14 Mar, 2025 - 16:45

Referendum 2025, in che senso il Governo ha scelto le date dell'8 e 9 giugno per sabotare il voto?

Referendum 2025, in che senso il Governo ha scelto le date dell'8 e 9 giugno per sabotare il voto?

L'8 e il 9 giugno 2025 gli italiani saranno chiamati a votare per i 5 referendum ammessi dalla Corte Costituzionale: i quattro referendum sul lavoro e il Jobs Act e quello sulla cittadinanza italiana.

Lo ha deciso il Governo con l'approvazione del Decreto Elezioni, suscitando le proteste del centrosinistra e dei comitati referendari che accusano l'esecutivo di voler sabotare il voto.

Le urne referendarie si apriranno in concomitanza con i ballottaggi per le Elezioni Amministrative del 25 e 26 maggio, date che i sostenitori dei referendum avrebbero preferito anche per le cinque consultazioni popolari.
Una richiesta che, tuttavia, il Governo ha ignorato, optando per il turno di giugno, irritando l'opposizione e dando il là alle accuse di sabotaggio. Accuse, naturalmente rispedite al mittente.

Chi ha ragione? Vediamo perché i sostenitori dei referendum parlano di sabotaggio e come si difende il Governo.

Referendum l'8 e 9 giugno, davvero il Governo vuole sabotare il voto?

È vero che la Consulta ha eliminato il quesito più spinoso, ovvero, quello sull'autonomia differenziata. È vero che i quattro referendum sul lavoro – Jobs Act compreso – rappresentano un problema solo nel centrodestra.

È, però, anche vero che il quesito sulla cittadinanza italiana non piace al centrodestra, che avrebbe tutto l'interesse a vederlo fallire.
E sarebbe proprio questa – secondo il centrosinistra – la leva dietro al tentativo di sabotaggio dei referendum da parte dell'esecutivo Meloni.

Il modo più semplice per farlo è ostacolare il raggiungimento del quorum. I referendum per essere validi, infatti, devono superare il 50% dell'affluenza alle urne. 
I comitati referendari avevano chiesto al Governo di poter votare ai referendum nello stesso fine settimana del primo turno delle amministrative, quando milioni di italiani - in tutte le regioni d'Italia - si recheranno alle urne per eleggere sindaci e consigli comunali.

Il Governo, invece, ha optato per il secondo turno, ovvero, quello dei ballottaggi che fisiologicamente muovono un numero minore di elettori. 
L'8 e il 9 giugno, inoltre, è il primo fine settimane dopo la chiusura delle scuole. Il primo fine settimana estivo, e molti elettori potrebbero decidere di andare al mare anziché recarsi alle urne.
La scelta di 'relegare' al turno dei ballottaggi il voto per i referendum è per il centrosinistra la prova della volontà del centrodestra di impedire il raggiungimento del quorum.

Le accuse dell'opposizione: vogliono affossare i Referendum

Per i comitati referendari e il centrosinistra, la scelta del Governo di optare - tra le due date a disposizione - per quella più sfavorevole alla partecipazione al voto è un segnale del fatto che la maggioranza ha paura dell'esito dei referendum.

La scelta della seconda data, a ridosso delle vacanze estive, infatti, potrebbe scoraggiare gli elettori riducendo la partecipazione.

Ne è convinto Riccardo Magi, il segretario di +Europa che è anche il partito che ha promosso il referendum sulla cittadinanza italiana.

virgolette
“La scelta di questa data dimostra tutta la paura dell'esecutivo per questo voto, perché tra le due possibilità è stata scelta quella più sfavorevole alla partecipazione popolare. Noi avevamo chiesto l'abbinamento con il primo turno delle amministrative, quindi il 25 e 26 maggio. La strada è in salita, ma non sapremo difendere il voto degli elettori, anche degli elettori fuori sede”.

Ha accusato Magi, che poi ha anche evidenziato come la battaglia per il raggiungimento del quorum passi anche dall'ampliamento della possibilità di voto fuori sede a studenti e lavoratori.

Il referendum sulla cittadinanza spaventa il Governo?

Davvero il Governo ha paura dei referendum? In effetti, è noto che nella maggioranza, il quesito che prevede il dimezzamento dei tempi per l'ottenimento della cittadinanza italiana per gli immigrati regolari, non è ben visto. Soprattutto dalla Lega e da un'ampia fetta di Fratelli d'Italia.

Se dovessero prevalere i 'sì', l'esecutivo si troverebbe nella scomoda posizione di dover legiferare su un tema estremamente divisivo per il centrodestra. Viceversa, ignorando la volontà popolare, dovrebbe spiegare i motivi agli elettori italiani.
Ecco perché, se non si raggiungesse il quorum, sarebbe un grattacapo in meno con cui fare i conti.

Il Governo, però, rifiuta questa narrazione e attacca a sua volta l'opposizione accusandola di essere pretestuosa. Dall'esecutivo, interviene il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

virgolette
La data per i referendum l'abbiamo scelta in Consiglio dei ministri. Ci sono due giorni a disposizione e la data coincide con il ballottaggio delle elezioni: una cosa, l'accorpamento tra amministrative e referendum, che si poteva evitare ma abbiamo deciso di non evitare. Mi sembrano polemiche pretestuose. 

Ha sostenuto Ciriani.

Referendum 2025 e sabotaggi in 5 punti salienti:

  1. Date dei referendum: Il Governo ha deciso di fissare i referendum per l'8 e 9 giugno 2025, in coincidenza con i ballottaggi delle Elezioni Amministrative, una scelta che ha suscitato critiche da parte del centrosinistra e dei comitati referendari.
  2. Accuse di sabotaggio: I sostenitori dei referendum accusano il Governo di voler sabotare il voto, scegliendo una data che potrebbe ridurre l'affluenza. La preferenza sarebbe stata per il fine settimana del primo turno delle amministrative, quando si prevedeva una partecipazione più alta.
  3. Rischio di non raggiungere il quorum: I referendum richiedono un quorum del 50% di affluenza per essere validi. La scelta della seconda data, a ridosso delle vacanze estive, potrebbe scoraggiare gli elettori riducendo la partecipazione.
  4. Il quesito sulla cittadinanza: Il referendum sulla cittadinanza italiana è visto come problematico per il Governo. Non raggiungere il quorum sarebbe un vantaggio per l’esecutivo.
  5. Difesa del Governo: Il Governo respinge le accuse di sabotaggio, definendole pretestuose. Il ministro Luca Ciriani sostiene che la data è stata scelta in modo deliberato, senza intenti ostili nei confronti dei referendum.
AUTORE
foto autore
Maria Rita Esposito
condividi sui social
condividi su facebook condividi su x condividi su linkedin condividi su whatsapp
ARTICOLI RECENTI
LEGGI ANCHE