Il 15 marzo 1908 segna una data fondamentale nella storia calcistica del Salento: quel giorno nasceva lo "Sporting Club Lecce", la prima società calcistica del territorio. Da piccola realtà locale, la società ha fatto grandi passi avanti, e soprattutto negli ultimi 50 anni della sua storia ha raggiunto traguardi che mai nessun salentino si sarebbe potuto aspettare.
La fondazione avvenne grazie all’impegno di un gruppo di giovani studenti leccesi, che, con l’aiuto dei loro insegnanti, costituirono la squadra, animati dalla passione per il calcio e dalla voglia di creare un punto di riferimento sportivo per la città.
Guarda caso, la maglia iniziale progettata dai due fondatori era rosso-nera a strisce verticali, scelta ispirata al Genoa, uno dei club più prestigiosi dell’epoca, che ieri ha incontrato i giallorossi in un importantissimo match salvezza terminato a favore dei liguri.
Nel corso dei suoi 117 anni, il Lecce ha vissuto momenti di gloria che, al di là dell'obiettivo sportivo, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Serie A. Molti giocatori hanno contribuito a scrivere questa storia, diventando simboli per i tifosi giallorossi. Tra i più celebri c'è Anselmo Bislenghi, il miglior marcatore della storia del Lecce con 87 reti in 163 partite di campionato. Il suo record lo rende una leggenda per il club, ma ancor di più lo consacra come uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio salentino. Nella stagione 1951/52, Bislenghi fu anche capocannoniere del campionato di Serie C con 32 gol in 34 partite, dimostrando la sua straordinaria abilità sottoporta.
Il suo nome è impresso sugli spalti dello stadio Via del Mare: Michele Lo Russo, che detiene il primato di presenze con ben 418 partite giocate tra il 1970 e il 1983, è uno dei giocatori più amati, pur essendo di provenienza barese (acerrimi nemici dei salentini). Lo Russo è stato il simbolo di quella che si potrebbe definire la "spina dorsale" della squadra, un giocatore che ha dato il massimo in ogni stagione e che ha contribuito a mantenere alto il nome del Lecce anche nei periodi più difficili.
Il Lecce può anche vantare altri primati incredibili, come quello di Emerich Tarabocchia, il portiere che nella stagione 1974/75 stabilì il record di imbattibilità con 1.790 minuti senza subire gol, un’impresa che ancora oggi rimane straordinaria per il calcio italiano.
Storia a parte, sicuramente i tifosi giallorossi non avranno tutta la voglia di scendere in piazza a festeggiare: il Lecce sta attraversando un periodo di grande difficoltà, confermato dall'ennesima sconfitta di ieri a Marassi contro il Genoa. Dopo un inizio un po' più promettente, ora Marco Giampaolo si trova in una posizione di classifica preoccupante, e anche oggi dovrà sperare nella sconfitta o nel pareggio di Parma ed Empoli.
La squadra non è riuscita a mantenere la continuità di risultati e le prestazioni sul campo sono spesso apparse deludenti. Ci sono dei limiti e sono forti: nonostante la prestazione "discreta" dei calciatori ieri a Genova, è arrivata anche una maxi contestazione da parte del tifo organizzato, che non ha accolto di buon grado i suoi sotto il settore ospiti alla fine del match.
Nonostante le difficoltà, il Lecce ha sempre potuto contare sul suo pubblico, che non ha mai smesso di sostenere la squadra. La passione dei tifosi è il vero motore che spinge il club a non arrendersi mai, anche quando la situazione sembra difficile. La storia del Lecce, fatta di sacrifici, vittorie, delusioni e trionfi, è un patrimonio che non può essere dimenticato. I 117 anni di storia non sono solo un segno di orgoglio per la città di Lecce, ma anche una fonte di ispirazione per affrontare le difficoltà del presente.
La speranza per il futuro rimane forte: nonostante il risultato sportivo, ora i salentini godono di una società sana, in forma, che ha tutti i mezzi per costruire un futuro roseo, magari, un giorno, realizzare obiettivi ben più grandi.