scomodissimi. Perché è stretta da un lato dai riformisti che hanno votato come tutto il resto del mondo socialdemocratico europeo e dall'altra dai pacifisti tendenza Travaglio che pure la rimproverano perché, secondo loro, davanti al bivio armi sì armi no, si risponde in modo netto no, non con un'astensione che sa tanto di Ponzio Pilato.
E comunque: la questione si riproporrà nel corso della settimana che inizia domani nel parlamento italiano. Martedì, i gruppi dem di Camera e Senato si vedranno per definire una mozione in vista delle comunicazioni al parlamento che dovrà rendere Giorgia Meloni prima del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. E prevederne l'esito equivale a un terno al lotto. Anche perché le cinque donne che sfidano Elly Schlein sono davvero determinatissime.
La prima è Pina Picierno, vicepresidente del parlamento europeo ma molto attiva anche in Italia (domani pomeriggio sarà a Napoli per promuovere il suo appello per un'Europa libera e forte). Da sempre dalla parte di Kiev senza se e senza ma, tanto da essere attaccata dal propagandista russo sotto sanzione Ue Vladimir Solovyev ("la sua bocca puzza di tirannia, bestia schifosa, vergogna della razza umana") dopo che si era mossa per evitare che fosse ospitato nella trasmissione del 9 marzo di Massimo Giletti sulla Rai
La seconda donna anti-Schlein risponde al nome della deputata italiana Lia Quartapelle. Il 5 marzo, una settimana prima dell'eurovoto che ha spaccato il Pd, scriveva sui social quanto segue:
La terza anti-Elly invece è la senatrice Pd Simona Malpezzi. Ieri, al Tgcom, ha commentato la manifestazione di piazza del Popolo con queste parole
La quarta sfidante di Elly Schlein, invece, è Elisabetta Gualmini che, sebbene si sia appena sospesa dal gruppo dei Socialdemocratici europei, quello di cui fanno parte i dem italiani, mostra sui social la bandiera che oggi meglio di tutte rappresenta la libertà e la democrazia: quella ucraina (ieri, nella piazza europeista di Serra e Schlein, assai poco esibita)
La quinta anti-Schlein, infine, è Irene Tinagli: l'ha proprio scritto a caratteri cubitali perché ha votato a favore del piano von der Leyen
Schlein avvisata, ma chissà se mezza salvata.