Nella piazza "della pace del cuore", per dirla con Giuliano Ferrara, il gran cerimoniere Michele Serra, il giornalista di Repubblica che l'ha convocata al grido viva l'Europa senz'armi, tutto contento, è salito sul palco a benedire i 50 mila accorsi con le bandiere blu e della pace (troppo poche quelle ucraine) e a salutarli con un "non perdiamoci di vista".
Augurio quanto mai rivelatorio: quella di Serra è stata una citazione, evidentemente, pensata ad hoc per la piazza che aveva immaginato e che, al 90%, è stata: quella in cui nessuna delle persone che ne ha fatto parte "ignora che la risposta armigera formulata da Von der Leyen cozzi tristemente contro i valori fondativi dell'Unione Europea".
Serra, infatti, ha citato Nanni Moretti: il regista fece quello stesso saluto nel 2002, all'epoca dei girotondi contro il governo Berlusconi. E, a ben vedere, quel saluto di Serra è stato rivolto allo stesso, identico, elettorato girotondino di ventitrè anni fa. Sebbene con una differenza sostanziale: all'epoca, non c'era un girotondino a capo del maggior partito di centrosinistra: c'era Piero Fassino ad avere l'ultima parola sulle liste dei candidati. Oggi, invece, c'è una movimentista doc, Elly Schlein.
Proprio per questo, in piazza del Popolo e dintorni, già da ieri, arrotolate le bandiere blu e finita la tregua mediatica interna al partito, qualche piddino di area riformista ha iniziato a pensare (più o meno maliziosamente) che la manifestazione fosse servita a Elly Schlein quantomeno a trovare un altro candidato di sinistra-sinistra da spendere alle prime elezioni disponibili: Michele Serra, appunto. Con password "nonperdiamocidivista".
E insomma: corsi e ricorsi storici. Nel 2002, Nanni Moretti si mise a capo del movimento dei girotondi perché credeva che i dirigenti politici della sinistra fossero del tutto incapaci di contrastare il "Caimano" Berlusconi. Meglio, dal palco allestito all'epoca a piazza San Giovanni come ier da quella di piazza del Popolo, rivolgersi alla (mitica) società civile:
Ecco, sempre rimanendo al vangelo nannimorettiano, se le parole sono importanti, sono state copiate e incollate dal Serra-pensiero di ieri. All'epoca non valsero una candidatura di Moretti che, anzi, si mise contro l'establishment politico della sinistra e svanì da lì a poco (del resto, dal palco di San Giovanni disse anche "continueremo a delegare ai partiti, ma non sarà più sempre una delega in bianco"). Ma oggi? Schlein sogna a occhi aperti quando si tratta di girotondolare: Serra ha davanti a sè un tappeto rosso per scendere in campo.
Che Elly Schlein, del resto, ami i giornalisti schierati a sinistra-sinistra l'ha già dimostrato ampiamente. La segretaria del Pd ne ha candidati e fatti eleggere ben tre alle scorse elezioni europee: il responsabile informazione e cultura della sua segreteria, il fedelissimo Sandro Ruotolo; l'ex presidente della Rai Lucia Annunziata e l'ex direttore di Avvenire, l'ultrapacifista Marco Tarquinio. Non a caso, tutti e tre le sono rimasti fedeli non votando, mercoledì scorso, per la risoluzione del ReArm di von der Leyen.
E poi con Serra è già tutta una corrispondenza di amorosi sensi. Ieri, in piazza, si sono stretti la mano:
riporta oggi Repubblica. Certo, se son rose, fioriranno quando ci sarà da compilare le liste elettorali. Ma intanto, sempre a piazza del Popolo e sempre in tema floreale, tra i dem riformisti (e, come il resto dei socialdemocratici europei, pro von der Leyen), circolava una battuta che la dice davvero assai lunga (anche) sull'amore scoppiato tra Michele Serra e Elly Schlein: