Una vittima, Chiara Poggi. Un colpevole che ha sempre proclamato la sua innocenza e che ha ormai quasi terminato di scontare la sua pena, Alberto Stasi. E ora, anche un nuovo sospettato, Andrea Sempio, indagato (e prosciolto) due volte: nel 2017 e nel 2020. A distanza di 18 anni, la storia del delitto di Garlasco, che nell'agosto del 2007 sconvolse il Pavese, continua a far parlare di sé, con nuovi sviluppi, misteri e rivelazioni, come quella sui "reperti distrutti".
A rivelare che molti degli oggetti sequestrati dopo l'omicidio Poggi sarebbero ormai inutilizzabili sono stati gli investigatori, attualmente impegnati nella raccolta di elementi potenzialmente utili per le nuove indagini a carico di Andrea Sempio.
I reperti che erano conservati presso l’Ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia sono stati distrutti nel 2022, come accade per i casi passati in giudicato. Altri, sarebbero stati al tempo riconsegnati alle famiglie e quindi oggi “introvabili” o difficilmente analizzabili, in quanto “contaminati”.
Si fa riferimento, in particolare, alla bici nera da donna sequestrata ad Alberto Stasi, che alcuni testimoni avevano visto appoggiata al muro di cinta della villetta della vittima la mattina del delitto – e che montava pedali diversi rispetto a quelli originali, come se fossero stati cambiati –.
Al pigiama che Chiara indossava e al computer della sua famiglia, quest’ultimo importante perché, secondo il fratello della 26enne, Marco Poggi, veniva usato di tanto in tanto anche dal suo amico Sempio. Circostanza che potrebbe giustificare la presenza del suo Dna sotto le unghie della vittima, se venisse confermato dal test a cui il 37enne è stato sottoposto coattivamente a Milano.
Il servizio di Jari Pilati per il Tg3 - 13 marzo 2025.
È emerso, intanto, che Sempio sarebbe stato indagato (e prosciolto) non solo nel 2017, dopo che i difensori di Stasi presentarono una consulenza che evidenziava la compatibilità tra il suo profilo genetico e quello estratto sotto le unghie della vittima, ma anche nel 2020.
Anno a cui risalirebbe un’informativa dei carabinieri di Milano su “una serie di anomalie” nell’inchiesta che ha portato alla condanna di Stasi. Nel documento, datato 9 luglio, i militari di via Moscova avanzavano, in particolare, l’ipotesi di un “doppio killer”.
Quella che ora è tornata in auge con l’iscrizione di Sempio nel registro degli indagati per omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi. I dubbi sollevati cinque anni fa riguardavano le “impronte papillari sovrapposte” trovate sul dispenser del bagno del piano terra della villetta.
“La presenza di 4 capelli neri lunghi” nel lavandino dello stesso, “un’impronta sulla parete interna della porta di ingresso” mai analizzata e le “telefonate verso casa Poggi” che Sempio fece tra il 7 e l’8 agosto, quando Chiara era sola in casa, mentre i genitori e il fratello erano in vacanza.
Come nel 2017, anche nel 2020 la posizione di Sempio fu archiviata. La Procura sottolineò, infatti, che “tutti i punti segnalati come incongruenti dai carabinieri di Milano” erano già “stati oggetto di ampia valutazione” e definì le argomentazioni dei militari “parziali”.
Ricordando il “quadro d’insieme convergente verso la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio” a carico di Stasi. Ora la nuova indagine, che potrebbe arrivare alle stesse conclusioni o a conclusioni diverse. Nell’ordinanza con cui la gip, Daniela Garlaschelli, ha disposto il prelievo del Dna dell’indagato, si legge che quest’ultimo sarà confrontato anche con “nuove tracce”.
La difesa di Stasi, che ha intanto quasi finito di scontare la sua pena, si aspetta "sorprese". Sempio, dal canto suo, si dice, tramite gli avvocati Massimo Lovati e Angela Taccia, “tranquillo, perché innocente”. La sua vita, però, è stata di nuovo stravolta, come quella dei familiari di Chiara, per i quali, tutta questa storia non è che una ferita che si riapre.