15 Mar, 2025 - 14:04

La Cisgiordania rischia di diventare la nuova Gaza?

La Cisgiordania rischia di diventare la nuova Gaza?

Mentre l'attenzione internazionale resta concentrata sugli avvenimenti della Striscia di Gaza, la Cisgiordania vive un'escalation militare senza precedenti. Raid aerei, operazioni militari su larga scala e attacchi dei coloni israeliani stanno trasformando il territorio occupato in un nuovo fronte di conflitto. Secondo le Ong e le Nazioni Unite, la situazione sta rapidamente degenerando, con l'esercito israeliano che intensifica la sua presenza e le restrizioni ai danni della popolazione palestinese. C'è chi parla ormai di una "Gazaficazione" della Cisgiordania, ma cosa sta accadendo esattamente?

Escalation in Cisgiordania: Israele intensifica gli attacchi aerei e le operazioni militari

Aumentano i timori per la Cisgiordania mentre Israele ricorre agli attacchi aerei su larga scala nel territorio palestinese. I media locali riportano che l'esercito israeliano continua i raid nel campo profughi di Nur Shams, nel nord della Cisgiordania. Secondo quanto riferito, le forze israeliane hanno preso d'assalto anche la città di Salfit, nel centro del territorio occupato. Non si fermano le notizie di palestinesi colpiti o uccisi con armi da fuoco.

Gli attacchi israeliani nel territorio si sono intensificati già dopo il 7 ottobre 2023 e sono aumentati vertiginosamente con l'inizio del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

Con la riduzione degli interventi militari nella Striscia, Israele ha avviato una nuova operazione delle forze armate chiamata "Muro di Ferro". L’intervento è stato messo in campo pochi giorni dopo l'inizio della tregua del 19 gennaio, concentrando gli sforzi sulla Cisgiordania, in particolare nella città di Jenin. Per l'ultradestra israeliana, questo approccio contro il terrorismo mira a ridefinire la sicurezza nella regione.


La “Gazaficazione” della Cisgiordania

B'Tselem, un’Ong israeliana che documenta le violazioni dei diritti umani da parte di Israele nei territori occupati, ha denunciato quella che ha definito la "Gazaficazione" della Cisgiordania. Secondo l’organizzazione, dal 7 ottobre 2023 all'8 marzo 2025, l'esercito israeliano ha ucciso 261 palestinesi, tra cui 41 minori, in 69 attacchi aerei concentrati principalmente nel nord del territorio.

B'Tselem ha inoltre denunciato l’“estrema violenza arbitraria contro civili innocenti, severe restrizioni di movimento e interruzione della vita quotidiana, cancellazione totale dei permessi di ingresso in Israele ed estreme limitazioni all'accesso ai terreni agricoli, che stanno danneggiando gravemente i mezzi di sostentamento, oltre ad arresti di massa”.

Un rapporto di B’Tselem riferisce che, per la prima volta dalla Seconda Intifada, sono stati utilizzati carri armati e veicoli blindati per il trasporto di personale. Il numero delle vittime sarebbe ancora più alto a causa della violenza dei coloni e delle forze di sicurezza nel territorio.

Aumento degli attacchi dei coloni israeliani in Cisgiordania, denuncia l'OCHA

L'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (OCHA) denuncia l'aumento dei violenti attacchi dei coloni israeliani nella Cisgiordania occupata.

Secondo l'OCHA, si registrano episodi di uccisioni di capre e pecore, nonché atti di vandalismo contro ulivi e alberi da frutta. In alcuni casi, i coloni avrebbero incendiato abitazioni o preso di mira infrastrutture idriche essenziali, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria nella regione.

L'intensificarsi degli attacchi in Cisgiordania solleva interrogativi sul futuro del territorio e dei palestinesi abitanti dell’area. Con la recente operazione militare delle forze israeliane e l'escalation della violenza dei coloni, la regione si sta trasformando in un teatro di conflitto sempre più instabile. Se operazioni simili a quelle avvenute a Gaza dovessero ripetersi anche in Cisgiordania, le conseguenze umanitarie e politiche potrebbero essere devastanti. La comunità internazionale è chiamata a decidere se assistere passivamente a questa trasformazione o tentare di arginare una nuova crisi destinata a infiammare ulteriormente il Medio Oriente.

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Nazlican Cebeci
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